di Marco Montrone

Problema immigrazione, c'è solo una soluzione: la fine dello sfruttamento
La colpa è della legge Bossi-Fini, l’Europa dovrebbe fare di più, c’è bisogno di maggiore integrazione, bisogna bloccarli alle frontiere. Tutte argomentazioni che abbiamo ascoltato, ancora una volta, dopo l’ennesima tragedia che ha colpito i migranti a Lampedusa. E sono le stesse argomentazioni che sentiamo quando magari un “clandestino extracomunitario” delinque nel nostro Paese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In realtà il problema dei migranti, soprattutto africani, che cercano di abbandonare i “paesi del terzo mondo” per raggiungere quelli ricchi occidentali, non può che avere una soluzione radicale. Altrimenti non se ne uscirà mai. In realtà di soluzioni ce ne sarebbero due, ma solo una trova il nostro favore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La prima soluzione: l’apertura delle frontiere – E’ una vecchia idea della sinistra radicale: aprire le frontiere per dare vita a un multiculturalismo effettivo. Chiaro, se i poveri sparsi nel mondo potessero entrare tranquillamente nei paesi ricchi, non ci sarebbe più il problema della clandestinità, dei viaggi della speranza e dei barconi della morte. Certamente si riuscirebbe a limare la sperequazione sociale e la differenza economica tra i vari cittadini di questo mondo. Sarebbe bello, ma come altre idee utopiche, è di impossibile realizzazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per prima cosa l’apertura delle frontiere porterebbe di fatto alla fine, immediata, degli Stati. Nessun governo potrebbe programmare una politica finanziaria, economica ma anche sociale senza sapere di mese in mese quante persone arriveranno (o usciranno) dal proprio Paese. Senza conoscere quali e quanti siano i suoi cittadini. E’ vero che John Lennon cantava “imagine there’s no country”, ma onestamente un mondo senza governi o governo, sarebbe anche difficile anche solo immaginarlo.  

E poi c’è un'altra cosa: non crediamo sia positivo desiderare che una persona abbandoni la propria terra, la terra in cui è nato e cresciuto. Un’Africa senza o con pochi abitanti sarebbe una sconfitta, anche culturale (oltre ad essere probabilmente non sostenibile dal punto di vista economico-ambientale).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La seconda soluzione: la fine dello sfruttamento – Quello che invece noi immaginiamo e desideriamo è che ogni persona possa riuscire a vivere e morire nel posto in cui è nato. Il partire, il raggiungere altre mete, deve essere una scelta non una necessità. Già, ma come fare? Assistiamo ogni giorno a migliaia di uomini che scappano dalla propria casa perché non ce la fanno a vivere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


La soluzione è semplice: bisogna smetterla di sfruttare i paesi “poveri”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Lo scriviamo tra virgolette perché in realtà molti Stati africani sono tutto meno che poveri. Secondo voi da dove arrivano le banane e la cioccolata? Da dove vengono l’oro e i diamanti? L’Africa possiede molte ricchezze che potrebbero bastare per dare da mangiare al suo popolo. Potrebbero servire per costruire dighe, strade, scuole.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Basterebbe che l’Occidente pagasse il giusto prezzo, pagasse i giusti dollari ed euro per coltivare terre e prelevare pietre preziose. Ma è qui che casca l’asino. L’Occidente ha sempre considerato l’Africa come una sua colonia. Nell’800 e nella prima parte del 900 l’ha di fatto occupata prima militarmente e poi politicamente, spartendosi tutto il continente. Dopo averla colonizzata anche economicamente, acquisendo terre e miniere, ha poi capito che sarebbe stato inutile sobbarcarsi l’impegno di governare quelle nazioni: ha concesso loro l’indipendenza, continuando però a sfruttarle.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tutto ciò che arriva dall’Africa viene pagato a un costo molto inferiore rispetto a quanto vale, a quanto verrebbe speso se la materia prima arrivasse da un Paese occidentale. Del resto sarebbe inutile aspettarsi una reazione da parte dei governi locali, spesso corrotti con soldi e armi: le stesse magari usate poi dai vari dittatori per sedare rivolte o guerre interne.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Conclusione -  Mettiamocelo bene in testa: l’immigrazione non si può fermare. La gente che soffre è tanta e preferisce rischiare di morire pur di avere la speranza di un futuro migliore. Bisogna trovare una soluzione e questa non può che passare da una “rivisitazione” dei rapporti tra Paesi ricchi e Paesi poveri. O aiutiamo queste persone a vivere decentemente nella propria nazione oppure per tutti (per loro e per noi) saranno guai seri.  
 


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Marco Montrone
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  • Antonello - La soluzione proposta mi sembra più che giusta ma per niente semplice.


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