Erbe E Lucidità Mentale: Come Le Prime Possono Migliorare La Seconda
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martedì 2 luglio 2024
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di Redazione
Una soluzione, o almeno una serie di idee che possono fungere da presunte tali, si possono riscontrare in qualcosa che però è profondamente radicato nella nostra tradizione di specie: il consumo di prodotti di natura erbacea! Questo perché, nonostante gli enormi passi in avanti fatti dall’industria farmaceutica nel corso dei secoli e dei millenni, il mondo della medicina ancora non è riuscito a “matchare” in maniera perfetta gli effetti di alcune piante ed erbe.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quali sono però le erbe che possono effettivamente offrire qualcosa per palliare la lucidità mentale? In realtà c’è una basta gamma di possibili soluzioni a disposizione di chi strumenti validi come i MagicVaporizers: è tutta una questione di scoperta!
Qual È L’obbiettivo Che Si Vuole Raggiungere?
Col termine lucidità mentale si indica la capacità di un essere umano di avere un impianto pensante in grado di offrire concentrazione in maniera costante, con un elevato livello di chiarezza. Lucidità mentale è la capacità dell’essere umano di processare le informazioni in maniera veloce ed efficente, offrendo nel contempo un elevato grado di concentrazione su singoli obbiettivi fino a che questi vengano portati a termine.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)A combattere la lucidità mentale ci sono lo stress, l’assenza di sonno ma anche una dieta mal bilanciata, con i nutrienti sbagliati ed i pasti calcolati male; le funzioni mentali dell’essere umano, infatti, sono direttamente collegate al livello di salute del resto del nostro corpo!
Alla Ricerca Del Vegetale Giusto
Storicamente sono molte le culture che hanno utilizzato le erbe come stimolanti cognitivi. Sebbene a oggi la scienza ancora non abbia offerto il giusto livello di supporto a questo genere di soluzione, è innegabile che la storia sia dalla parte degli esseri umani visto che pian piano, tanto più i fondi finiscono nelle giuste ricerche, tanto più arrivano le conferme.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tra i vegetali più importanti da questo punto di vista troviamo ad esempio il CBD, il ginkgo biloba, il ginseng, la rhodiola rosea o il bacopa monnieri; anche il fungo testa di scimmia rientra spesso all’interno di questo contesto, sebbene non sia considerabile veramente un vegetale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il ginkgo biloba, ad esempio, è arcinoto per migliorare la qualità della circolazione sanguigna cerebrale, migliorando la memoria e la rapidità di pensiero secondo le ricerche; il ginseng, invece, è ben noto per le sue proprietà antiossidanti che hanno la capacità di ridurre l’infiammazione in corso andando a migliorare le funzioni cerebrali, con particolare focus su concentrazione e memoria.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il CBD è il composto più “recente” tra quelli citati ma è anche quello i cui effetti positivi sono più palesi: parliamo di una pianta che ha potenti effetti anti infiammatori e che attraverso la sua interazione con il sistema endocannabinoide del corpo umano riesce a mediare alcune risposte ormonali normalmente molto fastidiose e/o pericolose. Gli effetti anti infiammatori, chiaramente, hanno la capacità di anche di andare a mediare quelli che sono gli stati alterati del cervello e che sono collegati alla “nebbia mentale”, una condizione diventata tristemente comune dopo la pandemia del 2020.
C’è Della Storia Radicata Nel Benessere
Discorso simile, almeno in termini storici, si può fare per la Bacopa Monnieri, una pianta arcinota per il suo utilizzo nella medicina Ayurvedica che però sta suggerendo alla scienza la sua capacità di migliorare la memoria a breve e a lungo termine, risultando quindi una scelta molto popolare tra chi al giorno d’oggi deve fare “lavori di conto” tra studio e ufficio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Dulcis in fundo c’è il fungo testa di scimmia, che tra tutti i vegetali e/o simil tali di cui abbiamo parlato oggi ha uno degli effetti più sorprendenti. Una dieta che integra i principi attivi contenuto nel fungo, infatti, permette a un aumento costante e interessante dei fattori che portano alla produzione dei fattori di crescita nervosa, andando quindi a migliorare la salute del cervello e potenziandone contemporaneamente le funzionalità.
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