Giurisprudenza e Scienze politiche, bagni sporchi e impraticabili: di chi è la colpa
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venerdì 23 novembre 2012
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di Alessandra Anaclerio
I motivi? Scarsa pulizia, incivilta' da parte di alcuni studenti e il fatto che l'istituto e' aperto a tutti: chiunque puo' entrare e accedere ai bagni. Spesso si tratta di persone, come vagabondi o extracomunitari, che avendo difficolta' ad avere accesso all'uso quotidiano all'acqua corrente, approfittano delle toilette universitarie per lavarsi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Le porte non si possono chiudere, la carta igienica non esiste, la luce spesso non si accende e il sapone sembra come se non l'avessero ancora inventato», denuncia Antonio, studente di Scienze Politiche. «L'unico momento della giornata in cui i servizi si presentano in condizioni accettabili è la primissima mattinata», continua la sua collega Giorgia. «Con tutte le tasse che paghiamo non abbiamo neanche i bagni puliti», sottolinea la compagna di studi Rosa. «Dire che corriamo il rischio di prendere qualche infezione non è un'esagerazione», conclude la laureanda Francesca, che afferma: «Ci sono molti extracomunitari che vengono qui a lavarsi, passando tanto tempo chiusi in bagno».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per il preside di Giurisprudenza, Massimo Di Rienzo, la situazione è però sotto controllo. «Durante l'arco della giornata - dice il dirigente - vi è un doppio intervento nei bagni e nelle aule da parte dell'impresa di pulizia. Il primo dalle 6 alle 10.30 e il secondo verso la fine della mattinata. Diamo precedenza sempre ai posti in cui c'è maggior utenza - sottolinea - basti pensare che le stanze dei professori vengono riordinate solo una volta a settimana. Io e il collega Ennio Triggiani, preside di Scienze politiche, facoltà a cui appartengono i bagni del piano terra, siamo costantemente attenti al problema delle pulizie».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma entrando nei bagni, come dimostrano le foto da noi scattate poco dopo le 15.30, sembra che il secondo turno di pulizia citato dal preside non sia mai partito. Decine di fazzoletti per terra, strati di sporco nei lavandini, gabinetti fuori uso perchè intasati, assorbenti igienici utilizzati e non riposti nei cestini e impronte ovunque sul pavimento bagnato (da cosa?). E poi adulti, palesemente non iscritti ad alcun corso di laurea, che entrano ed escono dalle toilette, con l'aria di essere degli "habitue'" del posto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«C'è un problema extracomunitari - ammette Di Rienzo -. Ne abbiamo discusso con il rettore. I rimedi per porre fine a questo continua presenza potrebbe essere l'eliminazione dei distributori automatici, il rafforzamento del circuito di videosorveglianza e la presenza di un vigilante armato. Dico questo, perchè è capitato spesso che il portiere si sia trovato in pericolo dopo aver invitato individui provenienti dall'esterno ad accomodarsi fuori dalla facoltà».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quindi scarsa pulizia e "ospiti" non graditi sarebbero alla base della sporcizia dei bagni universitari. Noi pero' aggiungiamo che qui si parla di una struttura di sei piani frequentata da migliaia di ragazzi: i servizi messi a loro disposizione sono numericamente pochi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In più non bisogna neanche trascurare la mancanza di autodisciplina da parte di molti studenti, evidente già dall'alto numero di mozziconi di sigarette gettati per terra a poca distanza dai posacenere o dalle immancabili bottigliette sparse ovunque. E di questo gli universitari sembrano esserne consapevoli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Noi qui studiamo i diritti e i doveri del cittadino, ma a quanto pare siamo i primi a non rispondere al dovere etico di lasciar un posto come vorremmo trovarlo», dice Miriam. «Basta affacciarsi nell'atrio della facoltà dopo una laurea- afferma Donato- e guardare la statua della dea Atena. Per tutte le bottiglie che lasciano lì vicino, è facilmente confondibile con il dio Bacco».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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Scritto da
Alessandra Anaclerio
Alessandra Anaclerio