di Comunicato stampa della Consulta per l'Ambiente

Bari, riqualificazione di Piazza Umberto: il parere della Consulta per l'Ambiente
BARI - La città di Bari avrà una notevole trasformazione nei prossimi anni in seguito ai “grandi lavori”  che l’Amministrazione Comunale intende realizzare attraverso i PNRR, tra i quali la forestazione a Loseto, il Nodo verde, il porto turistico a San Cataldo, il Parco del Castello, la riqualificazione di Piazza Umberto I

A proposito di quest’ultima, la Consulta per l’Ambiente, organo del Comune di Bari, che si occupa di territorio, di sviluppo urbano,  verde pubblico e inquinamento ambientale ed esprime pareri consultivi  su progetti, iniziative e problematiche di carattere ambientale,  ha  inviato all’Amministrazione Comunale,in data 12 aprile 2022 alcune osservazioni sul progetto preliminare di “riqualificazione del giardino storico di Piazza Umberto” che è stato approvato due giorni dopo dalla Giunta senza tener conto dei suggerimenti indicati dalle Associazioni ambientaliste.

Per quanto riguarda il progetto di restauro di Piazza Umberto  è stata svolta una lodevole iniziativa di partecipazione con incontri coordinati dal Politecnico di Bari ai quali  hanno aderito i cittadini, la Consulta per l’Ambiente e altre Associazioni condividendo un documento finale  per i lavori di  restauro del giardino storico e del suo impianto arboreo. La Consulta, ariguardo di tale progetto ha ribadito che, nel caso di giardini storici qual è Piazza Umberto, è necessario riprendere i principi enunciati  nel “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” (comma 1 e 2 del Dlgs 42/2004 e art.10 lettera f. “le ville, i parchi e i giardini che abbiano interesse artistico e storico”). La Consulta,  pur essendo favorevole ai lavori di restauro del giardino,sottolinea l’importanza della tutela degli aspetti  compositivi della piazza e auspica che siano osservate  alcune  indicazioni.

Si consiglia di conservare e ripristinare il patrimonio floristicoandato perduto (19% del patrimonio verde pari a n.115 elementi) evitando l’inserimento di essenze diverse dalle originarie anche in caso di sostituzione di quelle malate e/o mancanti. 

L’autenticità di un giardino storico concerne sia il disegno delle sue parti che la scelta degli elementi vegetali e, pertanto è necessario conservare forme ed essenze delle siepi reintegrando quelle mancanti con utilizzo di specie originali (Ligustrum vulgaree/o Pittosporum tobira) e/o ove necessario sostituire le essenze rispondenti alle specifiche esigenze manutentive. Dalla catalogazione e censimento effettuati nel febbraio 2021 ad opera dell’Associazione “ In difesa del Verde e dei Giardini Storici” e del FAI risultavano presenti n.178 elementi di Ligustrum vulgare, n. 2470 di Pittosporum tobira e i cordoli sul perimetro di tutte le aiuole come si evince dalle foto storiche.

Si evidenzia  la necessità di rispettare gli elementi costruiti e decorativi  senza apportare variazioni alle forme planimetriche originali delle aiuole come si riscontra nel progetto preliminare in cui sono state modificate e ridotte tre aiuole: una adiacente alla “palazzina servizi” probabilmente per far posto alla scala a chiocciola del playbar, un’altra retrostante l’edicola dei libri remainder (per effetto dell’arretramento dell’edicola) ed una terza tra la statua e il filare di lecci.

La pavimentazione deve essere permeabile, con coefficiente di deflusso dello 05 e di colore chiaro senza creare  disegni o motivi grafici che non appartengono alla storicità della piazza. 

Si rende necessario inoltre, procedere al rifacimento dell’impiantistica (illuminazione e irrigazione) dotando la piazza di sotto servizi che consentano la canalizzazione degli impianti dalla tipologia ecosostenibile e in modo particolare riprogettare un nuovo sistema di convoglio delle acque meteoriche per l’irrigazione. 
I corpi illuminanti e gli elementi di arredo devono essere ovviamente adeguati alla storicità del luogo così come il restauro della “goccia del latte” deve mirare alla conservazione dei caratteri architettonici esistenti. 

La palazzina servizi  potrebbe divenire un esemplare caso di tetto verde per microclima, architettonicamente integrata nel contesto con un minimalismo che rispetti la storicità del luogo eliminando, come si evince dal progetto, sia la struttura esterna in cemento  per racchiudere la scala a chiocciola che l’ascensore.
La caratteristica sobrietà del giardino storico non deve essere alterata da elementi di disturbo quali lo scivolo per il gioco dei bambini che scende dalla copertura e si snoda intorno alla palazzina-servizi. 

Poiché il giardino di Piazza Umberto è un bene prezioso, un’importante tappa culturale e irripetibile per la città, si ravvede la necessità di proteggerlo  con un impianto intensificato di videosorveglianza e con una presenza continua di forze dell’Ordine per la sicurezza dei cittadini e dei turisti che transitano all’interno del giardino, meta spesso di spacciatori e vandali.

Si auspica che il giardino non sia più utilizzato per fiere e mercatini di vario genere che contrastano con il concetto di tutela e salvaguardia e in particolare si chiede che non vengano più installate piste di pattinaggio su ghiaccio e ruote panoramiche in prossimità dello storico Ateneo.

La valorizzazione del giardino deve essere prevalentemente di tipo culturale attraverso un percorso tematico a carattere didattico con l’installazione di appositi cartelli tassonomici (descrizione e classificazione dei singoli organismi vegetali).
L'aura di preziosità che promana da un giardino storico, viene meno se in fase di restauro si dà luogo, con un utilizzo diverso, a modifiche delle sue strutture sia vegetali che architettoniche.

Il giardino storico diviene  monumento, vive nelle forme e negli elementi con cui è stato creato e si è sedimentato  nella sua evoluzione naturale,  sostenuta dalla cura amorevole dell’uomo.
 



Powered by Netboom
BARIREPORT s.a.s., Partita IVA 07355350724
Copyright BARIREPORT s.a.s. All rights reserved - Tutte le fotografie recanti il logo di Barinedita sono state commissionate da BARIREPORT s.a.s. che ne detiene i Diritti d'Autore e sono state prodotte nell'anno 2012 e seguenti (tranne che non vi sia uno specifico anno di scatto riportato)