Gioco d'azzardo, lo Stato ludopatico: «Non ne possiamo fare a meno»
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mercoledì 12 marzo 2014
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di Alessandra Anaclerio
Lo Stato lo pubblicizza e invita a giocare (“con moderazione”) gli italiani, perché chiaramente ci guadagna e non ascolta le proteste di chi pone l’attenzione sulle tante persone che si ammalano di ludopatia, sui tanti padri di famiglia che buttano nel gioco il proprio stipendio, sui tanti minori che vengono attratti dal desiderio di guadagnare soldi “facili”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Molte Regioni italiane, dopo aver capito che lo Stato e gli imprenditori che investono nel gioco non ci sentono da questo orecchio, hanno deciso di far loro la guerra, approvando leggi che ad esempio introducono agevolazioni e premi per quei locali che decidono di non installare slot. Oppure, come nel caso della Puglia, hanno previsto limiti per l’apertura delle sale gioco, che dovranno rispettare una certa distanza (in Puglia 500 metri) dai “punti sensibili”, come scuole, centri giovanili, chiese, oratori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma lo Stato come reagisce a questa “offensiva” delle Regioni “no slot”? Lo abbiamo chiesto Rachele Cantelli, direttore per la Puglia dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (AAMS).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Partiamo dai numeri: quanti sono i centri in cui è possibile giocare legalmente a Bari?
Nel capoluogo pugliese ci sono tre sale bingo e 145 sale dedicate esclusivamente al gioco. A queste vanno aggiunti altri 388 punti: agenzie di scommesse e “corner”, cioè locali come bar e centri commerciali dove sono presenti delle slot machine. Le videolottery, che prevedono vincite che possono arrivare fino a 500mila euro, sono comunque presenti solo nelle sale gioco.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I provvedimenti decisi dalla Regione Puglia rappresentano una sfida nei confronti del “gioco statale”…
Sì, anche se bisogna sottolineare come il gioco non si potrà mai eliminare puntando sulla distanza dai punti sensibili. Del resto fino al momento in cui non andranno a rinnovare le proprie autorizzazioni (a cinque anni dall’emanazione della legge regionale), le sale gioco “fuori legge” non verranno toccate e quindi continueranno a svolgere la propria attività vicino a scuole e chiese. C’è da dire però che una regolamentazione del settore è giusta, anche perché non è corretto che i locali dove scorre del denaro sbuchino ovunque. Però questa norma andrebbe verificata e affiancata da un altro tipo di provvedimenti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ad esempio?
Bisognerebbe metter su una campagna di sensibilizzazione culturale, proponendo ai cittadini un’alternativa al gioco d’azzardo, informandoli che i soldi possono essere spesi meglio. Ma soprattutto bisognerebbe curare la “comunicazione” del gioco, lanciando un messaggio che porti a una sorta di educazione, ponendo al primo posto la regola di investire in esso solo una piccola parte del proprio denaro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Al momento però l'unico spot che passa sui media è quello che sprona i giocatori a “provare la fortuna”…
Sì, ma la pubblicità in tv passa solo in determinate fasce orarie, quelle più “serali”, in un certo senso proprio per porre un limite di visibilità alla stessa e per tenerla lontano dagli occhi dei minori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma a parte la pubblicità, è giusto che lo Stato guadagni su quello che può essere tranquillamente definito un “vizio”?
Il problema è che anche se non ci fosse lo Stato di mezzo, il gioco continuerebbe ad esistere. Bisogna comunque evidenziare che il prelievo fiscale sul gioco ha un notevole peso, di cui lo Stato non può fare a meno. Magari si potrebbe investire nel sociale una parte di ciò che lo Stato guadagna dal gioco, così anche se indirettamente, si potrebbe ridurre la dipendenza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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Alessandra Anaclerio
Alessandra Anaclerio