di Salvatore Schirone

Visita a Sant'Anna, gioiello del 1786 che fa capolino sulla tangenziale di Bari
BARI - Chi tra i baresi, e non solo, non l'ha mai scorta almeno una volta di sfuggita percorrendo il tratto della tangenziale a sud del centro cittadino? Parliamo della settecentesca cappella di Sant'Anna, quel piccolo edificio rosso sormontato da una croce che si affaccia sulla strada accanto a un'antica villa e di fronte all’hotel Majesty. Sebbene si deve ad essa il nome del nuovo quartiere che lentamente e a fatica si va sviluppando in quella zona, solo in pochi hanno avuto il privilegio di entrarvi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

C’è da dire che la chiesa è sempre chiusa. Viene aperta solo due volte all’anno: il 26 luglio, giorno di Sant'Anna e il 12 settembre, quando viene celebrata Santa Maria. Per queste due ricorrenze il parroco don Biagio Lavarra svolge qui la messa alla presenza di qualche decina di fedeli. Quest’anno l’apertura del 12 è stata posticipata al 15, giorno in cui siamo andiamo a far visita alla cappella.  (Vedi foto galleria)

Sant'Anna non è facile da raggiungere: è necessario prendere l’uscita n. 16 della statale, ripercorrere la viabilità di servizio nord per circa cento metri, per giungere infine alla piccola rotatoria di via Fratelli Prayer. La chiesetta si trova sulla sinistra, nascosta dietro un paio di grossi alberi. Un viale lungo pochi metri, interdetto alle auto da una catenella, immette al sagrato che solo un muretto separa dalla tangenziale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sono le 17. La messa è prevista per le 17.30, ma giungono già i primi fedeli. Non si può entrare: si aspetta l'arrivo della signora Teresa, è lei che ha la chiave. E finalmente vediamo apparire un'arzilla signora di 90 anni, dagli occhi vispi e scrutatori. Salutata affettuosamente da tutti, toglie la catena del viale e finalmente apre la chiesa a una trentina di persone che pian piano prendono posto tra i banchi. Entriamo anche noi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La cappella è a stanza unica, con una piccola sacrestia sulla sinistra chiusa da una tenda. L'umido dei tufi e delle pietre a vista delle pareti rivela la sua tipica natura di chiesa rurale. La mancanza di stucchi e intonaco nulla però toglie alla bellezza del luogo: rustico, accogliente e pulito.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

All’interno si possono ammirare un antico altare di pietra, un bel quadro della natività di Santa Maria sulla parete frontale e due statue di cartapesta protette da una vetrina. Ci dicono essere state realizzate trecento anni fa: sono presenti al lato dell’altare e rappresentano Sant'Anna e la Madonna del Pozzo. I fedeli ci mostrano anche la pietra miliare che indica l'anno di fondazione della chiesa: si trova sotto il tappeto centrale e attesta come data il “1786”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


La chiesa ha quindi 230 anni di età. E’ stata sempre della famiglia Trojano, proprietaria anche della villa che sorge accanto. «Una lunga storia di contenziosi ed espropri per consentire l'allagamento della statale hanno ridotto l’antica masseria a un fazzoletto di terra - ci racconta il signor Vito Trojano, che assieme alla sorella Maria ha ereditato villa e chiesa dalla nonna Dora Mininni -. La casa è ora è in vendita e Sant’Anna è disposizione dei fedeli del quartiere. Della sua cura se ne occupa la signora Teresa, nostra persona di fiducia».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La signora Teresa non è solo la sacrestana custode della cappella, ma la memoria storica della famiglia Trojano. Abitava nella casetta accanto, dall'altra parte della chiesa. Domestica e governante dei genitori di Vito e Maria, gestiva praticamente di tutto. Nei gesti calmi ma decisi con cui predispone tutto per la messa si legge ancora non solo la devozione per Sant'Anna ma anche quella per la cura e l'amore per i suoi “padroni”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Non vogliamo distoglierla dal suo lavoro: sono così i fedeli a raccontarci gli aneddoti più significativi legati alla chiesetta: storie di miracoli e guarigioni. Tra queste quella avvenuta a beneficio di un ragazzo di Mola gravemente ammalato. Il padre mentre lo portava al Policlinico di Bari per l'ultimo disperato intervento si fermò a pregare nella cappella. Giunto in ospedale i medici però dichiararono che il giovane era inaspettatamente  guarito. L'uomo ritornò così in chiesa e depose una lettera di ringraziamento e una banconota di cinquemila lire ai piedi della statua di Sant'Anna, dove sono conservate ancora oggi. 

Sarà, ma veri o leggendari che siano, sono questi racconti a tener ancora in piedi le pietre di questo piccolo, grazioso e antico tempio che fa capolino sulla tangenziale di Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita



Scritto da

Lascia un commento


Powered by Netboom
BARIREPORT s.a.s., Partita IVA 07355350724
Copyright BARIREPORT s.a.s. All rights reserved - Tutte le fotografie recanti il logo di Barinedita sono state commissionate da BARIREPORT s.a.s. che ne detiene i Diritti d'Autore e sono state prodotte nell'anno 2012 e seguenti (tranne che non vi sia uno specifico anno di scatto riportato)