di Vincenzo Drago

Mostrarsi sicuri e alzare il tono del dibattito: «Così si fa una campagna elettorale»
BARI - Lunghe, combattute e a volte martellanti. Si presentano così le campagne elettorali italiane, maratone di propaganda che impegnano i candidati nel raccogliere quanti più voti possibili da cittadini spesso disillusi. Ma chi sono gli "allenatori" dei politici quando si tratta di cercare consenso? Semplice: le agenzie di comunicazione, quelle che preparano manifesti, spot televisivi e comizi di chi aspira alla poltrona di turno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A Bari ce n’è una che da parecchi anni segue il centrosinistra nazionale. Si tratta della Proforma, autrice ad esempio degli ultimi manifesti di Renzi scritti al contrario (nella foto). Giovanni Sasso, direttore creativo dell'agenzia, ci spiega come si si organizza una campagna elettorale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Avete avuto clienti famosi come Renzi, Bersani ed Emiliano. Come si dirigono macchine elettorali così massicce?

Ogni campagna è diversa dall’altra, per territorio, messaggi, tempistiche e target, cioè il segmento di pubblico a cui è diretta la comunicazione. Non esistono modelli applicabili in modo automatico. Dopo aver analizzato in modo scientifico lo scenario politico del momento, va subito concordata una strategia di massima che coinvolga i candidati e il loro staff. Dobbiamo sempre ricordare che un’agenzia come la nostra non deve occuparsi di creare contenuti, ma solo di capire il modo più efficace per diffonderli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quanto spende un politico per la sua propaganda?

Siamo in tempi di vacche magre, è finita l'epoca dei maxi investimenti. Certo, non è detto che sia un male, perché a vincere magari sono le idee migliori, non quelle più propagandate. Un politico di livello nazionale arriva a spendere di solito qualche milione di euro, l'ultima campagna di Vendola per le regionali costò circa 300mila euro. Quanto alle prossime primarie del Pd, i candidati si sono imposti un limite di spesa di 200mila euro, compreso il "nostro" Renzi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Le richieste che più spesso ricevete dai candidati?

Scrivere il nome più grande sul manifesto. Scherzi a parte, è difficile trovare richieste comuni. Ogni giorno si analizzano opportunità, punti di forza e di debolezza e le occasioni per mettere in rilievo le contraddizioni degli avversari: in base a queste analisi si tarano i messaggi della campagna. Di sicuro la più strana richiesta arrivò prima delle ultime elezioni parlamentari da un importante partito nazionale, con cui avevamo deciso di concentrare la propaganda attorno a più temi. Quando chiedemmo quali fossero gli argomenti da sviluppare, dal partito a sorpresa ci risposero "fate voi": in pratica fummo noi a scrivere il loro programma. Altro episodio simpatico riguarda il sindaco Emiliano. Una volta si arrabbiò tantissimo perchè ritoccammo una sua foto preparata per un manifesto. E’ uno che ama mostrarsi al naturale.  


Il politico "comunicatore" che avrebbe meno bisogno del vostro aiuto?

È bene precisarlo. Non siamo nè persuasori occulti, né alchimisti, non snaturiamo mai la figura del politico con il quale lavoriamo. Il nostro apporto creativo non è sufficiente senza i contenuti. Potremmo suggerire ad un politico di concludere un comizio con i fuochi d'artificio o farlo apparire in tv con delle star di Hollywood, ma senza proposte non si va da nessuna parte. Diciamo comunque che tra le cento campagne che abbiamo realizzato, direi che Emiliano, Vendola e Renzi, sono i veri fuoriclasse della comunicazione. A volte sono loro che ci insegnano qualcosa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qual è il mezzo di comunicazione su cui puntare maggiormente per raggiungere l'obiettivo prefissato?

Anche qui dipende da diversi fattori: target, territorio, momento storico. Oggi però è fondamentale, per chiunque, sapere come muoversi sui social network, un’opportunità a basso costo e ad alto potenziale. Siti come Facebook e Twitter spesso veicolano un messaggio molto meglio di qualunque metodo tradizionale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Apparire in pubblico richiede una particolare attenzione su parole, linguaggio del corpo e scenografia. Quali sono gli accorgimenti più frequenti che sfuggono ai meno esperti?

Noi analizziamo in modo molto approfondito le performance pubbliche dei nostri clienti e magari riguardiamo insieme a loro i video e le immagini. Ma non siamo il tipo di agenzia che sceglie la cravatta del candidato o insegna il tipo di sguardo da adottare in particolari situazioni. Preferiamo concentrarci sull’efficacia delle parole, sui tempi delle risposte e sulla chiarezza, tenendo conto dei giornalisti presenti, del tipo di ospiti e di audience. Ad esempio tergiversare di fronte ad una domanda è segno di debolezza, noi consigliamo sempre di rispondere prontamente, anche se si usano argomenti poco attinenti. Se il giornalista è aggressivo, il candidato può replicare a tono, soprattutto se i sondaggi lo danno per sfavorito. In linea di massima chi è in svantaggio deve cercare di alzare i toni della campagna elettorale: in questo caso se si è bravi e fortunati si possono centrare “i colpi di scena” che ti portano alla vittoria.


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