di Luciana Neglia

La storia di Santa, uccisa perchè voleva farsi suora. Ora verrà proclamata ''beata''
PALO DEL COLLE - Santa Scorese aveva deciso di diventare suora, ma lui, Giuseppe, non riusciva a capacitarsene. Pretendeva il suo cuore e la cercava ripetutamente nonostante i continui “no” della ragazza, determinata a seguire la vocazione verso Dio. Fino a quando, la sera del 15 marzo 1991, il folle gesto: il giovane accoltella e uccide Santa e stronca per sempre la vita di una 23enne che voleva solo seguire la propria fede.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La ragazza di Palo del Colle (nella foto) è stata dichiarata “serva di Dio” ed entro quest’anno dovrebbe essere proclamata “Beata”. Il padre, la madre e la sorella maggiore Rosamaria (che custodisce gelosamente il diario di Santa), ci hanno raccontato la sua storia e il suo martirio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Che ragazza era Santa?

Era una ragazza vivace, allegra, disponibile e anche serena, fino al momento in cui non è iniziata la persecuzione. Studiava, si impegnava nel sociale e aveva cominciato il suo importante cammino di fede.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Parliamo della sua decisione di diventare suora.

Il suo è stato un cammino spinto dalla sete dell’infinito che la stava mettendo alla prova e che sicuramente l’avrebbe portata alla totale devozione a Dio. Ma sarebbe stato difficile immaginarla chiusa in un convento, perché lei era uno spirito libero. Nonostante Santa sia stata paragonata ad un’aquila, in realtà era fatta per cieli ben più alti. In fondo nel suo diario scriveva «Perdere la propria vita per ritrovarla per sempre».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Santa era amata da tutti tranne che da uno…

Innanzitutto questa persona non era “l’innamorato respinto” come si è detto erroneamente. Santa non conosceva quello che era il suo stalker o meglio la sua “persecuzione cristiana”. Erano due persone totalmente diverse: più Santa sceglieva di avvicinarsi a Dio, più il male camminava in questa persona, incontrata per caso mentre andava a far visita al parroco della Cattedrale di Bari. Da quel momento non è stato più possibile gestire serenamente la sua vita. Per tre lunghi anni, fino al tragico momento del suo assassinio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E’ possibile ricordare quel momento?

Santa stava facendo ritorno da una catechesi in parrocchia e stava rincasando in auto, da sola, cosa molto rara visto in precedenza aveva subito un’aggressione dal suo aguzzino. Giuseppe l’aspettava sotto casa. Qualcuno citofonò, ma non ricevendo risposta, suo padre si affacciò al balcone e assistette alla scena dell’omicidio. Subito si precipitò giù e sollevò l’assassino dal corpo di sua figlia. Un momento angosciante che non riusciremo mai a dimenticare. Poi la corsa in ospedale, dove per tre volte la rianimarono e per tre volte lei collassò, per poi morire.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Che ne è stato di questo folle?

Non l’abbiamo mai rivisto se non in tribunale. Lui è stato  considerato incapace di intendere e di volere e continua a dire: «Dicono che io abbia commesso questo omicidio. Se fosse vero avrei fatto un favore alla Chiesa e, come è accaduto per l’uccisione di Santa Maria Goretti, poi sarei andato in convento». E’ stato ricoverato per dieci anni nell’ospedale psichiatrico giudiziario ad Aversa, poi affidato prima a un famigliare tutore e poi a una comunità nella quale ancora risiede, vivo e soprattutto libero. Noi però l’abbiamo perdonato perché l’abbiamo sempre considerato l’ultimo anello di una catena di gravi omissioni da parte dello Stato. Non c’è stata adeguata protezione, sia nei confronti di Santa, sia di questa persona, vittima di leggi inesistenti e di comportamenti sbagliati da parte di tutti. In quegli anni siamo stati lasciati soli, non protetti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

 
Rosamaria, raccontaci del diario di Santa. Come è nata l’idea di pubblicarlo?

Anche il diario di Santa ha una storia illuminata dallo Spirito Santo. Io sapevo dell’esistenza di questo diario sul quale lei aveva iniziato a riportare i suoi pensieri. Dopo qualche giorno dal funerale, con non poco timore, lo sfogliai. Avevo l’intenzione di bruciarlo perché le cose scritte appartenevano a lei e alla sua privacy. Ma mi sbagliavo. Don Tino, un nostro amico prete, chiese di poter leggere il diario e dopo una settimana ci raccomandò di conservarlo con cura. Ci disse che era uno scritto prezioso. Un anno dopo arrivò da Roma un sacerdote che ci chiese di pubblicarlo, cosa che facemmo dopo la richiesta di riconoscimento del martirio di Santa e dopo lo studio eseguito sul diario stesso. Quel quaderno oggi ha varcato gli oceani ed è stato espressamente richiesto da molti giovani dell’America latina e delle Filippine.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A che punto è l’iter della sua beatificazione?

Il primo passo è stato l’inchiesta diocesana, aperta durante la giornata dei giovani nel 1998 e chiusa già dopo un anno a Bari. Il processo è stato richiesto dopo l’arrivo di una marea di lettere spedite da ragazzi che avevano ascoltato la sua storia. In un anno sono stati sentiti dal tribunale della Chiesa di Bari più di 105 testimoni. Tutti i documenti sono stati spediti alla Congregazione delle cause dei santi a Roma, dove è stato tutto riesaminato. Da allora il processo va avanti: è stato acquisito tantissimo materiale come prova del martirio di sangue in odio della fede. Entro quest’anno si dovrebbe passare alla firma della Commissione dei Vescovi per giungere infine alla beatificazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Rosamaria, possiamo dire che oggi sei la “missionaria di Santa”. Ti stai battendo molto per contro la violenza sulle donne.

L’assassinio di Santa è molto attuale, alla luce degli ultimi casi di femminicidio. E’ l’esempio di chi ha gridato a gran voce, rivolgendosi però invano alle istituzioni e alla magistratura. Oggi con la legge anti-stalking e con la ratifica della Convenzione di Istanbul, speriamo che qualcosa possa cambiare per le donne. Io porto avanti queste battaglie. Il 7 giugno nell’Ateneo di Bari verrà messa in scena una rappresentazione teatrale dal titolo “Santa delle perseguitate”. La morte di Santa deve servire a lanciare un messaggio di speranza.


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  • franco - Santa delle perseguitate, proteggile!


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