di Mattia Petrosino

Dalla fialetta puzzolente alla polverina urticante: guida agli scherzi di Carnevale di una volta
BARI – C’era la fialetta che inondava l’ambiente di puzza di uovo marcio, la polverina che causava un fastidioso prurito, il petofono che riproduceva un suono simile alle flatulenze e le caramelle che avevano il pessimo sapore di aglio. Sono solo alcuni degli scherzi di Carnevale messi in pratica dai bambini sino agli anni 90. Giochetti ingenui che oggi, in un’era dominata da cellulari, pc e playstation, non attraggono più i ragazzini.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E così questi scherzetti sono pian piano scomparsi dal mercato. Anche se, incredibilmente, a Bari c’è un luogo dove viene ancora allestito un banchetto “vintage” con i simpatici oggettini di una volta. Il posto è la storica merceria che la 84enne Santa Consalvo gestisce in via Abbrescia, nel rione Madonnella.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nell’esercizio commerciale infatti dal 17 gennaio (giorno di inizio del Carnevale) oltre allo spago, ai bottoni e ai gomitoli, è possibile scovare tutto ciò che divertiva i più piccoli sino al secolo scorso. Siamo andati a visitarlo (vedi foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ad accoglierci è la figlia della proprietaria, la 49enne Angela Terenzio, che subito ci mostra uno scatolone pieno zeppo di bustine e confezioni colorate contenenti “un mondo”. Ecco ad esempio il coltellino nero che si trasformava in pettine, il gelato spruzza acqua, gli aguzzi denti bianchi di Dracula o il rosso pacchetto di sigarette “battidito” che intrappolava l’indice di chi tirava la finta cicca.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«In passato la scatola si svuotava e riempiva continuamente, in particolare il giovedì e il martedì grasso – racconta la donna –. Il negozio era uno dei luoghi preferiti dai bambini: c’era sempre una via vai di persone che venivano ad acquistare. Oggi invece i più piccoli, già in tenera età, si dilettano con gli onnipresenti strumenti tecnologici e non sono più interessati ai vecchi gadget».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nonostante ciò Santa e Angela preparano il bancone ogni anno: un regalo per i nostalgici genitori che, in memoria dei bei tempi andati, continuano a comprare questi oggettini nella speranza di invogliare i propri figli a portare avanti la tradizione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tra mille diversi scherzetti ce ne sono alcuni che sono qui dagli anni 90. Vedi la polverina urticante “Juck Pulver” un tempo realizzata in Germania. Facile intuire a cosa servisse. La si poteva mettere nei coriandoli aspettando poi che un amichetto “morisse” per il prurito alle mani, oppure la si poteva buttare sadicamente nella maglia del compagno che iniziava a grattarsi ripetutamente.


«Se questi prodotti sono ancora qui è grazie a mio padre Domenico, scomparso tre anni fa – spiega la signora –. All’epoca, esagerando, ne faceva il “carico” e così nemmeno in vent’anni siamo riusciti a smerciarli tutti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Come non notare poi le mitiche fialette puzzolenti: piccole boccettine di vetro contenenti qualche millilitro di liquido “stomachevole”. Una volta rotte a terra, inondavano l’ambiente di un odore sgradevole che assomigliava a quello dell’uovo marcio. Erano utilizzate perlopiù a scuola, magari in momenti in cui c’era confusione, come all’uscita dalle classi.

Ma un altro giochetto molto comune nell’ambiente scolastico era il cosiddetto petofono o “cuscino scorreggione”: un sacchetto gonfiabile che, solitamente posto sulla sedia della maestra, venendo schiacciato riproduceva tra le risate generali un suono simile a quello delle flatulenze.

Riservata non solo agli amici, ma anche ai parenti, c’era la cicca battidito. Consisteva in un pacchetto rettangolare che aveva tutta l’impressione di avere al suo interno delle gomme. Si offriva al malcapitato e quando quest’ultimo prendeva la brooklyn, vi era una molla che “picchiava” sul dito provocando una specie di scossa.

La signora non conserva purtroppo le caramelle all’aglio che procuravano disgusto in chi le assaggiava e quelle al peperoncino che servivano a far andare a fuoco la bocca della vittima. Mentre nel negozio trovano spazio le bombolette spray che sparano schiuma appiccicosa. Vengono vendute ancora: ma se in passato erano usate per appassionate “guerre” tra amici, oggi sono utilizzate in maniera inappropriata su auto e portoni. 

Angela ci mostra infine delle maschere di plastica e di cartone, sempre risalenti al secolo scorso. Ritraggono volti e personaggi démodé, tra cui Charlot, un indiano, un diavoletto, un’imitazione di Sandokan e una simpatica streghetta. «Andavano a ruba – dichiara la commerciante – e spesso capitava che i bambini, dopo averle indossate per ore, venissero a chiedere la sostituzione dell’elastico con cui le legavano alla testa. E noi eravamo pronti con un pacco pieno di “ricambi”. Bei tempi in confronto alla poca fantasia di ora, con le femminucce che si travestono da principesse e i maschietti dal solito supereroe della Marvel. Che tristezza».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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