Da quella "light" alla terapeutica: viaggio nel business della cannabis legale
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martedì 22 gennaio 2019
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di Antonio Bizzarro
Il nostro viaggio parte da un "grow shop" del capoluogo pugliese, situato nel quartiere Umbertino. È uno di quei negozi che da qualche anno, sfruttando il graduale ammorbidimento della normativa in materia, vendono semi e infiorescenze di quella canapa cosiddetta “light”. È chiamata così perché rispetta un parametro chiave: la percentuale di Thc contenuto nel vegetale, cioè il principio attivo con effetti stupefacenti, non oltrepassa lo 0,6 percento.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Tutta la mia merce rispetta questo limite - spiega il 36enne Glauco Orsi, titolare dell'attività -. D'altronde la legge ne autorizza l'uso per la coltivazione florovivaistica, la produzione di piante ornamentali, la ricerca scientifica, la depurazione dei terreni e la produzione di oli, cosmetici e carburanti. E allo stesso tempo impone di specificare sulle confezioni che non è destinata alla combustione e al consumo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un'avvertenza che naturalmente non dissuade alcuni clienti dall'acquistare infiorescenze per fumarsi uno spinello, seppur dal basso potere psicotropo. A spingerli è più che altro la curiosità per il nuovo prodotto legale, che comunque tra i 10 e i 15 euro al grammo: un prezzo simile a quello che troverebbero sul mercato nero con sostanze "da sballo" ben più “efficaci”. «Alcuni miei colleghi hanno capito che possono guadagnarci sopra - prosegue il rivenditore - e hanno quindi scelto di aprirsi un "head shop", esercizio dove sono esposti anche prodotti per fumatori come le pipe».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma da dove arriva tutta questa "erba" a norma di legge? «Abbiamo una decina di fornitori - sottolinea Glauco - ma in tutta la regione ce ne sono centinaia. Molti sono agricoltori che hanno fiutato l'affare e si sono risollevati dopo aver fallito con colture più "tradizionali". E alcuni sono arrivati persino a espiantare vigneti: è quanto accaduto su un appezzamento racchiuso in una villa di Canosa, prima sfruttato per l'imbottigliamento di un ottimo Chardonnay».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Salutiamo così Glauco e andiamo alla ricerca di un produttore. Lo troviamo nell'agro di Terlizzi, 30 chilometri a ovest di Bari: è il 42enne Francesco Misceo, che ci accoglie nell’ampia serra della sua azienda “Cannamore Farm”. (Vedi foto galleria)
La copertura trasparente dell'ambiente lascia filtrare ampiamente la luce del sole, che va a illuminare le tubature dell'irrigazione. Notiamo anche alcuni operai, di cui uno su un trattore, intenti ad arare una porzione di terreno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In una fattoria adiacente poi sono disposte alcune profumate piantine, già inserite nei vasi. Qui facciamo due chiacchiere col padrone. «Usiamo semi certificati dall'Unione Europea - evidenzia l'imprenditore - e pratichiamo un'agricoltura sinergica: accanto alla canapa ci sono specie come il basilico, la salvia e fagiolini rampicanti, accorgimento che migliora la resa».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Ovviamente adottiamo le tecniche necessarie a non superare la soglia del Thc - continua Francesco -, anche perchè siamo sottoposti a controlli. Lo scorso agosto alcuni carabinieri scavalcarono le recinzioni per un'ispezione a sorpresa: li ho quasi scambiati per dei ladri».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un limite, quello del principio attivo, il cui rispetto non è sempre garantito, perlomeno stando alle parole del biologo barese Luigi Romano. «Di regola il valore andrebbe misurato da un laboratorio di analisi o dalle Università - illustra l'esperto - ma spesso sulle confezioni non è riportato l'ente che l'ha rilevato».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ben più stringenti sono invece gli accertamenti che riguardano l'"erba" utilizzata per scopi terapeutici, inserita nel trattamento di problematiche quali sclerosi multipla, Hiv, Aids e sindrome di Tourette. Si tratta di un universo a parte: in Italia può essere prodotta esclusivamente dallo stabilimento chimico farmaceutico di Firenze, anche se per soddisfare il fabbisogno il governo è costretto a importarla dai Paesi Bassi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E di fatto la domanda di medicinali a base di cannabis è elevata. «La legge prescrive che debbano essere considerati come rimedio residuale - aggiunge Luigi -. Vanno quindi somministrati solo se quelli convenzionali non funzionano e possono essere venduti solo dietro prescrizione medica. Ma conosco diversi farmacisti che si stanno prodigando per essere riforniti di cannabis, con la quale realizzano poi olii e compresse».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Insomma la marijuana, seppur “light” o terapeutica, ha trovato una sua ragione d’esistere anche in Italia, quel Paese che l’aveva da sempre bandita.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
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Scritto da
Antonio Bizzarro
Antonio Bizzarro
I commenti
- Michele - E il signor Franceco Misceo non vi ha detto che fa pure lo sftuttatore ?? Ho fatto gtan parte di quei lavori in serra e furi serra con l'altro operaio per ben 9 mesi e non abbiamo percepito un centesimo .. e non siamo o soli ad aspettre soldi da lui. Mi sono permesso di commentare perche c'è gente molto piu colta e brava di queto tuffatore e vedere un articolo su di lui mi fa venire il vomito.. e si é permesso anche di nominare i suoi operai nell'articolo. Questo fa capire la persona.