I candidati sindaco/Di Paola: «Puntiamo sulle imprese. Lo stadio? Va abbattuto»
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lunedì 19 maggio 2014
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di Marco Montrone e Salvatore Schirone
Noi ne abbiamo contattati cinque, quelli che ci sono sembrati più accreditati a rivestire un ruolo più o meno da protagonisti in queste elezioni comunali. Siamo stati mossi dalla voglia di capire (e far capire) chi tra i candidati ha davvero una idea di futuro per Bari. Chi insomma ha una visione “inedita” di una città che noi sosteniamo essere piena di risorse, purtroppo però sempre e comunque mal sfruttate e considerate.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Abbiamo quindi invitato per un’intervista Decaro, Digeronimo, Di Paola, Mangano e Paccione. Purtroppo il primo non ha potuto accettare la nostra proposta, perché «non in grado di fissare un appuntamento con largo anticipo», visto la sempre probabile possibilità di «partire per Roma». Dopo tre inviti e tre mancate promesse di richiamarci, abbiamo capito che sentire Decaro sarebbe stato impossibile: troppo difficile per lui riuscire a conciliare i due ruoli di “onorevole parlamentare” e candidato sindaco.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Bene, ecco quindi la seconda delle nostre interviste (le altre le potete leggere cliccando sul nome di Digeronimo, Mangano, Paccione), quella a Domenico Di Paola, 66enne ingegnere e imprenditore barese, cresciuto nel quartiere La Madonnella. E’ il candidato sindaco del Centrodestra, sostenuto da dieci liste raccolte intorno alla sua “Impegno civile”. (vedi video e foto galleria)
Quali sono le “emergenze” di Bari su cui è necessario intervenire?
Lavoro, trasporti, sicurezza e pulizia. Su questi problemi ho pensato a un programma che preveda delle soluzioni, perché le emergenze una volta risolte possono favorire il rilancio della città.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Partiamo dal lavoro. Il Comune può veramente influire sull’occupazione?
Sì, attraverso vari interventi. Ad esempio aprendo i cassetti del Comune dove giacciono, a detta della stessa amministrazione, progetti già finanziati: bisogna appaltarli subito. Così come non bisogna lasciare sul tavolo 300 milioni di euro impedendo a una azienda privata (la Pizzarotti) di investire sulla “Cittadella della giustizia”. Aprire subito quel cantiere permetterebbe di sviluppare immediatamente 3mila posti di lavoro. E poi è necessario pensare a “un'amministrazione amica” di chi vuole fare impresa, questo vuol dire semplificazione normativa, autorizzazioni rapide e agevolazioni fiscali. Senza imprese non si crea ricchezza e lavoro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Secondo lei perché non partono questi progetti già finanziati?
Per disinteresse e anche perché chi è adesso al comando non conosce la macchina amministrativa: non ha mai maneggiato un contratto, un appalto. Io invece essendo un imprenditore le carte le so leggere. E so che non basta affidare la direzione dei lavori: bisogna controllare che ognuno faccia il suo dovere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Anche per lo stadio San Nicola farebbe partire dei lavori di ristrutturazione?
No, il San Nicola è da abbattere. Quello stadio non se lo può consentire né Bari né “il Bari”. Lo so che c'è un vincolo, ma nel mio concetto i contenitori che non ci possiamo permettere di ristrutturare e riutilizzare andrebbero abbattuti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un investimento potrebbe essere quello sul turismo, basterebbe puntare sul nostro patrimonio artistico e culturale…
Si tratta di organizzare Bari creando un prodotto di successo che attiri i turisti. Si deve fare marketing territoriale, lavorando su vari terreni di gioco. Il primo è l'accessibilità: sviluppare ulteriormente i collegamenti aerei low cost. Il secondo è la ricettività: puoi portare qui chi vuoi ma se non hai alberghi con standard di qualità adeguata al numero e al tipo di turisti, non verrà nessuno. Il terzo terreno di gioco e la segmentazione del mercato, cioè individuare il bacino possibile di provenienza dei turisti per studiare con i tour operator abitudini, stili di vita e standard di servizi richiesti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma perché ad esempio un tedesco dovrebbe scegliere Bari?
