''Oronzo degli accendini'': baffi, sorriso e un euro per mangiare
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venerdì 10 maggio 2013
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di Alessandra Anaclerio
Lui è “quello degli accendini”, che vende dopo aver fatto la ormai classica domanda "u we n’accendin?" (lo vuoi un accendino?). Ne ha di tutti i tipi, forme e colori. E tutti a “n'eur” (come è sua abitudine dire per specificare “un euro”).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Oronzo le ragazze le chiama tutte "amò" (abbreviazione di "amore"), mentre gli uomini li divide in "John Travolta" e "Bobby Solo", a seconda dell'ispirazione del momento. Così inizia ad attaccar bottone, per poi arrivare a chiedere un euro, sempre con gentilezza e scherzando con chi gli sta di fronte.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Io riesco a percepire il sentimento delle persone- afferma-. Sono ormai otto anni che mi diverto a star in mezzo alla gente la sera ed per questo adesso capisco al volo con chi ho a che fare, se si tratta di persone con cui posso giocare o meno».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Oronzo abita nel centro storico di Bari. Ed è proprio qui, nel regno della “movida” cittadina che ogni sera bazzica nella speranza di riuscire a guadagnarsi quella che lui stesso definisce “la giornata”. Così come avviene per Michele, l'altro "eroe" di piazza del Ferrarese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Io non ho un lavoro e vivo solo di questo- dichiara mentre dai suoi occhi e dietro a quel sorriso nascosto dai folti baffi neri traspare un velo di tristezza-. Il denaro che guadagno non vado a spenderlo per comprarmi la birra come tanti altri. Anche perchè non faccio mica tanti soldi. Però ci sono tante persone che mi vogliono bene e che quando mi vedono, con una mano sul cuore, mi regalano cinque o dieci euro».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«La mia vita ormai è andata così – conclude Oronzo - e non so quale potrebbe essere il mio lavoro ideale. Però di una cosa sono certo: se per volontà di Dio un domani dovessi nascere di nuovo, mi piacerebbe fare il prete, per benedire quello che è il dono più grande che ognuno di noi ha: la vita».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Con questa perla di saggezza, salutiamo il nostro amico e lo lasciamo libero di proseguire la sua passeggiata per le vie di Bari. Prima di congedarci, Oronzo si gira, ci guarda ed esclama: «Ciao amò, ti voglio bene. Ma da dà n'eur?»
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Scritto da
Alessandra Anaclerio
Alessandra Anaclerio