di Federica Calabrese

"Kepown", il social che raccoglie gli scrittori a cui le case editrici hanno detto "no"
«Dopo aver ricevuto il rifiuto di diverse case editrici ho trovato finalmente il modo per poter pubblicare liberamente». La 28enne Erika è uno dei 1500 scrittori che popolano “Kepown”, il primo social network italiano nato per raccogliere e condividere poesie e racconti di autori che non hanno mai avuto la possibilità di stampare i propri lavori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Persone che dopo aver ricevuto dei sonori “no” dagli editori hanno capito che per loro ci poteva essere una seconda opportunità legata al mondo di internet. Hanno così approfittato di questa piattaforma che, lanciata nel dicembre 2020, in pochi mesi è già diventata un punto di incontro per narratori e lettori di tutte le età.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Ci piace definirci un pianeta abitato da romanzieri liberi, in cui ogni storia è unica e irripetibile, pubblicabile, condivisibile e tramandabile ai posteri», ci spiega Elisabetta de Dominis, ideatrice di Kepown, progetto risultato vincitore di un bando dell’Unione Europea.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il nome deriva dall’inglese keep-own, ovvero “mantenere il proprio”. L’intento è quindi quello di permettere di conservare testi e memorie in un proprio cassetto digitale imperituro. Un “pianeta” che però non è privato ma pubblico e soprattutto interattivo, visto che ciascuno degli utenti può commentare, condividere e seguire lo sviluppo dei “volumi” preferiti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«L’interazione è fondamentale e rappresenta un qualcosa in più rispetto alla “carta” – afferma il 41enne Giovanni, “penna virtuale” -. Questo “luogo d’incontro” è infatti importantissimo per aiutarci a indirizzare le nostre storie in modo che possano attrarre un numero maggiore di lettori».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il social rappresenta quindi una “palestra” che permette di “aggiustare” la propria scrittura nella speranza, chissà, di vedere in futuro il proprio lavoro pubblicato su carta. «Per dieci anni ho inviato i miei racconti a grandi e piccoli editori non ricevendo mai alcuna risposta - confessa la 45enne Anna -. Ora però finalmente sono riuscita a farmi leggere, anche se non rinuncio ancora al sogno di ammirare un giorno il mio nome sullo scaffale di una libreria».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Lo stesso desiderio condiviso dalla 37enne Elena, che dopo aver visto il suo romanzo respinto perché “non commerciabile”, ha deciso di presentarlo da sé, editandolo come “Kebook” (il libro di Kepown). «La mia opera non ha nulla da invidiare a quelle stampate – dichiara -. Su questo social i testi sono ben impaginati e per un narratore è bello ricevere anche dei feedback immediati. Naturalmente spero che per me questa possa rappresentare una vetrina».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tra le caratteristiche della piattaforma c’è anche quella di poter inserire un “pin gps” per geolocalizzare la propria opera letteraria, oltre a una data che permette di seguire su una linea temporale lo svolgersi dei lavori postati. «La possibilità di ambientare la storia nel tempo e nello spazio la trovo geniale: riesce a portare il lettore nel nostro mondo e a permettergli di seguire i protagonisti luogo dopo luogo, momento per momento», sottolinea la “kewriter” Erika.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E sebbene il sito sia completamente gratuito, i romanzieri possono anche avvalersi di opzioni aggiuntive a pagamento. «Abbiamo pensato di offrire agli utenti una serie di servizi - ci spiega il 31enne leccese Giorgio Giustizieri, responsabile marketing del progetto -. Dalla correzione di bozze all’editing, dal ghostwriting alla traduzione, mettiamo a disposizione degli autori giovani professionisti che possono aiutarli a migliorare il proprio lavoro».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Kepown ha già raggiunto 1500 utenti in Italia, ma vorrebbe ora allargarsi al resto d’Europa. «La piattaforma è stata tradotta in inglese ed è potenzialmente utilizzabile in qualsiasi lingua - svela il ceo Uberto Fortuna Drossi -. Oltre a una presentazione a New York in agenda ma rimandata causa Covid, abbiamo in programma l’apertura di una redazione anche in Francia e Spagna. Perché il mondo è pieno di scrittori delusi che vorrebbero solo rivelare sè stessi».


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  • Vito Petino - NON VADO AD ALIMENTARE LA CALCA DEGLI IGNOTI. Ho scritto in oltre mezzo secolo pagine per almeno 100 libri, inoltre pensieri, saggi sociali e politici, racconti vernacolari, storie di sport, sindacali e di mala, storie popolari, di media e alta borghesia, saghe familiari e romanzi storici. Un volume tale di scritti da nobel. Non vado a farmi scopiazzare miei pensieri in una massa anonima di Nicolette e Raffaeli, così come accade su FB, da cui copiano di tutto. E un pezzo qua, uno là e n'altro dal basso, chi ha soldi mette insieme un libraccio per tentare di recuperare almeno le spese. Per me o SELLERIO, MONDADORI E RIZZOLI, o niente. Ciao...


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