di Nicola Imperiale e Marco Giannino

Il ''lavaggio del sangue'' per ripulirsi dalla droga: leggenda metropolitana o realtà?
BARI – Il film è “Le conseguenze dell’amore”, del regista premio Oscar Paolo Sorrentino. C’è Toni Servillo che interpreta un tossicodipendente in “giacca e cravatta”, che ogni anno si reca in una clinica in Svizzera dove pagando migliaia di euro viene sottoposto al “lavaggio del sangue” (nell'immagine una scena del film). Così facendo può continuare a drogarsi, visto che il suo fisico viene di fatto depurato da tutte le tossine e le scorie in esso presenti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Questa del “lavaggio del sangue” però non è solo un’invenzione cinematografica. Basta farsi un giro sul web per trovare persone che si interrogano ad esempio sul come i Rolling Stones, dopo anni di eccessi, riescano a continuare a salire sul palco pur avendo compiuto tutti i 70 anni di età.  La risposta è unanime, per tutti non c’è che una possibilità: “Le rockstar si puliscono il sangue”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Effettivamente, come in tutte le leggende metropolitane, una base di verità ci sarebbe. Il metodo del lavaggio del sangue esiste e prende il nome di “metodo Urod”. La cura, che promette la disintossicazione ultrarapida da eroina e oppioidi, fu anche sperimentata negli anni 90 presso l’ospedale San Raffaele di Milano, ma a causa dei risultati negativi fu bocciata dal Ministero della Sanità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sembra però che l’Urod sia ancora utilizzato in alcune cliniche in Serbia e Svizzera, dove è chiamato “plasmaferesi” e anche in Italia la “religione” Scientology pare che attraverso il programma di riabilitazione  “Narconon” sottoponga i suoi adepti a una “pulizia” del sangue. Tutti trattamenti dai costi elevatissimi, che superano i 7mila euro per un solo giorno di ricovero.  


Abbiamo voluto approfondire e così abbiamo incontrato l’esperto Roberto Gagliano-Candela, professore di tossicologia forense presso l’Università di Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Allora esiste realmente il lavaggio del sangue?

E’ il metodo Urod, inventato in Israele: anche se a volte lo chiamano in maniera diversa si tratta sempre della stessa cosa. Fondamentalmente vengono iniettati farmaci endovena, a volte vengono effettuate trasfusioni, ma soprattutto a essere somministrati sono anestetici e calmanti che addormentano il paziente. Durante la “cura” il soggetto ha delle crisi di astinenza ma non essendo cosciente non avverte i “morsi” della mancata assunzione di droga. E normalmente dopo 24 ore si è dimessi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quindi funziona…

Sì ma è inutile. Non serve sottoporsi a questo metodo per ripulirsi fisicamente, basta non drogarsi per qualche giorno. Basterebbe portare il soggetto in campagna o dovunque non possa comprare droghe e naturalmente assisterlo per 4-5 giorni, il tempo che serve a superare la dipendenza fisica. Un conoscente per esempio ha portato il figlio in barca per una settimana, in mezzo al mare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma il metodo Urod è più facile…

Ma si spendono migliaia di euro. Alla fine la storia è che al posto di restare in astinenza per qualche giorno, si va in clinica, si viene sedati e dopo un giorno ci si rialza “puliti”.  Si fa più in fretta certo, ma così si alimenta un inutile business.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 


