All'Università a settant'anni: la storia di Augusta e Ferdinando, nonni studenti
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lunedì 4 aprile 2016
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di Angela Pacucci
«Per noi è una scommessa, una prova di coraggio», ci confessano i due attempati studenti ed ex dipendenti delle Ferrovie dello Stato, l'azienda in cui si sono conosciuti e innamorati. «Conseguendo la laurea - proseguono - vorremmo toglierci una soddisfazione personale che per impegni lavorativi non siamo mai riusciti a raggiungere da giovani. Insomma cerchiamo solo di recuperare il tempo perduto. Abbiamo optato per la facoltà di Scienze storiche e sociali che rappresenta un buon compromesso tra i nostri diversi interessi: la letteratura e la scienza».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ed eccoli così durante la settimana nelle aule dell'Ateneo, mischiati tra i loro colleghi molto più giovani, «con cui ci piace stare e che trattiamo come se fossero nostri nipoti», afferma Ferdinando. A prima vista sembrano degli universitari che hanno portato all'estremo il concetto di studente "fuori corso" e invece sono tra coloro che ci mettono più passione, a cominciare dal lungo viaggio che si sobbarcano ogni giorno per andare a lezione. Partono in auto la mattina presto dalla loro casa Laureto, frazione di Fasano e dopo 15 minuti circa raggiungono la stazione ferroviaria più vicina, dove salgono sul treno che li porta a Bari in tre quarti d'ora.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma soprattutto occhio al loro libretto universitario: entrambi sono in regola con gli esami e hanno una media di voti che si avvicina alla perfezione: 29 su 30. «Abbiamo una nipotina ci prende in giro chiamandoci "secchioni" - sottolinea la coppia - ma ovviamente scherza: sia lei che le nostre due figlie sono entusiaste del nostro percorso».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La differenza d'età dà vita comunque a situazioni buffe. Passeggiando tra i corridoi dell'ateneo i due vengono spesso fermati dai frequentanti che li scambiano per professori. «Anzi, a volte anche quando salutiamo i docenti la risposta è: "Buongiorno anche a lei professore"», svela Ferdinando, che se la ride di gusto pensando a questi equivoci.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Una volta sopportato anche il lungo viaggio del ritorno, l'insolita coppia "universitaria" si butta a capofitto sui libri per preparare contemporaneamente il prossimo esame. Il tutto rigorosamente in stanze separate: lui ha bisogno di rigoroso silenzio, lei di un televisore acceso che le faccia compagnia. «Sintetizzo tutti i capitoli con degli schemi - dice Augusta - anche se mio marito critica sempre questo metodo di studio».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
C'è chi li definisce “pazzi”, ma a loro non interessa e anzi rilanciano: «Dei pregiudizi ci importa poco e dopo la laurea triennale conquisteremo anche quella magistrale». Insomma, è proprio il caso di dirlo: “non si finisce mai di imparare”.
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Scritto da
Angela Pacucci
Angela Pacucci