di Cassandra Capriati

Arriva la
BARI – La nascita di un bambino è senza dubbio un evento straordinario che regala forti emozioni. Tuttavia questo momento di gioia immensa può anche essere accompagnato da altri sentimenti, come la paura di non essere all'altezza, di sbagliare, di non scegliere il meglio per il proprio bimbo. Spesso infatti le donne vengono lasciate sole e senza guida nell’affrontare una situazione totalmente nuova e difficile. Non parliamo dell’aspetto medico, ma di quello comportamentale, sull’approccio da avere con una creatura così piccola e indifesa qual è un neonato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Questo ruolo è stato sempre “preso in carico” dalla famiglia: nonne, zie e cugine si sono sempre prodigate nel dare consigli, spesso però andando a soffocare le neo mamme e spesso fornendo anche “ricette” sbagliate, basate su arcaici modi di pensare. C’è chi addirittura pensa ancora che i neonati vanno fatti piangere “per farsi i polmoni” o che un seno piccolo non possa dare tanto latte.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Insomma, in Italia da sempre manca una figura professionale che possa aiutare in questo delicato passaggio le donne o almeno mancava fino al 2009, quando a Torino alcune persone hanno fatto loro gli insegnamenti derivanti dagli Stati Uniti e hanno introdotto anche nel Belpaese la figura della “doula”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il termine, che deriva dal greco antico, indica una donna che basandosi sulla propria esperienza personale e su un corso formativo, segue, consiglia e aiuta la neo mamma durante la gravidanza, il parto e i primi mesi di vita del bambino. Un compito prezioso, ma per nulla low cost, visto che l’onorario della doula varia a seconda dei bisogni da un minimo di 12 a un massimo di 40 euro all’ora.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per capirne di più abbiamo intervistato la 40enne torinese Marzia Andretta, dell’associazione Mondo Doula, presente nel Nord e nel Centro Italia (anche se è in programma l’apertura di una sede barese).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Che cos’è una “doula”?
 
Una figura che accompagna emotivamente e praticamente la donna durante la gravidanza, il parto e il post parto. Si diventa doula seguendo un corso di formazione della durata di nove mesi svolto da altre doule. Noi non abbiamo un ordine e un albo, ma c’è la legge n. 4 del 14/01/2013 che legittima l’esercizio della nostra professione, con l’unico vincolo di non intervenire con trattamenti medici o sanitari perché non rientrano nel nostro ambito di competenza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Volendo definire in una frase la vostra attività?

Noi facciamo “da madre alla madre”. In realtà il nostro è un mestiere antico: il termine doula difatti viene dal greco ed era l'appellativo dato alle “schiave di famiglia” che assistevano le loro padrone in tutti gli ambiti della vita e anche e soprattutto durante la gravidanza e il parto. Nella società contemporanea invece sono stati gli americani i primi a riutilizzare l’espressione doula per indicare questa attività di supporto. Poi la professione si è diffusa nel Nord Europa e solo recentemente è approdata in Italia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Ha detto che fate da madre alla madre: quindi praticamente siete delle “nonne”. Ma appunto, non bastano le nonne e i familiari ad aiutare le neo mamme?

Sebbene l’aiuto pratico dei parenti sia sempre molto gradito, la donna si ritrova spesso a essere sommerse dai loro consigli, a volte inutili e soffocanti. Questo avviene soprattutto al Sud. Tutte queste intromissioni generalmente vengono vissute con fastidio dalla neo mamma, che si sente delegittimata.  Invece noi abbiamo un approccio diverso: non diciamo alla donna ciò che deve fare, ma le forniamo informazioni, presentandole le varie alternative. Non siamo noi che scegliamo, ma lei, secondo quanto ritiene più opportuno per sé e per il neonato. Attraverso la doula quindi si fortifica il proprio senso materno e magari si riesce anche ad opporsi alle invasioni dei parenti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


E al Nord invece qual è il problema?

L’esatto contrario: le donne non hanno abbastanza aiuto, chiuse come sono in questa nuova famiglia mononucleare moderna che si è venuta a creare soprattutto nelle grandi città. A Milano o Torino a mancare è la rete familiare che sostiene e aiuta una volta che si è tornate a casa dall’ospedale. Certo, ci sono sempre i mariti ad aiutare come possono, ma quando gli uomini sono a lavoro le mamme si ritrovano spesso a casa da sole con una situazione tutta nuova da gestire.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Parliamo di mariti e compagni: da loro venite sempre ben accolte?

No, all’inizio c’è sempre un po’ di scetticismo, ma poi tutti si ricredono. Infatti l’arrivo di un bimbo va a modificare inevitabilmente gli equilibri di coppia e il nostro intervento fa in modo che questi cambiamenti avvengano nel modo meno traumatico possibile. Siamo un vantaggio anche per la coppia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma praticamente che cosa fate?

Per prima cosa cerchiamo di creare delle condizioni che facilitino il rientro della mamma dall’ospedale, quindi per esempio facciamo in modo che l’ambiente sia già predisposto per accogliere sia lei che il bimbo. Poi facciamo in modo di facilitare il legame mamma-bambino, di incoraggiare la madre a fidarsi del suo senso materno. Tutto ciò avviene attraverso attività che possono sembrare banali, ma che sono molto importanti, quali cercare di stabilire una routine, imparare a cambiare il pannolino, riuscire a interpretare il pianto del neonato e aiutarla durante l’allattamento. Quest’ultima è in particolare una fase molto delicata che porta spesso molti dubbi e paure. Inoltre la doula porta in casa un paio di braccia in più: lava, sistema, prepara il pranzo, mentre la mamma impara a gestire la nuova situazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Invece qual è il vostro compito durante la gravidanza e il parto?

Durante la gravidanza aiutiamo la futura mamma a pensare a un progetto di nascita: l’assistiamo cercando informazioni per capire quale possa essere il tipo di struttura ospedaliera più adatto per il parto.  In più la accompagniamo alle visite ginecologiche e fungiamo da supporto emotivo affiancandola in un momento in cui è emozionalmente fragile. Durante il travaglio invece ci prendiamo cura dei bisogni fisici della madre, come bere, mangiare, curare l’ambiente in cui il parto avviene, cercando di creare un luogo sicuro e protetto. Diciamo che mentre l’ostetrica ha la responsabilità della salute della mamma, la doula ha quella del suo benessere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Quali sono le paure più diffuse nelle neo mamme?

Le paure derivano dal fatto che oggi le neo mamme sono persone che non hanno mai avuto a che fare con neonati o che nel loro quotidiano non sono mai state abituate a prendersi cura di bambini piccoli. Cosa che prima, quando c’erano famiglie molto più numerose, avveniva invece di frequente. Non sapere come doversi comportare genera così paura e insicurezza, tanto che a volte anche il semplice cambiare il pannolino può divenire una difficile sfida. Questa “ignoranza” le porta a commettere l’errore di pensare che tutti ne sappiano più di loro. Ma non è così: è solo la mamma a sapere ciò che è meglio per il proprio bambino. Nessun altro. E noi non facciamo altro che renderle consapevoli di questa assoluta verità.


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