di Katia Moro

«Sfatiamo i falsi miti: tutte le mamme del mondo possono allattare»
BARI - «Sfatiamo I falsi miti: tutte le mamme del mondo possono allattare». Parola di un'ostetrica barese (che vuole rimanere anonima), tra le promotrici della Settimana mondiale per l’allattamento materno, che si è celebrata dal 1° all’8 ottobre in molte città italiane. Scopo di questo evento era proprio quello di divulgare informazioni sulla pratica più antica del mondo, che però negli ultimi tempi sta attraversando una “crisi”. Sempre più donne infatti affermano di non riuscire ad allattare, decidendo di nutrire i propri figli con il latte artificiale. L'ostetrica è tra coloro che si batte per un ritorno al passato, cercando di sfatare falsi miti che non fanno altro che avvantaggiare grossi interessi economici. L’abbiamo incontrata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Perché è necessario allattare al seno materno?

Oltre all’evidente risparmio, il latte materno è più “buono e utile”, perché è prodotto da una mamma solo e specificatamente per il proprio figlio. Contiene quindi tutte le proprietà necessarie al bambino: fattori di crescita, elementi di protezione contro le malattie infettive come le immunoglobuline e cellule staminali. In più è più facilmente digeribile: non “gonfia” il neonato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ci sono anche dei vantaggi “psicologici”?

Certo, l’allattamento al seno crea il cosiddetto “bonding”: l’innamoramento tra mamma e bambino. Il neonato a stretto contatto con la pelle riconosce il battito cardiaco, il respiro e la stessa voce materna, tutte cose che aveva ascoltato quando era nella pancia. In questo modo si ricrea la “diade” che si era sviluppata durante i nove mesi di gravidanza e il passaggio nel mondo esterno avviene in maniera meno traumatica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quindi possiamo affermare che i piccoli nutriti con latte artificiale partono svantaggiati…

Purtroppo sì. Oltre a ciò che abbiamo detto prima, bisogna capire che il latte artificiale è quello della mucca. Ma i vitelli alla nascita sono grandi tre volte un bambino, in più si tratta di animali che hanno necessità di mettersi subito in piedi, a differenza degli esseri umani. Quindi quel latte è estramente proteico: una “bomba” per un neonato. Lo stomaco di un bambino appena nato è piccolo quanto una ciliegia, per cui un’alimentazione del genere risulta essere troppo impegnativa, provocando grossi problemi di digestione. Questo tipo di latte viene poi chiamato “artificiale” o “formulato” perché gli vengono aggiunti componenti che si spera lo rendano il più simile possibile a quello materno. Ma la chimica non può sostituirsi alla natura.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Il problema però è che molte mamme affermano di “non avere latte”: è possibile?

No, non è possibile. Ciò può accadere solo temporaneamente per una situazione di particolare stress o malattia della mamma o del bambino che non riesce a stimolarne la produzione. Ma anche queste situazioni possono essere facilmente superate.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In che modo?

Il bambino va messo immediatamente in contatto perché arrivi da solo al capezzolo, le cui ghiandole secernono lo stesso odore del liquido amniotico presente nella pancia, venendo così riconosciuto naturalmente dall’infante. In più nei primi giorni anche se non viene prodotto latte, la mamma secerne colostro, che seppur meno calorico è ancora più ricco di proprietà. E se poi si dovessero avere problemi quali le “ragadi”, esiste il tiralatte che permette comunque la stimolazione e olii naturali che consentono la cura di questo tipo di lacerazioni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Però appena la madre incontra qualche difficoltà i pediatri (già in ospedale) sono pronti a consigliare il latte artificiale o perlomeno “un’aggiunta”…

Questo è vero e i motivi sono due. Il primo è una diffusa ignoranza in materia da parte dei medici: all’Università l’allattamento non è materia di studio e quindi i pediatri non sempre sono formati adeguatamente sull’argomento.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il secondo motivo?

C’è chi ha interesse ad alimentare l’industria del latte artificiale, dominata da potentissime lobby.  

E le mamme come possono difendersi da questo sistema?

Devono credere in loro stesse ed avere pazienza. Il latte lo hanno tutte: prima o dopo “uscirà” e a quel punto non smetterà più di essere prodotto. Un ruolo fondamentale lo devono avere i padri: devono svolgere il ruolo di “guardiani del nido” preservando madre e bambino da continue interferenze esterne, che il più delle volte si rivelano essere negative, stressanti e dannose.


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