Via al festival ''CinEthica'': «Nei film la vera integrazione dei disabili»
Letto: 7255 volte
martedì 11 novembre 2014
Letto: 7255 volte
di Katia Moro
Come la sua stessa denominazione suggerisce, l’associazione fonde il cinema con l’etica e cioè utilizza lo strumento artistico e visivo dei cortometraggi per veicolare la sensibilizzazione su temi quali l’integrazione dei disabili e la valorizzazione della diversità. Da questa fusione nasce “Cinethica”, un concorso realizzato con il sostegno dell’Apulia film commission, che ha per protagonisti cortometraggi, editi o inediti, realizzati da disabili in qualità di registi o attori o che abbiano come filo conduttore il tema della diversabilità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Anima e motore di questo festival sono i due componenti dell’associazione CinEthic, rispettivamente presidente e vicepresidente, il 31enne Michele Stella, regista e attore e la 30enne Valentina Parente, curatrice e conduttrice di un programma radiofonico. «Mi sono occupato da sempre sia di produzione e distribuzione cinematografica che di disabilità e “diversità”, collaborando con associazioni e cooperative – ci racconta Stella –. Con questo festival sono riuscito finalmente a coniugare le mie due anime: il cinema e la cultura dell’abbattimento delle barriere sociali e dell’arricchimento collettivo che passa attraverso la conoscenza del diverso da sé».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La sfida di CinEthic è iniziata con piccole rassegne cinematografiche sul tema della disabilità proposte nei cinema e nelle scuole di Bari. «Molto significativa è stata la proiezione nelle scuole del film “Rosso come il cielo” (un film di Cristiano Bortone del 2005) avvenuta in collaborazione con l’Unione italiana ciechi – continua Michele -. È la storia di un bimbo che diventa cieco a causa di un incidente e che da adulto giunge a divenire il più famoso e importante tecnico del suono in Italia. Al termine gli alunni sono stati invitati a partecipare ad una partita di tennis da tavolo con ipovedenti o non vedenti come forma concreta di integrazione e solidarietà. In altre occasioni abbiamo organizzato per gli studenti workshop di primo soccorso per malati di epilessia o laboratori di scrittura creativa con soggetti affetti da disagio psichico».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un’altra strada percorsa da Michele e la sua associazione è stata quella della proiezione di film legati a un evento-spettacolo. E’ stato il caso, ad esempio, dell’esibizione di Vincenzo Deluci, trombettista jazz ridotto a una sedia a rotelle a seguito di un grave incidente o della performance di “pittura al buio” dell’ipovedente Antonio Gianpietro che con le mani ha dipinto una tela nella totale oscurità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Ora la nostra attenzione è tutta rivolta a questa seconda edizione di “Cinethica”, che segue la prima realizzata nel 2011 – sottolinea l’organizzatore -. Siamo molto orgogliosi perché ci sono giunti ben 23 cortometraggi, di cui uno brasiliano e uno spagnolo, alcuni opera di disabili, altri di normodotati. Il comitato di valutazione ne ha selezionati una decina e poi si è costituita, su base volontaria, una giuria popolare, fatta di esperti e meno esperti di diverse fasce d’età».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Si parte stasera con la proiezione dell’anteprima nazionale di “Noi siamo Francesco”, opera seconda di Guendalina Zampagni, interamente girato in Puglia e con un protagonista pugliese, il biscegliese Mauro Racanati, che interpreta il ruolo di un ragazzo privo di braccia alle prese con le sue prime esperienze sessuali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«L’aspetto più significativo di questi progetti è il diverso approccio rispetto al tema della disabilità, che non può essere quello del patetismo e della commiserazione – conclude Michele -. Vogliamo far capire che la disabilità può rappresentare una risorsa, da impiegare, perché no, anche nel mondo del cinema».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Qui il sito dell’associazione CinEthic:
Nel video il backstage del film “Noi siamo Francesco”:
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Katia Moro
Katia Moro