Calcio e passione, in campo a ogni costo
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sabato 23 ottobre 2021
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di Barinedita
In molti, per esempio, ricorderanno la storia di Petr Čech, portiere ceco protagonista nel Chelsea fra il 2005 e il 2015. Buona parte della sua carriera ai massimi livelli, terminata con l’Arsenal nel 2019, è stata passata dal calciatore indossando, tra i pali, un caschetto di gommapiuma. Nel 2006 infatti, durante il match Chelsea – Reading, fu protagonista di uno scontro involontario con un calciatore avversario, in occasione del quale ricevette una ginocchiata al lato della testa che gli causò una frattura al cranio. Sottoposto a intervento urgente e rimasto fuori dal campo per tre mesi, il seguito della sua carriera è stato caratterizzato dalla costante presenza del caschetto protettivo, divenuto indispensabile per permettergli di concludere in sicurezza una carriera costellata di successi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Altra caratteristica estremamente diffusa sono i problemi visivi, e anche nel calcio sono presenti numerosi esempi. Mario Balotelli, attaccante italiano noto soprattutto per i suoi exploit fuori dal campo, ha convissuto per largo tempo della sua carriera con una costante miopia, risolta nel 2012 quando, in forza al Manchester City, si sottopose a intervento correttivo. Fino ad allora, infatti, aveva giocato utilizzando regolarmente lenti a contatto, una soluzione apprezzata da molti sportivi e che gli aveva permesso di scendere puntualmente in campodistinguendosi, nella prima parte della sua carriera, come promessa del calcio italiano: una promessa che proprio durante gli Europei di quell’anno sembrava definitivamente sbocciata, salvo poi perdersi tra gli eccessi del carattere. Chi invece ha vissuto una carriera costantemente ai massimi livelli è Edgar Davids, centrocampista olandese passato anche per Milan, Juventus e Inter e protagonista del calcio anni ’90 e 2000. Dal 1999 infatti Davids è costantemente sceso in campo con un paio di occhiali, resi necessari dai postumi di un intervento per rimuovere un glaucoma. Nonostante questi ultimi, comunque, la carriera dell’olandese è proseguita fino al 2013, a testimonianza di come la vista non abbia minimamente influenzato la sua voglia di calcio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nella fase iniziale degli Europei di quest’estate un’altra vicenda ha catalizzato le attenzioni sul torneo: l’infortunio di Christian Eriksen, centrocampista danese in forza all’Inter, colpito da arresto cardiaco durante la partita contro la Finlandia dello scorso 12 giugno. Salvato dalla prontezza dei soccorsi in campo, è stato sottoposto a un intervento con il quale gli è stato impiantato un bypass, del quale ancora si sta valutando la possibilità della amovibilità o meno: in caso dovesse rivelarsi permanente, infatti, le normative vigenti in Serie A non gli permetterebbero di tornare in campo. Una storia simile ma meno conosciuta è quella con protagonista Daniel Engelbrecht, ex centrocampista tedesco: nel 2013, in un match di terza serie tedesca, l’allora 24enne fu colpito da un problema cardiaco. Rianimato e sottoposto adalcune operazioni, in una di queste gli è stato applicato un defibrillatore sottocutaneo per permettergli di continuare a giocare. Tornato in campo nel corso dell’anno successivo, la sua rete contro il Wehen Wiesbaden è diventata la prima rete realizzata da un giocatore professionista con defibrillatore, oltre ad aver rappresentato un simbolico riscatto e il superamento dei propri limiti.
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