Fiera di Milano, la Puglia in mostra: a ruba orecchiette, taralli e panzerotti
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mercoledì 11 dicembre 2013
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di Francesco Sblendorio
Agli sgoccioli della manifestazione, sabato 7 dicembre, penultimo giorno di fiera, abbiamo incontrato alcuni degli espositori pugliesi (vedi foto galleria) per sondare le loro impressioni. Gli stand del “tacco d’Italia” propongono i prodotti più diversi, dalle ceramiche ai fischietti fino all’arte del presepe, ma la parte del leone la fa, come prevedibile, il settore eno-gastronomico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I prodotti “made in Puglia” più richiesti sono quelli che tradizionalmente rappresentano il simbolo dell’arte culinaria pugliese: orecchiette, taralli e panzerotti. «I taralli sono i più richiesti – ci dice Ivano, di Cerignola – ma anche alcune confezioni di prodotti sott’olio hanno avuto un discreto successo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Le orecchiette con le cime di rape – afferma Giuseppe, in rappresentanza di uno stand barese di ristorazione veloce – sono in genere viste come il simbolo della nostra regione e quindi molto richieste. Ma il vero successo sono stati i panzerotti – continua -. Anche se qualcuno, soprattutto i non pugliesi, ci chiedono cosa ci sia dentro».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Non mancano voci fuori dal coro, come le rappresentanti di un consorzio di aziende eno-gastronomiche della provincia di Bari. Pur confermando che le orecchiette sono un prodotto molto richiesto, sottolineano come «alcuni preparati particolari sempre con questo formato di pasta vengano visti con diffidenza» e ci mostrano una confezione di orecchiette già condite e conservate sotto vuoto. Ci rivelano un particolare inaspettato: «Abbiamo fatto fatica a vendere l’olio, a causa di un’elevata concorrenza».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Fenomeno comunque tutto interno agli espositori pugliesi perché, come loro stesse ammettono, «per quanto riguarda l’olio, la concorrenza delle altre regioni non regge».
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