di Marianna Colasanto

Trani, la storia di Donato: «Ecco la prima squadra pugliese di calcio in carrozzina»
TRANI – Costruire azioni elaborate, difendere la propria porta e soprattutto far gol, il tutto pur non avendo la possibilità di camminare. Avviene a Trani, dove dallo scorso luglio è attiva “Oltre sport”: si tratta della prima squadra pugliese di calcio in carrozzina, disciplina ideata per permettere di giocare a pallone a coloro che non possono contare sulla forza delle proprie gambe. (Vedi foto galleria)

Il merito della nascita del team è di Donato Grande, 27enne disabile dalla nascita. «Avevo da poco scoperto l'esistenza di questo sport guardando un video su Facebook - racconta il ragazzo -. Così a giugno decisi di provare a lanciare una raccolta fondi proprio sul noto social network, in modo da racimolare il denaro necessario a costituire una nuova società. Volevo realizzare il sogno di scendere finalmente in campo».

Ebbene, il crowdfunding è stato un successo, con ben 4700 euro raggranellati e usati giusto un mese dopo per dar vita all'associazione dilettantistica. Il passo successivo si è infatti consumato con un viaggio a Roma assieme agli amici Carlo Impera e Sante Barnabà, diventati rispettivamente allenatore e consigliere del club. I tre dopo aver effettuato l'iscrizione alla Fispes, la federazione dedicata alle competizioni paralimpiche, hanno incontrato Diego D'Artagnan, la prima persona a far conoscere in Italia il "powerchair football", il nome inglese con cui viene spesso indicata questa attività.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Parlando con lui abbiamo capito che era necessario munirsi di sedie a rotelle elettriche specifiche - prosegue Donato - o in alternativa di modificare quelle già in nostro possesso. Abbiamo scelto la via più economica, la seconda, montando delle paratie all'altezza dei piedi e aggiungendo delle protezioni laterali». Tutti “optional” che servono a rinforzare il mezzo: di fatto la palla viene condotta, passata ai compagni e spinta verso la porta avversaria solo guidando la carrozzina, senza quindi essere mai toccata direttamente dal conducente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In questi ultimi mesi si è andato poi avanti con l'allestimento della rosa. «Il "reclutamento" – ci dice Grande -  è avvenuto tramite passaparola, postando annunci sui gruppi di Facebook in cui si parla di sport e disabilità. E in poco tempo ben altri otto giocatori con un età compresa tra i 19 e i 35 anni si sono aggiunti alla squadra: arrivano anche da paesi limitrofi come Andria, Molfetta, Altamura e Bitetto». Tra i membri figurano due donne: il regolamento ammette infatti l'esistenza di team misti. (Vedi video)


«Ci alleniamo due volte a settimana nel tensostatico di Trani - sottolinea il 27enne - e non abbiamo paura di farci male. È un gioco senza particolari controindicazioni e le carrozzine sono tarate per raggiungere una velocità massima di dieci chilometri all'ora. E poi siamo seguiti da Francesco Manfredi, il nostro ortopedico e Antonella Losacco e Gaetano Papagno, consiglieri con esperienza ventennale nei corsi di equitazione paralimpica».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L'addestramento prosegue spedito in vista di due importanti appuntamenti. Il primo è fissato il 27 settembre, quando nel Palazzo della Provincia di Bari verrà sancita pubblicamente la collaborazione con il Monopoli calcio e la Lega pro, l'organismo che regola la serie C di calcio a 11. Il secondo è previsto nel primo weekend di ottobre, con la prima amichevole (4 contro 4) con i lucani dell'Albatros Marconia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

D'altronde è ancora presto per poter effettuare gare ufficiali: in Italia non c'è ancora un campionato di powerchair football e la prima società in assoluto, l'Asco, è stata fondata solo lo scorso gennaio a Ercolano, vicino Napoli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per ora è più impegnativo "dribblare" la diffidenza verso questa nuova realtà. «Qualcuno, anche tra i disabili - sottolinea Donato - afferma che il nostro non sia uno sport perché non compiamo movimenti con il corpo. In realtà è molto impegnativo a livello mentale, nonché un modo divertente per abbattere le "barriere". E poi chi se ne importa: io mi godo finalmente il desiderio di una vita: essere il capitano di una squadra di calcio».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)

Nel video (montaggio di Gianni de Bartolo) gli allenamenti della "Oltre sport":



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