di Gabriella Quercia

Masterchef, i retroscena. Silvana: «Lì è tutto un mistero, anche per noi»
BITONTO - Prendete un talent show televisivo di cucina basato su un format inglese di successo e inseriteci come ingredienti tre chef pluristellati e come contorno venti concorrenti che si sfidano per un bottino di centomila euro e un libro di ricette scritto da loro. Il risultato è Masterchef, programma televisivo diffuso in 34 paesi in tutto il mondo, in cui cuochi amatoriali si sfidano in imprevedibili e avvincenti mystery box, invention test, sfide esterne e pressure test ad alta tensione, capaci di far salire il batticuore anche al telespettatore più pacato e imperturbabile.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Emozioni che scaturiscono da una regia studiata a tavolino, da musiche da “arena” e scene montate in maniera perfetta, capaci di far sembrare in presa diretta persino quei momenti che sono chiaramente registrati. Dal 18 dicembre 2014 in Italia sta andando in onda la quarta stagione, arrivata alla sesta puntata su un totale di dodici, la cui conclusione è prevista per marzo.  

Abbiamo cercato di scoprire i retroscena del programma, per quanto possibile, poiché tutti i concorrenti sono sotto contratto per due anni proprio per evitare che i segreti del famoso talent show possano essere rivelati al grande pubblico. Ci abbiamo provato chiedendo aiuto a una delle ultime concorrenti eliminate, la 32enne bitontina Silvana Amodeo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Allora Silvana, partiamo dal principio. Come sei diventata una concorrente di Masterchef?

Seguo il programma dal primo anno ma la maternità ha rimandato la mia candidatura a Masterchef. Nel marzo del 2014 inviai la mia presentazione tramite internet per fare le selezioni a Roma. Qui scelsero i 100 migliori che poi andarono a Milano a sostenere il live cooking, la prima prova davanti ai giudici. Da 100 rimanemmo in 40, divisi in gruppi da dieci con quattro prove diverse. Il mio gruppo doveva preparare una maionese a mano con dieci uova. Qui iniziavano le eliminazioni, infatti 12 candidati sono stati eliminati e siamo rimasti in 28. A seguire ci fu l’hangar, una prova nella quale dovevamo preparare un piatto in cui la protagonista era la mozzarella di bufala. Dopo questa gara si formò la classe definitiva di venti persone.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quando sono iniziate le riprese?

La data esatta non posso rivelarvela, essendo tuttora sotto contratto. Comunque si può intuire, guardando il programma, che iniziammo le riprese nel periodo estivo. Abbiamo registrato le puntate in poco più di tre mesi. Nelle sfide esterne, per esempio quella che facemmo a Sant’Agata de’ Goti in provincia di Benevento, eravamo a maniche corte sotto il sole cocente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quante volte a settimana registravate? E quanto tempo duravano le riprese?

Non ricordo con precisione quante volte a settimana registravamo. In ogni caso le riprese non avevano orari prestabiliti, diciamo che solitamente iniziavamo la mattina per concludersi la sera e in un giorno registravamo un’intera puntata, ma questo dipendeva da cosa c’era da fare. A noi concorrenti non veniva data una tabella di marcia, né un programma delle cose che avremmo fatto durante la giornata. È tutto un mistero persino per chi ci sta dentro. Comunque registrare una trasmissione con delle prove, degli ospiti e anche delle sfide esterne, impone dei ritmi serratissimi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Non sapevate neanche la destinazione delle prove fatte in esterna?

No. Quando dovevamo andare in esterna ci facevano salire in macchina, treno o aereo che fosse e ci “spedivano”. Non avevamo neanche i biglietti da cui poter dedurre la destinazione, poiché la produzione provvedeva al viaggio senza dirci nulla. Non sapevamo neanche quando avremmo fatto le esterne o le altre prove. Eravamo all’oscuro fino a quando non ce lo dicevano i giudici. Vi assicuro che, nel caso delle puntate girate fuori dagli studi, non sapere dove si sta andando e dove ci si trova è una sensazione strana e poco piacevole.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Parliamo della vita dietro le quinte. Dove vivevate?

In un residence accanto agli studi di registrazione, sempre a Milano. C’erano delle stanze riservate a noi partecipanti. La sera ci riunivamo dopo le prove per confrontarci su ciò che era successo, sui piatti, sulle sfide, sul giudizio dei giudici. Ci davamo consigli e spunti. Di fatto parlavamo di cucina tutto il giorno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Indubbiamente il rapporto con i concorrenti è in continua competizione. Siete riusciti a instaurare comunque un’amicizia tra di voi?

