di Gabriella Quercia

Birra, solo in Italia si beve forte: «I giovani la usano come i cocktail, per ubriacarsi»
BARI - Andate in un qualsiasi pub tedesco, ma anche irlandese, olandese, ceco, persino americano e provate a chiedere una birra ad alta gradazione alcolica. La risposta, all’unisono, sarà: “Non ne abbiamo”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sì perché sono proprio gli italiani ad apprezzare le birre “forti”, quelle che superano i 6 gradi fino ad arrivare anche a 10, ed è solo da noi che è facile trovare giovani con in mano bevande quali l’inglese “Crest” o la scozzese “Tennent’s” (cosa che per assurdo non è facile riscontrare a Londra o Edimburgo dove queste birre vengono prodotte ma non consumate). Nel resto d’Europa ma anche negli Stati Uniti, magari si beve di più, ma in maniera sicuramente più leggera. Ma perché il consumo di birra nel Belpaese è così diverso dal resto del mondo?

«Tra i giovani italiani la birra viene usata per ubriacarsi, così come i cocktail - afferma Nicolò Scoditti, proprietario di un locale barese in via Omodeo che produce birra propria -. Non importa loro che cosa stanno bevendo, da dove proviene e cosa contiene. L’unico obiettivo è quello di comprare una birra il più forte possibile spendendo poco».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Sì è vero – conferma Rosario Piergianni, gestore di un pub in via Mauro Amoruso dedicato al consumo di birra -. La “mentalità” è: bevo perché mi devo sballare. La “Peroni Forte” ad esempio è nata proprio per venire incontro a questa esigenza, altrove a nessuno sarebbe mai venuto in mente di produrre la stessa birra con una gradazione più alta».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

D’accordo, ma anche nel resto del mondo ci sono giovani che la sera si ubriacano. «Sì, ma nel resto d’Europa se ci si vuole sballare si vira sui superalcolici, sui cocktail – continua Rosario - La birra è invece vista come un prodotto di qualità, da sorseggiare e gustare. Nel Regno Unito le birre forti vengono prodotte per l’esportazione: è difficile trovarle persino nei supermercati. Mentre proprio lì è nato il “Camra”, un’associazione che vuole preservare la vera tradizione birraia inglese».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Eccezione nel panorama europeo è il Belgio, Paese dove sono presenti e consumate alcune delle bevande al luppolo a più alta gradazione alcolica. «Ma c’è una bella differenza con noi – spiega Piergianni  -. Lì il consumo di birra è un vero e proprio rito. Si può bere anche pesante, ma si beve poco e lentamente. In Italia invece abbiamo importato dalla Germania il consumo rapido e in quantità e dal Belgio il tenore alcolico più alto. Beviamo più velocemente e più forte. Questo discorso vale anche per Francia e Spagna, che si conformano allo stile italiano».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


In Germania e nell’est Europa invece come detto, si beve tanto ma il consumo si orienta su prodotti poco corposi, leggeri e con una gradazione massima di cinque gradi. Stesso discorso per il mondo anglosassone, le cui birre arrivano a un massimo di cinque gradi. E persino in Irlanda, a essere consumata è la mitica Guinness, una birra di 4,2 gradi: quasi “acqua” in confronto a ciò che ingurgitiamo in Italia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Facendo un giro tra i posti della movida barese, abbiamo solo conferme di ciò che abbiamo scritto. «Personalmente amo molto la birra in genere e soprattutto la Crest- ci racconta la 25enne Silvana- non solo perché mi piace il sapore ma soprattutto perché improvvisamente divento brilla. Quindi bevo una cosa che mi piace e che mi dà subito “l’effetto alcolico” desiderato».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Onestamente mi capita spesso di bere birre come la Crest, la Tennent’s o la Gordon- afferma il 22enne Giuseppe, in attesa di acquistare una Crest in lattina dai distributori automatici in piazza Mercantile-. Costano poco e ti danno una giusta ebbrezza». E il suo amico e coetaneo Gianluca chiarisce: «Non sempre si hanno soldi da spendere in elaborati cocktail che ti danno più o meno lo stesso effetto. È quindi la birra forte diventa un buon compromesso».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Non ci sono dubbi quindi, in Italia la birra è considerata una bevanda per ubriacarsi e bere in compagnia: è invece il vino il “nettare” adatto a essere sorseggiato e gustato. Negli ultimi anni tuttavia, complice l’homebrewing, la produzione di birra casalinga e la nascita crescente di piccoli produttori artigianali, si sta cercando di proporre anche la birra come bevanda da “meditazione”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Noi piccoli produttori stiamo facendo di tutto per riabilitare l’immagine che la birra ha in questo Paese -  afferma Nicolò -. C’è da dire però che spesso sono le stesse industrie a creare disinformazione. Quante volte mi è capitato di sentire che la birra va bevuta ghiacciata. Nulla di più falso. Il freddo uccide gli aromi e la fragranza, anestetizzando le papille gustative. Eppure è la stessa Peroni che pubblicizza la birra in questo modo. Continuando così sarà difficile far cambiare idea ai consumatori e per la birra non rimarrà che un futuro da bevanda di secondo livello».


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