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  • Nicola LARICCHIA - Ricordo bene quando scoppiò il caso dell'"UROD". Tutti coloro che l'ebbero utilizzato appena disintossicatisi affermavano di sentirsi rinati. In effetti l'UROD e terapie simili di disintossicazione fisica rapida, non fanno altro che ripulire, nel giro di 24-48 ore, i recettori nervosi dalla droga sotto anestesia totale o quantomeno svegli ma sotto l'effetto di farmaci che non fanno sentire i "morsi" dell'astinenza. Quindi è una ripulitura fisica, ma alla quale deve comunque seguire una terapia psichiatrica. La Provincia di Bari, sotto la spinta dell'allora Presidente Franco Sorrentino, stanziò una somma per favorire la somministrazione e la sperimentazione della terapia similare all'UROD, con ottimi risultati. A Bari se ne occupò il reparto di Anestesiologia e Rianimazione dell'Ospedale DI VENERE di Carbonara con non ricordo quale medico. In Italia, però, vi fu una "levata di scudi" contro quei metodi da parte delle varie comunità di recupero, che temevano stupidamente che potessero far perdere loro dei "clienti". Non sarebbe mai stato così in quanto alla disintossicazione fisica rapida, deve sempre seguire una terapia medico-psichiatrica e la riabilitazione in comunità. La risposta dell'"esperto" interpellato nell'articolo, è abbastanza riprovevole tanto quanto le affermazioni dei responsabili delle comunità!
  • Gianvincenzo - Funziona anke con dipendenza da metadone??
  • Massimo - Funziona con le benziodeprine il metodo urod! Il dopo per me non è un problema ero un tossico mi sono disintossicato da solo e non tocco più niente da 18 anni... basta avere amici veri e cambiare quelli sbagliati .. non credo nelle comunità i miei amici usciti diblivquasi tutti morti
  • Asia - Per quanto sia d'accordo sul discorso costo, devo dissentire all'affermazione dell'autore del post "Sì ma è inutile. Non serve sottoporsi a questo metodo per ripulirsi fisicamente, basta non drogarsi per qualche giorno. Basterebbe portare il soggetto in campagna o dovunque non possa comprare droghe e naturalmente assisterlo per 4-5 giorni, il tempo che serve a superare la dipendenza fisica." E' evidente che la tua esperienza in merito alla dipendenza da sostanze è, fortunatamente, indiretta. Sicuramente può essere stata un tuo oggetto di studio,ma non ha nulla a che vedere con una conoscenza di tipo diretta-personale, perché purtroppo, al contrario di quanto da te affermato, non basta solamente non drogarsi per qualche giorno per ripulirsi fisicamente. O meglio, potrebbe bastare in una dipendenza media da eroina, ma sia la quantità di assunzione da parte del soggetto, sia la modalità d'assunzione (ad esempio un utilizzo endovenoso la rende sicuramente più "pesante" rispetto ad una modalità di inalazione) contribuiscono fortemente alla durata del periodo di crisi di astinenza. Inoltre, quà la menzione viene fatta solamente all'eroina, ma il lavaggio del sangue è indicato per dipendenze da oppiacei in generale, non esclusivamente all'uso di eroina. E, se come detto, generalmente la durata di una crisi d'astinenza per chi utilizza l'eroina in modo medio-regolare è di circa 1 settimana (anche se i sintomi più leggeri perdurano per ancora un'altra settimana,circa), la storia è ben diversa per chi si vuole disintossicare dal metadone, la cui crisi di astinenza è molto più lunga ed impegnativa, arrivando infatti a durare diverse settimane per quanto riguarda i sintomi più intensi, fino a protrarre quelli più lievi per mesi. Quindi, insomma, non è così facile come possa sembrare e se davvero fosse sufficiente "portare il soggetto in campagna o dovunque non possa comprare droghe e naturalmente assisterlo per 4-5 giorni", non avremmo solo in Italia 8 milioni di tossicodipendenti.
  • mario spanò - Sono perfettamente d' accordo con ASIA . Diciamo che una cosa del genere sarebbe fattibile ,se il soggetto intossicato abbia una dipendenza talmente lieve da poter essere superta anche in questo modo. Ma se porti me in mezzo al mare che ho un intossicazione da 150mg di metadone . Ti dico che ad un certo punto se non fai marcia indietro con il gommone "di salvataggio tossico" .......e probabile che prenda il remo e ti butto giù dal gommone , è una battuta ovviamente , ma credetemi conosco gente che lo farebbe senza pensarci mezza volta


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