di Rachele Vaccaro

Il manichino: accessorio costoso per un negozio, ma arriva quello cinese
BARI – Possono essere di legno, di plastica o ricoperti di tessuto. A volte perdono la testa, altre le braccia e di rado ci mostrano solo le gambe. Spesso li vediamo sfilare con parrucche colorate, oppure completamente rasati o con una bocca a cuore come le antiche geishe. Possono essere anche XXL. Stiamo parlando dei manichini, “accessorio” ingombrante dei negozi d’abbigliamento, non solo per la mole, ma anche e soprattutto per il prezzo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Un negozio importante sceglie manichini con una vestibilità perfetta, per mostrare ai clienti l'aderenza degli abiti – spiega Lucia, la proprietaria di un negozio di abbigliamento di Carrassi –. Ci sono aziende che fabbricano manichini che arrivano a costare anche duemila euro. Anche se ci si può accontentare di manichini più semplici, senza arti e magari di plastica, che allora vengono a costare meno di cento euro».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I manichini ricoprono un ruolo decisivo nel commercio: solo se un vestito rende alla vista il cliente entrerà nel negozio e chiederà di poterlo indossare. Quindi un negoziante deve necessariamente investire sulle proprie vetrine.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Confermo, i manichini sono una delle spese più ingenti per un negozio privato - spiega Giuseppe, il proprietario di una boutique del centro – ma è un costo che si affronta, perchè serve ad attirare clientela e a presentare il negozio». Lidia, che gestisce un negozio in via Sparano puntualizza: «Ogni azienda che si rispetti sceglie dei manichini originali, di una certa fattura e che siano di qualità. Ad esempio adesso noi ne stiamo esponendo di stilizzati, senza capelli ma con lunghe ciglia finte anni Sessanta».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’utilizzo dei manichini sembra risalire alla seconda metà dell'Ottocento, quando per la prima volta nei negozi di alta moda si cominciarono ad affiancare lastre di vetro illuminate artificialmente: le prime vetrine. I manichini esposti erano tristi fantocci: spesso di legno e cera, appesi tramite fili non troppo invisibili e con imbottiture di cartapesta. Nel corso dei decenni tuttavia i manichini hanno cambiato stili e forme in modo radicale, seguendo la moda e adeguandosi alle tendenze nell'abbigliamento e alle forme di donne e uomini.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Il picco di popolarità raggiunto dai “mannequin” si ebbe ad inizio Novecento, quando si usciva di casa anche solo per ammirare i nuovi omini, che rappresentavano personaggi noti o emulavano caratteri somatici e ideali culturali. Addirittura, nel 1930 i manichini divennero scultura: l'artista Lester Gaba creò le Gaba Girls, un esercito di donne di gesso. La più popolare di loro fu “Cynthia”, che venne lasciata ai tavoli delle sale da ballo, nei ristoranti e nei teatri, dove lei sedeva con gli ospiti fumando tranquilla una sigaretta e quasi partecipando alla conversazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L'evoluzione del manichino lo ha reso piacevole, di compagnia, un figlio di arte e design che non ha più nulla a che vedere con i vecchi cionchi di legno su cui venivano poggiate le camicette femminili.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma c'è chi racconta una nuova realtà sulle vetrine. «Nella grande varietà di manichini sul mercato – sottolinea Alba, proprietaria di una boutique di Triggiano - è nata da poco la categoria cinese. I manichini che provengono dall'Oriente costano pochissimo e sembrano identici al made in Italy. Nonostante i produttori difendano i prodotti italiani decantandone la vestibilità, le posizioni particolari, i colori innovativi, alla fine i manichini cinesi sono uguali e permettono di risparmiare su questo accessorio onestamente troppo costoso».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma se l'occhio esperto di un negoziante non si accorge della differenza tra un manichino e l'altro, come può riuscirci quello di un cliente che passeggia distrattamente dinanzi alle vetrine? Anche nel campo dei manichini il futuro sarà scritto dai cinesi? 


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  • lorena - Salve dove si comprano i manichini dei cinesi?


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