Per questo motivo bisogna creare un’attrattiva personalizzata. I tedeschi ad esempio vanno matti per la vendemmia e tu quindi devi organizzare pacchetti turistici nel periodo della vendemmia. Gli spagnoli invece hanno famiglie numerose e quindi devi prevedere servizi con parchi gioco per i ragazzi. Gli scandinavi invece vogliono le discoteche e i campi da golf. Insomma non puoi dare orecchiette e cime di rape a tutti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma così Bari diventa disneyland: campi da golf per gli svedesi, wurstel per i tedeschi. Noi abbiamo tanta cultura nascosta, il mare…
Il mare è inquinato. C'è poco da fare, l'offerta turistica si deve adeguare alla domanda. E’ necessario offrire tutta una serie di prodotti che vanno dall'intrattenimento alle attività culturali e che rendano attraente la destinazione. Si tratta di valorizzare degli assets. Per esempio il teatro Petruzzelli è uno di questi. Si sono spesi 100 milioni di euro per la sua ricostruzione, ma non puoi pensare di riempirlo di baresi. Devi creare una stagione teatrale importante e originale tanto da “costringere” un londinese a venire qui per vedere una rappresentazione della Bohème. Dobbiamo creare un calendario degli eventi baresi, ma stabilito secondo criteri di attrattività pensando non ai propri cittadini, ma ai forestieri.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il “marketing territoriale “ lo dovrebbe fare il Comune?
No. Per questa attività penso alla costituzione di una fondazione pubblico-privata che si chiamerà “Vola Bari”, nella quale far convergere in una gestione unica affidata in mani competenti tutte le intelligenze, gli interessi e le risorse. In questo modo metti tutto in un'unica scatola gestita con un una strategia unica e con obiettivi precisi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sui trasporti e viabilità invece che idea ha?
Il Park and Ride va male perché non ha risolto il problema di decongestionare la città dalla auto. Io misuro l'efficacia di un provvedimento dall'effetto che produce. Se da 200mila macchine il P&R me ne toglie 2mila, solo l'1%, vuol dire che ho fallito. Gli attuali non funzionano perché sono in posti sbagliati, di piccole dimensioni e con tipologia di mezzi di trasporto inadeguati. Io ad esempio ne metterei uno molto più grande in zona San Giorgio e utilizzerei la ferrovia come mezzo di penetrazione nella città. Un altro nei pressi dell'aeroporto vicino alla stazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E sulle piste ciclabili invece?
Bisogna semplificare la tipologia e la costruzione delle piste ciclabili: non più brutte, complicate, pericolose e costose. Inoltre più che pensare dove farle io penserei a chi le deve utilizzare. Ad esempio per gli studenti che vivono a Bari, molti dei quali fuori sede, immagino un circuito che unisca campus, ateneo e centri di residenza studenteschi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Residenze studentesche? Ma la maggior parte degli studenti vivono nelle case affittate dai baresi.
Intanto sta per essere ultimata a Mungivacca una residenza da mille posti. E comunque gli utenti sarebbero sempre di più di quelli che vanno dal Castello Svevo alla Fiera. Almeno avrai fatto un circuito con un punto di partenza e uno di arrivo, possibilmente protetto, perché un altro problema della piste ciclabili è che a Bari la bici te la rubano. Quindi penserei a un posto per il deposito.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il rapporto della città con il suo mare: la costa nord tagliata fuori dal porto, quella sud abbandonata al degrado…
Su questo punto c'è una di quelle emergenze non avvertita dalla popolazione barese o meglio avvertita ma a cui ci si è rassegnati: quella degli scarichi della fogna. Sulla nostra costa, da Santo Spirito a Torre a Mare, ci sono ben 22 scarichi del “troppo pieno”. Noi abbiamo un sistema di acqua bianche inefficiente e un sistema di fogna che ha depuratori di 40 anni fa. Quando piove, per insufficienza delle rete, le acque bianche vanno a finire in quelle nere della fognatura: i depuratori non ce la fanno, saltano i tombini per le strade o si sversano in questi punti di sfogo, rendendo il nostro mare puzzolente e non balneabile in alcuni periodi. E' un problema colossale che si risolve rifacendo tutta la rete delle acque bianche e potenziando i depuratori. Fatto questo potremo chiudere definitivamente quei 22 punti di troppo pieno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E a quel punto?
Resterà il dragaggio della costa e avremo un litorale pulito. E finalmente Bari sarà una città di mare e non una città sul mare, con una grande riviera di 42 km da riorganizzare urbanisticamente e dal punto di vista dei trasporti, con punti di rilievo quali Fiera, Pinacoteca provinciale, Castello Svevo, tutto usufruibile in percorsi turistici e paesaggistici di prestigio, magari da affidare a privati concedendo l’utilizzo di parte della costa in cambio di servizi comuni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
* con la collaborazione di Gabriella Quercia
Il video dell'intervista (di Carlo Gelardi):
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I commenti
- Mimmo Di Paola - A proposito dello Stadio San Nicola preciso: le condizioni in cui versa oggi lo lo stadio San Nicola, per effetto di negligenze dell'amministrazione comunale uscente, non danno dignita' a Bari e ai baresi, mentre io, da Sindaco, faro' tutto quello che sara' nelle mie corde perche' la squadra, la societa' e i tifosi tutti possano godere di questa struttura al meglio delle sue potenzialita' come una vera citta' internazionale meriterebbe.