di Gabriella Mola - foto Valentina Rosati

Colorate, artigianali e "barocche": sono le luminarie. A Bari la Paulicelli le crea da 100 anni
BARI – Percorrendo la statale 16 in direzione Brindisi, circa un chilometro prima dell'uscita per Triggiano, non si può fare a meno di notare sulla complanare un’area illuminata da enormi e colorati addobbi natalizi. Si tratta di creazioni allestite nella zona espositiva della centenaria Paulicelli, azienda produttrice di luminarie del capoluogo pugliese.

Parliamo di quei “disegni di luce” che impreziosiscono strade e piazze in occasione di celebrazioni religiose, eventi e manifestazioni. Tra queste la festa di San Nicola, che a maggio si “accende” proprio grazie alle installazioni della Paulicelli.

L’impresa fa parte tra l’altro dell'Associazione Luminaristi Pugliesi, un sodalizio di venti tra i professionisti più strutturati della Puglia, unitisi con l'intento di aprire un dialogo con le istituzioni. Una mossa necessaria visto che, non disponendo di un codice Ateco, questi artigiani rischiano di non accedere ai contributi economici previsti dall’emergenza sanitaria Covid.

Dell’associazione fanno parte aziende antichissime, come un'altra ditta “barese”: la Luminarie Faniuolo di Putignano, creata nel lontano 1876. La Paulicelli da parte sua può comunque vantare ben 100 anni di attività: è stata infatti fondata nel 1920. Siamo quindi andati a visitare l'impresa, giunta ormai alla terza generazione. (Vedi foto galleria)

La raggiungiamo a Capurso percorrendo la statale 100 in direzione Taranto e prendendo l'uscita “SC Marrone”, area in cui si trovano numerosi capannoni industriali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In questa zona è anche presente la seconda azienda di luminarie di Bari: la Paulicelli Gianfranco, fondata dall'omonimo proprietario che, nel 2013, ha deciso di staccarsi dalla storica società di famiglia, oggi portata avanti dal solo Domenico Paulicelli.


«Tutto nacque dall’intuizione di mio nonno Francesco, che cominciò a ideare allestimenti usando dei lumini ad olio – racconta orgoglioso Domenico –. Le sue prime grandi opere furono le installazioni per la Fiera del Levante e per San Nicola: una festa quest’ultima a cui abbiamo sempre partecipato come protagonisti».

Come accade per molti mestieri tramandati di generazione in generazione, anche Domenico ha appreso il suo quasi senza accorgersene. «Ogni giorno, dopo la scuola, correvo a dare una mano ai miei genitori – ricorda –. Sono praticamente cresciuto tra le assi di legno e le matasse di luci. Nel 2015 ho purtroppo perso mio padre Giuseppe raccogliendo il suo testimone: con lui e i suoi fratelli si era tra l’altro avviata “l’espansione internazionale” dell’azienda».

Già, perché sono numerosissimi i progetti ultimati dalla Paulicelli in tutto il mondo. «Ci contattano ovunque per noleggiare le creazioni, anche da Parigi e dal Giappone, perché il nostro è un manufatto unico – riferisce il 33enne –. Le luminarie sono un prodotto artigianale, realizzato completamente su misura con intelaiatura di legno sulla base di disegni tradizionali. In altri Paesi si limitano a produrre addobbi fatti di semplici stringhe luminose».


Luminarie che vengono create principalmente per le ricorrenze religiose, anche se con il tempo il loro utilizzo si è esteso ad altri tipi di manifestazioni. «Questo mestiere continua a essere legato a doppio filo alla Chiesa e ai suoi riti – ci spiega il titolare –, ma oggi veniamo chiamati pure per addobbare feste private, sfilate e centri commerciali. A tal proposito stiamo predisponendo le illuminazioni per il nuovo punto Eataly che aprirà a gennaio a Londra».

È arrivato ora il momento di visitare l'interno dello stabilimento per scoprire il ciclo produttivo delle prestigiose decorazioni.

Proprio in questi giorni si stanno preparando gli ornamenti per la stagione natalizia di Bari, come scritte in acciaio lucido ricoperte interamente da fili di “led” in colore giallo caldo. Quest’ultimo negli anni ha sostituito la lampada ad incandescenza, di gran lunga più dispendiosa e inquinante.

Tutto viene realizzato interamente a mano: si parte dal disegno, che poi viene riprodotto in 3d con l’aiuto del computer. A quel punto i bancali di legno vengono piallati e sistemati e i pannelli multistrato ricavati sono tagliati con una macchina particolare a controllo numerico, il pantografo, precisa al millimetro.

La fase successiva è la carteggiatura (cioè la levigatura con carta vetrata). Seguono due verniciature: una con l’impregnante che protegge il legno e una seconda col colore bianco in modo da riflettere meglio. Una volta ultimato questo “ciclo” c’è l’asciugatura, possibilmente al sole. È a quel punto che sono montati i portalampade e inserite le matasse di luci desiderate.

«Ciò che differenzia ciascuna attività dalle altre sono i disegni: ogni ditta esprime una propria identità attraverso il suo – rivela Domenico –. Noi per esempio adoperiamo lo stile barocco, più “virtuosistico” e vicino alla tradizione. Utilizziamo quindi il motivo ornamentale detto a “cartoccio”, oltre a rosoni, rombi svasati e baffetti. Sono tutti termini che indicano determinate forme nel gergo di noi luminaristi».

Quando il prodotto è finito, viene accatastato con altri similari e si procede al montaggio, rigorosamente fatto con la scala e il cestello come da tradizione, per altezze che vanno dagli 8 ai 36 metri.

Lasciamo ora Capurso per recarci nella sede espositiva della Paulicelli, situata come detto sulla statale 16.

Qui veniamo accolti, visto il periodo, da splendide luminarie natalizie. Notiamo subito all’esterno sei abeti dalla struttura metallica interamente ricoperta da fili scintillanti. E, superato il cancello, eccoci davanti a un albero di Natale di 12 metri coronato da una grande stella, realizzato con telaio in alluminio e “avvolto” da 400 metri di led. A fargli compagnia ci sono un gigantesco pacco regalo con fiocco rosso, una sagoma di Babbo Natale, un elefantino, e un pupazzo di neve che sbuca da una scarpa.

«Iniziamo a produrre i soggetti verso la fine dell'estate – ci informa il 48enne Sabino, fratello di Domenico e responsabile della sede –. Quest'anno a causa del Covid le prenotazioni tardano, ma noi abbiamo deciso di non fermarci: stiamo infatti ideando una slitta da esporre assieme alle altre decorazioni festive. La speranza è di tornare presto ad ammirarle in una piazza affollata, come è sempre stato da cento anni a questa parte».

(Vedi galleria fotografica)


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