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BTP a 15 anni: qual è il migliore per un investimento?
Coloro che hanno in mente di effettuare un investimento nei titoli di Stato italiani a lungo termine hanno la possibilità di scegliere tra due BTP a 15 anni con cedola fissa. Come orientarsi e stabilire qual è il più indicato per le proprie esigenze? Da qualche meso a questa parte la ripresa dell’inflazione, su ritmi che non si vedevano dagli anni ’80, ha causato una vera e propria rivoluzione nel mercato obbligazionario. In effetti fino al 2021 gli investitori sapevano che, anche in una prospettiva di lungo termine, i tassi sarebbero stati vicini allo zero. Ebbene, ora la situazione è decisamente cambiata.

Le novità del Tesoro


Per trovarne conferma è sufficiente pensare al fatto che il Tesoro pochi giorni fa ha emesso BOT a 12 mesi a un tasso del 2.53%. Nel caso in cui un risparmiatore avesse a disposizione della liquidità di cui potesse fare a meno per un lungo periodo di tempo, opterebbe per titoli molto più longevi e di conseguenza molto più remunerativi. Ebbene, una delle opzioni da prendere in considerazione sarebbe quella del BTP 15 anni, tenendo presente che ci sono diversi titoli a disposizione per tale scadenza, sia con cedola fissa che con cedole crescenti, come il BTP Futura 2037.

Quali bond prendere in considerazione


Poniamo la nostra attenzione sul BTP 1 febbraio 2037 con cedola del 4% e sul BTP 1 marzo 2037 con cedola dello 0.95%. Come si può verificare, si tratta di due proposte che sono caratterizzate da tassi di interesse decisamente diversi, e ciò dipende dal fatto che sono stati emessi in date differenti. Infatti, il BTP 1 febbraio 2037 è stato emesso nel 2005, in un contesto in cui le condizioni di mercato erano differenti rispetto a quelle più favorevoli che c’erano quando è stato emesso il secondo BTP, che ha esordito all’inizio dello scorso anno. In tutti e due i casi, comunque, i rendimenti lordi si aggirano attorno al 4.75%. Leggi di più sui BTp 2037 con cedola 4% sul sito blowingpost.it.

Le cedole


Di conseguenza, le quotazioni sono molto diverse: per il primo BTP a 15 anni 93.60 centesimi, mentre per il secondo 62 centesimi. Ecco spiegato il motivo per il quale le cedole nette effettive, vale a dire rapportate ai prezzi, raggiungono il 3.75% e l’1.35%. In sostanza, il BTP febbraio 2037 risulta consigliato per un portafoglio di un investitore che abbia intenzione di beneficiare di un flusso di reddito soddisfacente sul lungo termine. Con un target al 2% di inflazione stabilito dalla Banca Centrale Europea, il primo bond sarebbe apprezzabile nella prospettiva di tenere fino alla scadenza il potere di acquisto del capitale.

Pareggiare l’inflazione



Lo stesso discorso non è valido, invece, se si parla del secondo BTP a 15 anni. In questo caso, infatti, una cedola netta effettiva pari a 1.35% non sarebbe sufficiente per pensare non solo di superare, ma almeno di pareggiare l’inflazione. È chiaro che il bond marzo 2037 può essere comprato sul mercato secondario per molto meno. Inoltre, in virtù della sua cedola ridotta appare più sensibile rispetto alla variazione dei rendimenti. Ciò comporta una potenzialità rialzista più elevata nel momento in cui i rendimenti si abbasseranno, vale a dire – con tutta probabilità – quando gli investitori si ritroveranno a fare i conti con la conclusione della stretta monetaria della Banca Centrale Europea, nella speranza che arrivi in simultanea anche un calo drastico dell’inflazione.

Quale soluzione privilegiare


In sostanza tutti e due i BTP a 15 anni mettono a disposizione rendimenti che sono interessanti in termini reali, e per altro abbastanza simili tra di loro, considerando il fatto che per il nostro Paese in una prospettiva di lungo periodo ci si attende una bassa inflazione. Appurato ciò, il primo dei due BTP di cui abbiamo parlato è ideale per assicurare una protezione immediata dall’inflazione, in virtù delle alte cedole che vengono staccate con regolarità. Per quel che riguarda il secondo bond, d’altro canto, si lascia preferire quando si deve scommettere su un incremento delle quotazioni, vale a dire sul calo dei rendimenti. Per gli esperti, il BTP marzo 2037 è ritenuto migliore in qualità di investimento speculativo.


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