di Gaia Agnelli

Vanno al bar e al ristorante e non più a ballare: ecco perché i giovani si stanno "adultizzando"
BARI – Prima si usciva esclusivamente nel weekend, si andava soprattutto in pub e discoteche, si mangiava sempre e solo a casa, si avevano pochi soldi in tasca e i genitori erano considerati come “un mondo a parte” da tenere distante dalla propria vita. Oggi al contrario ogni occasione è buona per incontrarsi, si va al bar per l’aperitivo e al ristorante per gustare pesce, il denaro non manca mai e papà e mamma sono diventati grandi compagni con cui si condividono storie su Instagram e Facebook.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Di che stiamo parlando? Dell’enorme trasformazione avvenuta nel mondo giovanile, che negli ultimi anni ha completamente stravolto le proprie abitudini, il modo di divertirsi e il tipo di luoghi frequentati. Complice il radicale avvicinamento avvenuto tra generazioni un tempo molto lontane tra loro: quelle dei figli e dei genitori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«È l’effetto del “giovanilismo” – ci spiega il sociologo Francesco Giacomantonio  –. Gli adulti stanno infatti cercando di prolungare il più possibile la propria giovinezza e sono così andati incontro al mondo dei figli, dal quale erano prima divisi dalla insormontabile barriera dell’età. Si sono quindi adattati a smartphone, social network, modi di vestire più casual e programmi tv lifestyle. Per contro i ragazzi hanno cominciato a entrare in posti una volta riservati ai grandi, grazie anche ai maggiori soldi in loro possesso e alla tanta libertà messa loro a disposizione dai propri “vecchi”. Per farla breve: figli e genitori sono di colpo diventati “amici”».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E così mentre in passato quasi ci si vergognava nel farsi vedere in compagnia di mamma e papà, adesso al contrario si condividono con loro serate, viaggi ed esperienze. E si frequentano gli stessi luoghi. Oggi è facile vedere seduti a un medesimo bar o ristorante sia gruppi di ventenni che di quarantenni, entrambi alla ricerca di belle “location” e di buon cibo.

Un qualcosa che non faceva certo parte del mondo giovanile, caratterizzato tra l’altro dalla perenne assenza di soldi da spendere.  

«Negli anni 90 si cenava sempre a casa e poi si usciva – sottolinea il 40enne Marco –. Non avevamo importanti disponibilità economiche: la paghetta era misera e poi non c’era tutta questa attenzione per il mangiare che si osserva ora, influenzata da programmi culinari di successo quali Masterchef o Quattro Ristoranti. Per noi l’importante era riempirsi la pancia per andare poi a divertirci fuori con gli amici, in locali spesso spartani e solo ed esclusivamente di sabato e domenica».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Sentiamo invece che cosa ci dice la 19enne Chiara. «Faccio parte di una comitiva che tiene molto al buon cibo – afferma la ragazza –, perciò prenotiamo sempre in eleganti sushi e buone bracerie. Insomma, non usciamo mai dai locale senza aver pagato meno di venti-trenta euro a testa, ai quali va aggiunta una banconota da dieci per il drink di fine serata».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«È vero, cerchiamo sempre di atteggiarci a “grandi”  - conferma la 23enne Emanuela –: preferiamo ad esempio quei locali dove è possibile bere un ottimo calice di vino bianco, così come fanno gli influencer su Instagram, vedi la 35enne Chiara Ferragni, da noi considerata come una coetanea. A ballare e a far casino ci siamo andati quando eravamo adolescenti. Basta. La discoteca è “cringe”, è fuori luogo. E se vogliamo conoscere qualcuno ci basta andare sui social network, dove basta uno scambio di like per cominciare a flirtare: altro che feste».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Del resto ora si bruciano le tappe molto velocemente. A 15 anni si fa ciò che prima ci si poteva permettere solo dai 20 anni in su (alcol, festoni, rientri all’alba) e così una volta diventati maggiorenni ci si sente già adulti, avvicinandosi così, sempre più, all’ambito mondo dei grandi. Questo avviene perché ai ragazzini viene ormai regalata una libertà un tempo impensabile. Ci sono sempre meno regole e rigidità e frasi come «stasera hai la ritirata», «se vai male a scuola non esci» o «questa casa non è un albergo», sono divenute démodé, “vecchio stile”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«In passato i genitori erano a conoscenza di tutti i nostri spostamenti e parlavano tra loro se notavano che qualcosa non tornava – dichiara la 40enne Marilù –. Se si sgarrava l’orario del rientro a casa, solitamente previsto per mezzanotte, subito ci veniva a prendere il padre di qualcuna di noi per riportarci a letto, accertandosi anche che non avessimo bevuto. Oggi invece i ragazzi sono del tutto liberi e si permettono perfino di fumare tranquillamente davanti al padre o alla madre: un qualcosa che per noi rappresentava un tabù».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«È un dato di fatto – conclude Giacomantonio –: con il passare del tempo l’autorità della famiglia si è affievolita, sullo sfondo di una società sempre più individualizzata e che fa fatica a trovare punti di riferimento e ideali. Prima si era molto più duri e severi, mentre ora si tende a perdonare e a permettere un po' tutto ai propri “giovani amici”».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Foto di Luca Vecchiato 


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  • Mariella - Poveri giovani, mi fanno pena. Sì perdono il meglio


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