Domenico Modugno? «Ma quale Polignano, è cresciuto a San Pietro Vernotico»
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giovedì 11 maggio 2017
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di Laura Villani
Ripercorrere la vita del cantautore è utile per capire i motivi di tale risposta. Nacque a Polignano nel 1928 ma nella cittadina costiera trascorse solo l'infanzia, visto che all'età di 6 anni fu costretto a trasferirsi proprio a San Pietro Vernotico, dove il padre aveva vinto un concorso per guardie municipali. Fu qui che passò la giovinezza e pose concretamente le radici del suo incredibile successo, dedicandosi al teatro e imparando a suonare con maestria chitarra e fisarmonica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel 1947 abbandonò la Puglia per recarsi a Roma in cerca di fortuna, riuscendo presto a incidere alcune canzoni nel suo dialetto di matrice salentina, piuttosto simile a quello siciliano. Di fatto molti ascoltatori cominciarono a credere erroneamente che provenisse proprio dalla grande isola: il malinteso, incoraggiato per questioni di "marketing" dalla Rai (che nel frattempo aveva cominciato a ospitarlo sempre più spesso), fu poi alimentato dal fatto che sua moglie fosse di Messina.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un pasticcio insomma, al quale tuttora Polignano "contribuisce" organizzando diversi eventi in memoria del musicista e accogliendo dal 2009 la celebre statua sul lungomare a lui dedicata. Ma a San Pietro cosa pensano di questo continuo "scippo"? Che ricordo hanno del loro illustre concittadino? E soprattutto lo avranno perdonato per aver rinnegato le sue origini? Ne parliamo con alcuni abitanti del posto, quelli che lo conoscevano di persona. (Vedi foto galleria)
Le parole che raccogliamo non lasciano spazio a equivoci: per i sanpietrani Modugno è "cosa loro". «Ha sempre vissuto qua e poco importa se in tv si sente solo parlare di Polignano», affermano alcuni anziani di un circolo che si affaccia sulla centralissima piazza del Popolo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Del resto basta farsi un giro in via Brindisi, la strada principale del paese, per osservare nei bar le foto esposte con orgoglio del concerto tenuto dall'artista nel 1958, nella stessa piazza del Popolo, subito dopo la prima vittoria al festival di Sanremo. «In questi scatti si notano gli amici di Domenico, tutti sanpietrani - spiega la signora Ostuni, proprietaria dello storico caffè Roma, meta fissa del cantante -. Non ricordo quell'esibizione perché ero troppo piccola, anche se un mio zio fisarmonicista suonava con lui».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La signora poi ci indica la casa dove "Mimino", così come lo chiamavano da queste parti, trascorse la sua adolescenza prima di emigrare: un palazzo di due piani color sabbia. «Era modestissima - racconta l'82enne Manfredo, un signore di passaggio vicino al bar -. Ci entrai da piccolo per consegnare alcuni vestiti stirati, quando facevo il garzone del mio padre sarto. Rimasi deluso, mi sarei aspettato qualcosa di meno umile».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Ad ogni modo trasferirsi qui e imparare il nostro dialetto lo ha aiutato parecchio agli inizi della carriera - sottolinea l'anziano -. Per esempio la ninna nanna nota come Ulìe ci tene ulìe fu ispirata dal grido dei compratori di olive che giravano per il paese». Non solo: “Mimino” cantò poi Lu Scarcagnulu, dedicata al dispettoso folletto tipico del folklore salentino e Lu Frasulinu, riferita a un famoso “scemo del villaggio” che tra queste strade nel Dopoguerra ingoiava chiodi e lampadine nello stupore generale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Poco importa quindi che Modugno non abbia smentito subito le sue false origini sicule. «Nessun tradimento, prima di Lino Banfi e Al Bano essere pugliesi non andava "di moda"», evidenzia l’uomo. «In questo modo è riuscito a diventare una star - gli fa eco la signora Ostuni -. Perché avrebbe dovuto sabotarsi?».