Naturalmente sei costretta ad accettare di avere a che fare con delle persone con cui sei in competizione. Però, con un pizzico di maturità, riesci a scindere la gara da quello che accade, per modo di dire, fuori. Io per esempio ho stretto molto con Nicolò, Federica e Maria. Con loro ci siamo visti a gennaio per guardare una puntata del talent show e ricordare i momenti passati insieme. Anche se proprio con Maria sono andata al pressure test che mi è costato l’eliminazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Potevate avere contatti con l’esterno?

Certo, Masterchef non è il Grande Fratello. I nostri parenti potevano anche venirci a trovare su a Milano, ma non mentre registravamo le puntate. Potevamo chiamare, videochiamare, stare in contatto con chi avevamo lasciato a casa. Era necessario poter parlare con i propri cari per sentirli più vicini e raccontare cosa era avvenuto durante il giorno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma è vero che i tempi per la preparazione dei piatti erano così stretti come si vede nel programma?

Si, in realtà in condizioni normali 45 minuti sono più che sufficienti per preparare primo, secondo e dessert. Ma lì la cognizione del tempo cambia totalmente, tutto diventa frenetico e le tue certezze iniziano a vacillare. Persino fare un uovo al tegamino ti sembra un’impresa titanica. Anche le telecamere sembra che non esistano, infatti non so dirvi quanti cameraman ci fossero o chi puliva dopo la preparazione. Pensi solo agli ingredienti e a cosa preparare per fare meglio degli altri. Non c’è tempo neanche per allontanarsi in caso di un bisogno fisiologico impellente. L’orologio continua inesorabilmente a girare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Barbieri, Bastianich e Cracco sembrano giudici imparziali e severi. Era possibile costruire un rapporto con loro al di fuori delle riprese?

No, diciamo che la conoscenza reciproca veniva approfondita man mano che il programma andava avanti. Ma era una relazione concorrente- giudice, niente di più. Per esempio Cracco è un giudice che ti sprona attraverso dei commenti poco gentili e l’ha fatto con me in primis, dicendomi che “giravo il riso come se fossi una comune casalinga”. Sapeva che era una cosa che mi innervosiva parecchio. È il più imponente e il più severo. Barbieri invece è un giudice che ti guida, ti dà consigli su come puoi evitare disastri e non ti fa pesare l’errore, a meno che non sia eclatante. Bastianich, pretende molto, come del resto gli altri giudici, ma a differenza loro lui in realtà è un imprenditore anche se sicuramente conosce la cucina e avrà avuto modo di assaggiare molti piatti diversi. Però i veri accademici sono Cracco e Barbieri.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quanto c’è di vero in quello che si vede in tv?

È tutto vero, dalle prove che si fanno, agli ospiti che non conosciamo fino a quando non vengono presentati, al tempo cronometrato e ai piatti che prepariamo. Per convincersi basta guardare i volti dei concorrenti quando ci sono le prove più ostiche: l’invention test e il pressure test. Gli sguardi sono impauriti e i concorrenti decisamente tesi. Noi non sapevamo nulla di quello che dovevamo cucinare fin quando non alzavamo la scatola. Il pressure test era il più temibile, perché richiede un’abilità tecnica da mettere in pratica in tempi brevi. Anche i giudizi dei tre giudici avvenivano così come si vede in televisione. Non ci facevano aspettare, bastava che si riunissero per qualche minuto per discutere e emanavano la loro “sentenza”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tu sai già chi è il vincitore ovviamente. Secondo te va avanti chi è più telegenico o chi è davvero talentuoso?

Sinceramente non credo che il vincitore venga scelto in base alla sua “bellezza” o al suo saper stare davanti alla telecamera. Infatti una volta vinto Masterchef del concorrente che si è aggiudicato il premio si perdono le tracce, il suo viso non viene sfruttato per fare altro. Quindi sostengo fermamente che a Masterchef viene premiato chi sa cucinare meglio di tutti gli altri.


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita



Gabriella Quercia
Scritto da

Lascia un commento
  • Digiaro - Cara Gabriella, gli chef "pluristellati" sono solo due, non tre... Bastianich è solo un "restaurant man" :P Fai attenzione!


Powered by Netboom
BARIREPORT s.a.s., Partita IVA 07355350724
Copyright BARIREPORT s.a.s. All rights reserved - Tutte le fotografie recanti il logo di Barinedita sono state commissionate da BARIREPORT s.a.s. che ne detiene i Diritti d'Autore e sono state prodotte nell'anno 2012 e seguenti (tranne che non vi sia uno specifico anno di scatto riportato)