di Mina Barcone

''Intersex'', nascere sia maschi che femmine: «Costretti a mutilazioni genitali»
Spesso abbiamo parlato di orientamenti sessuali: di omosessualità, bisessualità, persino asessualità. Abbiamo anche seguito il percorso dei transessuali, coloro cioè che sentono di appartenere a un genere diverso rispetto a quello indicato dalla propria identità sessuale. Ma al mondo ci sono delle persone che non scelgono se essere o comportarsi come un uomo o come una donna, individui a cui madre natura ha fornito entrambe le caratteristiche anatomiche e fisiologiche, sia delle femmine che dei maschi. Loro sono gli intersessuali.

Secondo alcune stime l’1,7% della popolazione nasce con tratti intersessuali, ma di loro si sa ben poco visto che da sempre i medici tendono a “normalizzare” chi nasce in maniera “ambigua”: si tende cioè a eliminare  chirurgicamente i genitali e gli organi sessuali in “eccesso”. E in questo modo agli intersessuali non rimane che restare nell’ombra, a “vergognarsi” della propria situazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Anche se ultimamente qualcuno di loro sta cercando di uscire allo scoperto per affermare con orgoglio la propria condizione. E’ il caso di Sabina Zagari, che assieme ad Alessandro Comeni ha fondato lo scorso marzo Oii Italia  (Organisation Intersex International Italia): un’associazione che si propone di affermare i diritti degli intersex. L’abbiamo incontrata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In parole povere essere intersessuali vuol dire nascere con entrambi gli organi sessuali: maschili e femminili…

Ci sono vari casi. Ad esempio si può nascere manifestatamente femmina ma poi iniziare la virilizzazione durante la pubertà. Oppure presentare genitali femminili (o maschili), “nascondendo” però una gonade dell’altro sesso nell’addome. E infine sì, si può nascere apparentemente maschio o femmina ma con genitali diciamo “ambigui”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel suo caso?

Avendo il deficit di un certo enzima (il 5-alpha reduttasi) ho sviluppato delle gonadi maschili ritenute in addome e un clitoride più grande rispetto al normale. Sono comunque nata apparentemente femmina e quindi sono stata registrata all’anagrafe come Sabina. Ma pochi mesi dopo il mio pediatra si è accorto delle mie “peculiarità” e sono diventata “clinicamente” intersessuale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E da quel momento?

E’ avvenuto quello che avviene per ogni intersex: mi hanno asportato gonadi e clitoride ed è cominciata la mia “normalizzazione” anche attraverso un percorso ormonale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Non è stato un bene?

Assolutamente no. Sono diventata sterile e l’eliminazione del clitoride non mi permette di provare sensibilità durante l’atto sessuale. In più è stato traumatico essere continuamente sottoposta a visite in cliniche universitarie dove era pratica mostrare le mie parti intime davanti a decine di studenti di medicina. Ora a 40 anni io ho problemi nel vivere la mia sessualità e per questo motivo ho intrapreso un percorso psicoterapico per migliorare il rapporto con il mio corpo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ci sarebbe un altro modo per affrontare una nascita “insersex”?

Ma certo, nella maggior parte dei casi basterebbe lasciare tutto così. Le persone intersex non hanno nulla di disfunzionale: sono semplicemente al di fuori dei canoni binari che la cultura di massa impone. Per questo incutono timore. L’intersessualità è una normale condizione di nascita, come ad esempio i capelli rossi, che non porta certo a problemi di salute. Anzi c’è addirittura “un’opportunità” in più.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quando parla di maggiori “opportunità” che cosa intende?

Opportunità nello scoprire che esistono diverse sfumature sia nella vita che nella definizione del genere, come diverse opportunità nel vivere la propria intimità, che può essere anche diversa da quella “normale” continuamente proposta dalla società.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Perché in Italia si sente parlare così poco di persone come voi?

Chi è stato medicalizzato è anche stato indottrinato a non parlare del proprio stato. In Italia essere intersessuale vuol dire vergognarsi, vergognarsi di essere “diversi”. E qui nasce il problema, perché malgrado si stimi una percentuale dell’1,7% di persone intersessuali nel mondo, nel nostro Paese ci sono solo tre attivisti. In altre nazioni invece, come negli Stati Uniti, è addirittura possibile ottenere l’assegnazione del genere “neutro” sul passaporto. Mentre in Italia nonostante ci siano delle linee guida del Comitato nazionale di bioetica che consigliano di non intervenire chirurgicamente in tenera età, ogni medico interpreta i “consigli” come meglio crede.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E quindi lo scopo della vostra associazione qual è?

Affermare i diritti delle persone intersex, tra cui quello alla nascita, visto che è ormai pratica affermata consigliare l’aborto nel caso in cui l’amniocentesi confermi che il feto presenterà caratteri intersessuali. Il sogno sarebbe poter arrivare anche in Italia a una legge che finalmente tuteli gli intersex. Vorremmo poter fermare gli aborti selettivi e gli interventi di mutilazione genitale.


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  • Vivien - concordo con i concetti dell'articolo, tuttavia la dissertazione sarebbe più interessante se abbracciasse anche la Disforia di Genere e, più in generale, anche il sommerso fenomeno del travestitismo maschile che è, parzialmente, indotto dalla spontanea evoluzione culturale occidentale e sublimazione mediatica della bellezza e libertà d'immagine femminile che gode dell'assenza di una complementare libertà maschile, peraltro penalizzata da restrittive convenzioni sociali i cui confini sono diafani ma oggettivamente invalicabili......
  • Vlad - non è interessante stabilire se chi appartiene alla minoranza intersex ha più opportunità della maggioranza di uomini e donne, il punto è un altro: nessun bambino dovrebbe essere sottoposto a operazioni chirurgiche non necessarie. Quindi chi ha anomalie genitali o cromosomiche ha diritto a decidere da grande se vuole operarsi o no. I diritti della minoranza intersex vanno rispettati. detto questo la maggioranza dell'umanità da sempre è composta da maschi e femmine, uomini e donne quindi il loro modo di vivere l'intimità è per forza di cose il più frequente statisticamente e il più raccontato ma non è imposto, maschi e femmine non sono imposizioni, i ruoli lo sono. quanto agli aborti selettivi bè mi spiace ma se una donna non se la sente di avere un figlio per qualunque motivo deve avere il diritto di abortire, altrimenti dovremmo anche impedire l'aborto dei feti affetti da sindrome di down e non mi pare giusto, è la donna che decide, i bambini già nati non vanno operati su questo concordo ma prima della nascita decide la donna


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