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Abbandoniamo così la strada dei bar per ritornare in piazza del Popolo. Qui si affaccia il palazzo dell'ex municipio, oggi casa dell'associazione Domenico Modugno, sorta per raccogliere in un unico spazio immagini e cimeli preziosi legate all'ascesa del chitarrista. Le istantanee che ammiriamo sono notevoli: immortalano il poeta che cammina in un bagno di folla, fuma una sigaretta con un giovanissimo Al Bano, sorride con alcuni amici e posa per un fotografo. Su una di esse c'è anche il suo autografo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il presidente dell'associazione è il 60enne Cosimo Modugno, nipote di Domenico: è lui a farci notare un'altra foto che ci è sfuggita. «Ritrae a destra mio padre Giovanni, detto "Giannino" - sottolinea il signore - al centro il mitico Domenico e a sinistra Antonio, per tutti "Tonino": erano i tre fratelli di casa Modugno. Quanto alla sua "infedeltà" a San Pietro, Mimino con me è stato sempre sincero: era partito a Roma senza un soldo in tasca, per cui se fosse stato necessario si sarebbe finto anche congolese».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Ciò non toglie che lui a questo paese teneva moltissimo - prosegue il presidente -. Qui riusciva a comporre brani osservando semplici episodi di vita quotidiana: spesso diceva che i sanpietrani non immaginavano neanche quanta ispirazione gli avessero trasmesso. Appena poteva tornava nella sua terra, anche se lo faceva di notte: se si fosse sparsa la voce del suo arrivo probabilmente la gente del posto che lo adorava non lo avrebbe fatto più ripartire».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Cosimo intanto ci mostra anche il foglio di famiglia di Domenico e il cilindro che usò nel suo film autobiografico "Tutto è musica" del 1963. «Le sue radici sono indubbiamente tra queste vie - conclude il 60enne -. Quando rimase a riposo dopo la trombosi iniziò a parlare solamente in dialetto: praticamente un ritorno alle origini. Un giorno si rivolse a sua moglie Franca e mormorò mmasa ("socchiudi") la porta. Lei non era abituata a tanto vernacolo e ci chiamò allarmata: pensava che Mimino avesse cominciato a parlare spagnolo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
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I commenti
- Marco - Domenico Modugno è nato a Polignano e ci ha vissuto x un paio d'anni... lui amava Polignano e la maggior parte delle sue canzoni sono ispirate al mare di Polignano....
- giovanni - La fedele realtà...confermata nella puntata odierna de La Vita in Diretta. A Polignano c'è solo nato con i Polignanesi stava tentando di ricucire il rapporto quando decise di metterci su una croce definitivamente in seguito ad una storia poco elegante raccontata dalla moglie( i polignanesi gli mandarono a casa il conto del ristorante per una cena , la sera della riappacificazione ).
- Mauro - Domenico Modugno nlle sue interviste ha ribadito che tutta la sua vena artistica l'ha trovata a San Pietro Vernotico e non potrebbe essere altrimenti dato che ci ha vissuto da quando ha iniziato a parlare. Imparando il dialetto sampietrano (tipico leccese) inserendosi nella vita sociale del paese salentino, dove ha acquisito usi, costumi, tradizioni, ecc...Dove ha imparato ad usare la chitarra, dove ha conosciuto Albano, dove ha conosciuto i primi amori , dove aveva gli amici, dove ha frequentato le scuole, dove faceva il bagno, dove festeggiava con i suoi sampietrani ogni vittoria al Festival di Sanremo, dove ci vivono attualmente i suoi parenti, dove ha dedicato e cantato canzoni in dialetto sampietrano! E poi basta vedere le sue interviste, non parla mai di Polignano dove hanno solo una statua. Il resto sono chiacchiere da Bar, Mimmo Modugno è Sampietrano!