L'hobby del barese Michele: «Giro l'Europa per ammirare i suoi stadi, ne ho visitati 54»
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giovedì 20 ottobre 2016
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di Stefania Buono
Lo abbiamo incontrato al ritorno dalla sua ultima trasferta in Francia, in cui ha avuto modo di ammirare l’Allianz Rivera di Nizza, lo Stade de la Mosson di Montpellier e il Vélodrome di Marsiglia, ristrutturato per gli Europei della scorsa estate con una copertura avveniristica. «Sono tornato nel Paese dove tutto è iniziato - racconta il ragazzo -. Nel 2011 entrai infatti per la prima volta in un impianto non italiano, il Parco dei Principi di Parigi e da allora non mi sono più fermato. I miei sono tour perfetti: riesco a conciliare la passione per i viaggi con quella per il calcio internazionale».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Già perché Michele non si limita ad ammirare gli impianti, ma fa di tutto per assistere alle partite che vi si svolgono. «Non dimenticherò mai l'esperienza vissuta all'Upton Park di Londra – ci dice il 28enne -. Ero lì per seguire la sfida molto sentita tra il West Ham e il Manchester United, il club per cui tifo, ma giunto sul posto scoprii che i biglietti per il settore ospiti erano terminati: fui così costretto a mischiarmi tra i sostenitori della squadra di casa. Finì due a zero per i Red Devils e a fatica soffocai la mia esultanza per evitare grossi guai».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La domanda chiaramente sorge spontanea: qual è il campo più bello che ha potuto visitare? «Difficile sceglierne uno - risponde Michele -. In generale però quelli inglesi sono i migliori, a misura di tifoso con la loro pianta quadrata e gli spalti posizionati a pochissimi metri dal terreno di gioco. Anche Germania e Olanda offrono strutture spettacolari come la Veltins-Arena di Gelsenkirchen e l'Amsterdam Arena, dimore rispettivamente di Schalke 04 e Ajax».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In alcuni casi Michele ha trovato gli stadi chiusi, ma non si è dato per vinto. «Una volta a Lisbona ero davanti all'Estádio do Restelo, quartier generale del Belenenses, la terza squadra della città - continua il vagabondo barese - ma quel giorno l'accesso al pubblico era vietato. Tra gli ingressi notai però un cancelletto incustodito alto un paio di metri: lo scavalcai e riuscii quindi a fare qualche foto "clandestina". Una situazione simile si presentò anche al Letná di Praga, dove rubai qualche scatto grazie al benestare di alcune guardie generose. Al Pasienky di Bratislava scovai addirittura un cancello aperto che mi portò direttamente sul rettangolo d'erba».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma chi gli tiene compagnia durante il tour? «Generalmente nessuno, a parte qualche volta in cui sono partito assieme alla mia ragazza o con qualche amico - chiarisce Michele -. Circa tre quarti dei viaggi che ho fatto li ho vissuti in solitaria: solo così riesco a immergermi appieno nel clima dei posti in cui vado».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il ragazzo ha anche fatto sosta in una quindicina di arene italiane, ma quando gli chiediamo un paragone con quelle estere il suo rammarico è evidente. «Se escludiamo lo Juventus Stadium e il Giuseppe Meazza, direi che siamo nettamente indietro rispetto alle strutture europee. Le barriere che separano le tribune dal terreno di gioco sono il sintomo dell’arretratezza più evidente: sarebbe impensabile trovarle in Spagna, Germania, Inghilterra e persino Polonia. Lo stesso San Nicola sarebbe da abbattere e ricostruire visto che è tenuto in pessimo stato e ha una visuale orrenda a causa della pista d'atletica».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Prima di salutarlo gli domandiamo quali altri stadi vorrebbe aggiungere al suo "palmares". «Mi piacerebbe visitare il Celtic Park di Glasgow e diversi campi dell'Europa orientale - conclude Michele -. Ma soprattutto desidero un giorno varcare i confini dell'Europa per esplorare i caldissimi catini del calcio argentino».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
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Scritto da
Stefania Buono
Stefania Buono
I commenti
- Paola - Che tristezza sti maschi.
- Laura - wow che hobby... una famiglia no?