di Alessandra Anaclerio

Addio postino in bici o sul motorino: sono arrivate le ''Free Duck''
BARI- Prima in bicicletta, poi sul motorino e ora con l’auto elettrica. E’ l’evoluzione del trasporto del postino, che a Bari ora può avvalersi di nuove undici macchinine a motore elettrico: le “Free Duck”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Grazie al loro buffo aspetto e al colore giallo "limone" (vedi foto galleria), le Free Duck non passano inosservate, anche se queste "papere" da strada a Bari sono utilizzate maggiormente nei quartieri in cui si concentra meno traffico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Per il momento le stiamo utilizzando a Poggiofranco e a Carrassi -  ci dice una postina alla guida dell’auto ecologica-. Si diffonderanno sicuramente in tutta la città, ma penso che in centro non le vedremo mai. Per zone così affollate preferiamo sempre i nostri mezzi classici, come la bicicletta. Anche se sarebbe bello poter usare le macchine ovunque, specialmente d'inverno, quando su altri mezzi si gela».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Con un autonomia di 50 km e con un emissione di CO2 pari a zero, il portalettere  fa quindi un passo in avanti anche in materia di salvaguardia ambientale. E si adegua ai “tempi moderni”. Se prima l’immagine del portalettere era quella di un uomo (o di una donna) munito di cappello e di "bolgetta" (tracolla in cui riponeva le lettere da consegnare), adesso il postino si fa “telematico", dotato a volte anche di palmare di nuova generazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Eppure molti baresi ricordano ancora il postino che si spostava freneticamente a piedi o in bicicletta per le vie della città, per consegnare a domicilio magari una lettera d’amore. «Era un signore alto e grosso-  rammenta la 73enne Tonia- e quando io abitavo con i miei genitori in un appartamento a pian terreno in corso Sonnino, lo vedevo arrivare sempre pieno di lettere. A volte era in sella a una bicicletta, altre volte veniva a piedi. E pensavo sempre quanto doveva essere faticoso per lui portarsi quell’enorme borsa sempre dietro».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Altri tempi.


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