di Angela Deligio

Casamassima, qui sopravvive il "forno pubblico": «Basta venire con le teglie in mano»
CASAMASSIMA - Fino a qualche decennio fa, quando non tutti possedevano una cucina, ogni paese aveva almeno un forno pubblico dove poter cuocere i propri piatti lontano dalle mura domestiche. Oggi questo tipo di servizio è chiaramente in via d'estinzione, anche se a Casamassima, piccolo comune alla porte di Bari,  c’è un locale che continua ad aprire i propri battenti per tutti coloro che vogliano cuocere lasagne, agnello, coniglio o patate con un bel fuoco alimentato dalla legna.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Parliamo dell'antico "Forno da Peppino", in piazza Dante, a pochi passi dal centro storico, in funzione tutti i giorni (tranne il mercoledì) dalle 4 alle 14, domenica inclusa. «Il fuoco è accesso soprattutto nei weekend e durante le festività - spiega il 48enne proprietario Vincenzo Castellano -. La domenica almeno una cinquantina di persone vengono qui teglie in mano con l'intento di finire i propri piatti in maniera diversa dal solito, magari per fare bella figura nei pranzi con parenti e amici».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il forno è come detto a legna: 23 metri quadri di apparecchio che prende l’energia da fascine di olive e bucce di mandorla (nella foto), il tutto per conferire alle pietanze un profumo difficilmente replicabile con i forni casalinghi. Ogni infornata costa 2 euro. «Fino agli anni 80 il forno era richiestissimo tutti i giorni della settimana - prosegue Vincenzo - poi c'è stato un evidente calo. Tenerlo ancora acceso significa essenzialmente persistere in quella che ormai è una tradizione di famiglia, per far sopravvivere antiche abitudini che si vanno pian piano perdendo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Del resto il locale è aperto dal 1880 e da allora è tramandato di padre in figlio. Più di 130 anni di storia dunque, interrotti soltanto nel 2013 per qualche mese a causa di un incendio che distrusse il locale e costrinse i proprietari a rifarlo completamente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qui è ancora possibile osservare il viavai di donne che portano con se tegami preparati in casa che aspettano solo di essere infornati. Gli imponenti centri commerciali della periferia, tratti distintivi di Casamassima, sono lontani appena un chilometro ma sembrano distare anni luce da questo piccolo angolo dove il tempo sembra essersi fermato.«Venire da “Peppino” (il padre di Vincenzo) mi fa tornare con la mente alla mia infanzia - evidenzia un'anziana signora mentre attende la cottura della sua teglia -. Qui arrivavo con mia madre la mattina alle 6, soprattutto di domenica: sono sapori che mi porto dentro sin da quando ero piccola».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Adoro respirare l'odore invitante dei piatti che porto, anche se il "guaio" è che viene fame molto prima dell'ora di pranzo», sottolinea scherzando un'altra donna. «Posti come questi vanno scomparendo - afferma infine una vecchietta che sta uscendo nel locale - ma senza il Forno da Peppino Casamassima non sarebbe più la stessa».


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