Le ''persone libro'': «Raccontiamo la biblioteca che abbiamo in testa»
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mercoledì 28 maggio 2014
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di Micaela Ricci
Che cos’è “persone libro”?
E’ un’iniziativa di promozione della lettura. Ci ispiriamo al romanzo di Ray Bradbury “Fahrenheit 451”, in cui vengono incendiati i libri poiché ritenuti uno strumento pericoloso per la società e alcuni coraggiosi decidono quindi di impararli a memoria per salvarli. Le “Persone libro” di Bari sono un nucleo che deriva dalla prima iniziativa nazionale, “Le donne di carta” di Roma. Dalla Capitale sono nati altri gruppi a Bari, Ostuni, Cassano, Milano, Roma, Firenze, Arezzo e ora anche in Sicilia e Sardegna. La nostra è un’associazione che potremmo definire di volontariato culturale, senza quote da pagare se non un contributo volontario e facoltativo di 25 euro che si devolve all’Associazione “Donne di carta” di Roma una volta l’anno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma cosa fate esattamente?
Impariamo a memoria delle parti di libri, non recitiamo però ma ci immedesimiamo completamente con il testo letto. La cosa più importante è la partecipazione e il coinvolgimento personale: il libro diventa un organo vivente che noi riportiamo in vita con un tono espressivo e con un trasporto affettivo nuovo. La memorizzazione impeccabile non è importante quanto invece il creare una relazione, imparare ad “abitare” il testo. Prima di ogni lettura diciamo: «Io sono», seguito dal nome del libro e “facciamo coperta”, cioè ci infiliamo metaforicamente sotto una coperta che ci avvolge creando intimità e che ci permette di trovare il tono di voce giusto, quello che coccola un bambino, che si prende cura di un malato, una voce intima e dolce (vedi foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Dove e quando vi incontrate?
Il primo mercoledì di ogni mese presso la libreria “Svoltastorie” di via Volta a Bari, ma spesso siamo stati invitati anche da altre strutture per eventi diversi, come quello dell’inaugurazione della Biblioteca comunale di Terlizzi. A volte partecipiamo ad eventi a tema e sposiamo delle cause per noi importanti. Ad esempio ogni 25 novembre partecipiamo alla giornata contro la violenza sulle donne e le nostre letture hanno come soggetto le donne o portiamo le nostre iniziative in luoghi difficili dove non si legge molto come la casa circondariale o le case famiglia. Nella casa circondariale abbiamo apprezzato la partecipazione di detenuti che, dopo quattro o cinque incontri, hanno addirittura letto testi scritti da loro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Qual è la vostra finalità?
Avvicinare i giovani alla lettura con una modalità diversa, più affettiva e meno solitaria. La lettura crea di solito una relazione intima e noi portiamo un quid di novità: restituiamo il testo nella maniera giusta con il desiderio di fare un dono gratuito, quello della lettura affettiva e disinteressata. Ognuno di noi ha una biblioteca in testa, cioè una serie di racconti che vengono poi narrati agli altri. Quando raccontiamo storie inventate ai nostri figli facciamo la stessa cosa, li avviciniamo a una biblioteca di racconti che narriamo a voce e con trasporto emotivo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In quanti partecipate di solito?
Siamo in tanti, intorno a una trentina e ci sono gli affezionati che ci seguono in tutti i nostri eventi. Molti partecipanti vengono da zone limitrofe o da scuole, come gli alunni del liceo classico di Ostuni o del liceo scientifico di Cassano. Il nostro pubblico è molto eterogeneo, dai 5 agli 80 anni. I bambini recitano perlopiù filastrocche e poesie di Gianni Rodari, gli adulti chiaramente spaziano: io ad esempio amo raccontare “Se una notte d’inverno un viaggiatore” di Italo Calvino e “Un cuore così bianco” di Javier Mariàs.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E la città di Bari come risponde a questo invito alla lettura?
La città di Bari ha risposto subito bene a questa iniziativa. A volte la diffidenza parte proprio da noi perché crediamo che la città non sia interessata a questo genere di cose o che sia poco colta. In realtà non bisogna avere paura di proporre cose nuove poiché l’impegno premia e Bari è una città che apprezza lo sforzo e il lavoro. Due settimane fa, ad esempio, tanti baresi hanno partecipato al nostro flash mob di protesta per la censura scolastica a Roma del libro della Mazzucco, sempre in via Volta. La partecipazione della città ci ha fatto capire che queste problematiche stanno a cuore ai baresi.
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Micaela Ricci
Micaela Ricci