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Gli interventi chirurgici per contrastare l'incontinenza
Nel nostro Paese ci sono più di 5 milioni di persone che hanno problemi di incontinenza urinaria; in proporzione, si tratta di un disturbo che interessa più le donne che gli uomini, dato che le stime parlano di almeno 3 milioni e 700mila esponenti del gentil sesso colpite. Ma come si può rimediare? Il trattamento conservativo rappresenta il primo step nei casi moderati o lievi: vuol dire ricorrere ai farmaci e a una fisioterapia finalizzata alla riabilitazione. Tuttavia può accadere che i sintomi siano più gravi, con perdite che incidono in misura consistente sulla qualità della vita o che richiedono di sostituire gli assorbenti più volte nel corso della stessa giornata. In questo caso occorre fare affidamento sulla chirurgia: segui questo link per scoprire come guarire dall'incontinenza urinaria con un intervento chirurgico.

La banderella di rete sintetica

Collocare una banderella di rete sintetica al di sotto dell’uretra permette di ripristinare i meccanismi di continenza naturali. Si tratta di una specie di fettuccia che va a rinforzare i tessuti incorporandosi al loro interno: essa è fissata come un’amaca, e arresta le perdite tendendosi, in modo da restringere il canale uretrale. Questa soluzione è indicata per coloro che hanno problemi di incontinenza da sforzo, che nella maggior parte dei casi è provocata da un rilassamento della muscolatura del perineo, tra i genitali e l’ano, e della muscolatura pelvica, cioè quella della parte bassa del bacino. L’incontinenza da sforzo riguarda in modo particolare le donne per questioni anatomiche, visto che negli uomini la vescica viene sostenuta anche dalla prostata. Invece, con l’incontinenza da sforzo la vescica si abbassa (come pure l’uretra), e non è in grado di trattenere del tutto l’urina quando aumenta la pressione all’interno dell’addome in seguito a uno sforzo, anche banale come un colpo di tosse.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Le tecniche di inserimento

Il ricorso alla fettuccia garantisce risultati positivi in circa 9 casi su 10. Una tecnica poco invasiva è la TOT, cioè la Trans Obturator Tape: la fettuccia viene inserita grazie a 3 incisioni di piccole dimensioni, a debita distanza dai vasi sanguigni, dall’intestino e dalla vescica. Grazie alla TOT si limita il rischio di lesioni e, di conseguenza, si possono prevenire eventuali complicanze. Un paio di giorni di ricovero sono sufficienti, ma non di rado si ricorre addirittura al day hospital. Dopo l’intervento, che in genere viene effettuato in anestesia locale e non dura più di tre quarti d’ora, i punti si riassorbono in modo spontaneo. Dopo le dimissioni è necessario evitare sforzi fisici, ma si può comunque tornare alla vita di tutti i giorni. È consigliabile attendere quattro settimane per l’attività sessuale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


La tecnica SIS

Un’altra tecnica che viene utilizzata per l’inserimento della banderella è la SIS, acronimo che sta per Sling Single Incision. Grazie a questo procedimento si riduce il rischio di sentire dei dolori inguinali a causa della fettuccia: infatti la banderella che viene introdotta è di dimensioni inferiori, e l’incisione effettuata è una sola, lungo la parete vaginale. Questa tecnica è prevista unicamente nei centri specializzati per la chirurgia pelvica, dal momento che necessita di una maggiore abilità. Vi si fa riferimento soprattutto in presenza di un livello di incontinenza lieve, per donne non obese e di giovane età.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I filler

Quando l’incontinenza è di grado più serio, e quindi si verificano perdite perfino senza sforzi, si punta sui filler: materiali riempitivi che vengono iniettati con lo scopo di restringere il condotto uretrale. Se viene utilizzato il collagene, che è un materiale riassorbibile, le iniezioni devono essere ripetute almeno una volta ogni due anni; il che non è necessario, invece, qualora si adoperi il silicone. Infine, per l’incontinenza da urgenza si utilizza il botulino: in tal caso il trattamento è a carico del Servizio Sanitario Nazionale. La tossina botulinica blocca un neurotrasmettitore da cui dipende la contrazione muscolare, in quanto l’incontinenza da urgenza dipende dal controllo dell’attività muscolare della vescica a livello nervoso, che non è più efficiente come un tempo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

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