di Mariangela Dicillo

Parcheggiatori abusivi, dietro c'è la malavita: «Tutti i soldi a un capo»
BARI –Si trovano nei pressi di tutti i punti di interesse di Bari: in centro, sul lungomare, allo stadio, vicino ai cinema, agli ospedali o comunque in qualsiasi punto della città che preveda la presenza di un'area di sosta per le automobili non a pagamento. Che sia primavera, estate, autunno, inverno a loro non importa, giorno o notte non fa differenza. Stiamo chiramente parlando dei parcheggiatori abusivi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Chè è vero, ci sono sempre stati. Ma se prima erano pochi, presenti solo in alcune zone e rigorosamente baresi ora invece si configurano come un gruppo eterogeneo, organizzato e composto da baresi sì, ma anche da africani, indiani, albanesi e rumeni. Se ne possono trovare anche tre in una stessa area di sosta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Parliamo di “gruppo organizzato” perché a sentir loro, farebbero parte tutti di una stessa “società”. Un giovane parcheggiatore nigeriano infatti ci svela: «Le monete che tu mi dai non sono solo per me, ma per tutti gli amici miei».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Potremmo quindi parlare di “cooperativa”, se non fosse che in realtà i parcheggiatori sono solo l’ultima ruota del carro di un sistema ben congegnato. Loro sono gli “operai”, gli “imprenditori” sono ben altri.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


«Ci sono un paio di persone, baresi, che controllano ogni zona, dei “sorveglianti” – afferma il nigeriano –. Loro riferiscono al nostro capo se ci comportiamo bene o se qualcuno ruba i soldi. Perché è a loro che dobbiamo dare tutto ciò che guadagniamo: a fine giornata ci incontriamo e consegniamo il denaro. Poi dopo due giorni ci danno la nostra parte, che è uguale per tutti noi» .Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E il capo chi è? «Non l’abbiamo mai visto – risponde il giovane -. Un mio amico dice di averlo scorto una volta con uno di quelli che ci controllano, ma aveva gli occhiali e un cappotto e quindi non era riconoscibile».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Capito quindi? Quando mossi da compassione diamo i nostri spiccioli al parcheggiatore abusivo che ci chiede “un caffè”, noi non stiamo solo aiutando una persona che si trova in una situazione di disagio, ma stiamo anche, di fatto, alimentando le casse della criminalità organizzata. Bari è anche questa.  


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