di Antonio Bizzarro

Navi, pescherecci e sommergibili: viaggio tra i relitti che giacciono sul fondo del mare
BARI - Confienza, Città di Catania, Penelope, Gulten Islamoglu. Sono i nomi di alcuni dei relitti che giacciono sul fondale marino al largo delle coste pugliesi: sommergibili, pescherecci e mercantili affondati a causa di attacchi militari, incendi a bordo e condizioni atmosferiche estreme: giganti dormienti popolati oggi da alghe e banchi di pesci.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

É il caso per esempio del "Lombardo", piroscafo utilizzato per lo sbarco della spedizione dei Mille in Sicilia nel 1860: quattro anni più tardi il natante naufragò a un centinaio di metri dall'isola di San Domino, nell'arcipelago delle Tremiti, dopo essere finito su una secca nel bel mezzo di una tempesta. Non andò meglio il 20 novembre 1940 al "Confienza", torpediniera della Regia Marina spezzatasi in due non lontano dal porto di Brindisi, a seguito dello speronamento involontario di un incrociatore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A 14 chilometri dal capoluogo messapico "riposa" anche il "Città di Catania", nave passeggeri italiana adagiata a 100 metri di profondità dopo essere stata distrutta da un siluro britannico: era il 3 agosto 1943, un mese esatto prima della firma dell'armistizio di Cassibile. "Tevfik Kaptan" è invece il mercantile turco collocato 20 metri sott'acqua a un chilometro da Torre Vado, nel basso Salento, inabissatosi nel giugno del 2007 per via del meteo sfavorevole e diventato rifugio di cernie e saraghi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In generale si tratta di carcasse dalla storia suggestiva, visitabili solo con accurate immersioni: forse l'unica eccezione è la "romantica" Dimitrios, raggiungibile agevolmente a nuoto dalla riva del mare degli Alimini. Roba insomma da esperti subacquei, come il 59enne barese Andrea Scafura e il 64enne fasanese Patrizio Calì, che ormai da tempo hanno come missione “speciale” quella di scendere sott’acqua per andare ad esplorare gli scheletri delle navi (vedi video). Il primo il mare nel sangue, visto che già da piccolo marinava la scuola per costruire piccoli acquari in casa, mentre il secondo è un navigatissimo istruttore di diving a Savelletri: li abbiamo intervistati, ricevendo anche delle foto a dir poco affascinanti (vedi foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In che modo individuate i relitti da scandagliare?

Consultiamo le carte nautiche con grande attenzione. L'Adriatico è pieno di imbarcazioni colate a picco, alcune delle quali mai osservate. Ma bisogna sempre tener conto del fatto che le coordinate possono essere imprecise, a volte per volontà stessa di chi le ha fornite: veri e propri "depistaggi" effettuati a scopo militare. Per motivi di sicurezza inoltre l'accesso ad alcuni natanti è vietato dalle capitanerie di porto: è il caso del pericoloso "Penelope", peschereccio abbattuto da un siluro britannico nel 1942 posizionato a un chilometro dalla costa tra Polignano e Monopoli, carico di materiale esplosivo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Alcuni però devono essere ancora identificati...

Già, è il caso di un sommergibile militare che abbiamo scovato, grazie al gps e allo scandaglio, al largo della costa tra Torre Canne e Villanova. Il colosso è disteso su un fianco, lungo un canyon che tocca i 70 metri di profondità, con la prua che punta verso il fondale. Quest’ultima è contraddistinta da un falla, di sicuro frutto dell'impatto con un siluro. Tempo dopo il nostro "blitz" sono tornati sul posto i sub militari, che a malapena sono riusciti a capire il modello della nave: forse è un "Regent" inglese o un "U boot" tedesco.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


C'è invece un'altra barca a cui siete particolarmente affezionati...

Sì, è la Gulten Islamoglu, mercantile turco lungo 75 metri con una stazza di 1270 tonnellate. Affondò in soli 20 minuti alle 2 del 24 luglio 1994, a causa delle condizioni meteorologiche avverse e si trova a cinque chilometri dal litorale tra Savelletri e Torre Canne, 39 metri sotto il livello del mare. Trasportava enormi matasse di metallo, chiuse in una stiva da lastroni oggi concrezionati dall'acqua.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qual è la sua peculiarità?

Ha lo scafo in assetto da navigazione: in altre parole è adagiata dritta sul fondale, a differenza della maggioranza delle carcasse che poggiano su un fianco o risultano spezzate in più parti. Il che ne facilita l'ispezione. A 18 metri di profondità, tra banchi di castagnole, è ben visibile dal ponte la mole del mezzo naufragato, mentre volgendo lo sguardo verso l'alto è possibile ammirare l'albero, letteralmente accerchiato dai pesci.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E la "magia" prosegue sulla prua...

Già, si trova 30 metri sotto il livello dell'acqua ed è raggiungibile fiancheggiando balconate e scalette colonizzati da cozze e ostriche giganti. Da lì puoi contemplare il blu intenso del mare che spicca davanti all'enorme scafo: immagini quasi surreali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Patrizio fu il primo a visitare la nave nel 1996 e lo ha rifatto addirittura per altre 200 volte. Come mai?

Ogni ispezione dura mediamente solo 40 minuti, per via della notevole profondità e regala ogni volta dettagli diversi. Per esempio è stupendo entrare all'interno del natante: nei due anni successivi al naufragio nella cabina di comando strumenti e beni personali risultavano praticamente intatti. É ancora in buono stato l'elica sotto il ponte di poppa, ma bisogna avvicinarsi con attenzione: basta un movimento sbagliato per alzare la fanghiglia e non vedere più niente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E infine c'è la fauna, uno "spettacolo nello spettacolo"...

Si, tutte le navi sono abitati da pesci giganti. Il sommergibile ad esempio è diventata la casa di cernie dal peso di 60 chili e nella carlinga le stelle marine hanno occupato tutto lo spazio a disposizione. Attorno alla Gulten Islamoglu è invece facile incontrare ricciole di 20 chili che si avvicinano ai sub, attratte dalle bolle d'aria. Nuotano formando dei cerchi e balzano all'occhio con i loro riflessi argentei: l'ultima volta ero con dei turisti russi, avranno scattato un centinaio di foto solo per quegli splendidi animali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)

Nel video (di Vincenzo De Palma) l’esplorazione della Gulten Islamoglu avvenuta il 1° settembre 2018:



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  • Vittorio - Molto interessante, complimenti.
  • palu - atmosfera magica ed informazioni dettagliate


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