di Mina Barcone

Caccia, spettacoli e sicurezza negli aeroporti: il falco torna protagonista
BARI - «L'animale cacciatore per eccellenza? Senza dubbio il falco: ha uno scheletro e un piumaggio che permettono una straordinaria rapidità in volo e un'efficacia incredibile nella cattura di prede vive». Parole di Matteo D'Errico, 41enne leccese, che da 25 anni si dedica a un'insolita professione: quella del falconiere, dell’addestratore di falchi. L’uccello rapace viene infatti impiegato sempre più spesso in attività venatorie, per una caccia “alternativa” e anche per spettacoli di rievocazione medievale e negli aeroporti, per scacciare i gabbiani che rischiano di essere risucchiati nei motori degli aerei. (Vedi foto galleria)

Un ruolo importante quello dell'affascinante volatile, al quale la Puglia ha già regalato "momenti di gloria" in passato. L'arte della falconeria, conosciuta sin dall'antico Egitto, fu un chiodo fisso di Federico II di Svevia, re di Sicilia (e quindi anche della Puglia) nella prima metà del 13esimo secolo. Il sovrano, che legò il suo nome alla costruzione del Castel del Monte, la esercitava spesso nella Capitanata, il suo territorio prediletto e scrisse persino un trattato sull'argomento.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I falchi, dicevamo, sono utilizzati nella caccia. «L'abbattimento di un altro animale avviene attraverso l'agilità e la bellezza dei suoi movimenti e non maneggiando semplicemente un fucile», sottolinea D’Errico, che spiega come avviene una battuta di caccia di questo tipo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Tutto si svolge attraverso la cooperazione tra un cane da ferma e il falco – dice -. Il cane una volta individuata una preda non la insegue, ma si ferma e la segnala. Il rapace, vedendo la posizione del suo "alleato", capisce la zona da attaccare. A questo punto il cane comincia a correre velocemente ad esempio verso il fagiano o la lepre, che ovviamente prova la fuga. Il falco però si getta in picchiata e lo colpisce, solitamente al collo e poco importa che il suo peso di circa 600 grammi sia spesso inferiore a quello della bestiola aggredita: quasi sempre riesce ad aver la meglio».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Alcuni tipi di falchi, quelli "di alto volo", come i pellegrini, i sacri e i lanari, sono più utili nelle aree di pianura, mentre quelli "di basso volo", quali gli astori e gli sparvieri, possono destreggiarsi anche sui pendii e nelle zone boschive.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Addestrare un falco per la caccia è comunque la «vera vocazione della falconeria», come sottolinea l’esperto, a cui invece non va giù l’uso che si fa del rapace per scopi puramente spettacolari, come le rievocazioni medievali, durante le quali gli uccelli vengono liberati per eseguire voli coreografici sopra le teste di spettatori estasiati. «Nelle esibizioni – sostiene Matteo - il falco è solo un attore inconsapevole "manipolato" per far parte di uno spettacolo allestito dall’uomo. Impiegandolo nella caccia invece la sua indole naturale rimane pressochè intatta».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


E se da un lato i falchi possono essere letali per gli altri animali, dall'altro sono vitali per salvare vite umane. In alcuni aeroporti, quello di Bari compreso, da alcuni anni vengono sfruttati per cacciare gli stormi di uccelli (gabbiani soprattutto) che spesso affollano le piste di atterraggio e decollo. «I gabbiani possono essere risucchiati dagli aerei – dice il falconiere - andando ad ostruire i motori: è il cosiddetto "bird strike", che può compromettere il funzionamento dei velivoli e la sicurezza dei passeggeri. In soli cinque minuti riusciamo ad allontanarli con una serie di attacchi controllati a opera dei nostri falchi: un rimedio sicuro, veloce e soprattutto naturale». (Vedi video)

Ma come si addestra un falco? È fondamentale che l'esemplare abbia un'età giovane, in modo tale da poter instaurare una certa sintonia con l’uomo sin dai primi mesi di vita. Il modo migliore per guadagnare la sua fiducia è soddisfare il suo bisogno primario di mangiare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Ad esempio - spiega D’Errico - si può prendere in mano un pezzo di carne e nasconderlo nel pugno, lasciandone una minima parte all’esterno. Il falco, cresciuto nella voliera e quindi abituato alla presenza umana, prima o poi atterrerà sul pugno, magari per pulirsi le penne o gli artigli e scorgerà il brandello di cibo esposto alla sua vista. A quel punto lo mangerà, ottenendo così una risposta favorevole da quel nostro gesto. In fondo si tratta di un animale opportunista: non accetta carezze, non torna dall’uomo per amicizia o sottomissione, ma soltanto per condizionamento e convenienza».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Matteo parla di animale “cresciuto in voliera” perché è assolutamente vietato dalla legge italiana catturare un falco in natura. L’unico modo per detenerne uno è quello di acquistarlo in uno dei negozi autorizzati,  tenendo conto che la spesa può toccare anche i mille euro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel  video del 2011 (di Paola Sarappa) i falchi impiegati sulla pista dell’aeroporto di Bari contro il bird strike:


 
 


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