di Marco Montrone

Berlusconi? Vero, c'è stato accanimento giudiziario. Ma la guerra l'ha voluta lui
Dopo la sentenza che ha condannato Silvio Berlusconi a 4 anni di carcere, gli italiani si dividono. C’è chi parla di “accanimento giudiziario” nei confronti dell’ex premier e chi invece pensa che Berlusconi paga perché ha commesso un reato, come sarebbe avvenuto per qualsiasi altro cittadino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In realtà sono vere entrambe le cose. Berlusconi ha commesso un reato, certo, ma è anche vero che la magistratura  a un certo punto ha deciso di fargli la guerra. Perché negarlo? Quale persona o personaggio in passato ha avuto così tante “attenzioni” da parte dei pm? E’ chiaro da parte della magistratura c’è stata la volontà di andare a scovare tutto ciò che Berlusconi aveva fatto di sbagliato. Tutto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma è stato Berlusconi a volere questa guerra. Avrebbe potuto evitarla. Invece ha deciso di non dimettersi mai da alcun incarico, di non presentarsi ai processi, di insultare pubblicamente la magistratura. Soprattutto  ha fatto approvare in Parlamento le cosiddette “leggi ad personam”, tese di volta in volta a trovargli un escamotage che gli permettesse di non essere giudicato. E’ arrivato persino a far approvare leggi  di “salvezza preventiva”, come la depenalizzazione del reato in bilancio.  In più mettiamoci dichiarazioni tipo "è giusto evadere le tasse" e si capisce come sul piatto qui, non c’era un semplice processo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La condanna a Berlusconi è la condanna a un modo di essere cittadino e personaggio politico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Berlusconi rappresenta l’italiano che vede nella Legge un ostacolo a "farsi i fatti propri", che vede nelle Istituzioni organismi tesi a garantire dei privilegi. Non è “berlusconismo”, è “italianismo”. E’ sempre stato così: in Italia, troppo spesso, la Legge è stata vista come una “scocciatura”. Se Berlusconi continua a raccogliere tanto consenso è perché lui rappresenta l’italiano medio. Non certo per il reddito, ma per il suo modo di intendere il Paese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ciò che dice Berlusconi è vero. Lui ha salvato il vecchio modo di fare politica, quello della Prima Repubblica. Se non ci fosse stato lui, nei primi anni 90, probabilmente l’Italia avrebbe seguito un cammino diverso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qui non diciamo che questo cammino sarebbe stato migliore (anche perché non possiamo saperlo), ma sicuramente si sarebbe fondato su principi diversi, come ad esempio quello per cui la Legge è una risorsa, è un baluardo della democrazia e del tentare di vivere in un Paese in maniera civile.  

Quello tra Berlusconi e la magistratura (in assenza di una proposta politica alternativa e seria) è stato quindi uno scontro sul futuro dell’Italia. Per 20 anni Berlusconi ha vinto tutte le battaglie e ha quindi potuto imporre “la sua Italia”, in continuità con quella voluta nei decenni precedenti dai vari Craxi e Andreotti. Ora per il nostro Paese si potrebbe invece aprire una strada nuova. La speranza è che non sia decisa, ancora una volta, dalla magistratura. Deve essere la Politica, quella con la P maiuscola a voler di nuovo assumere, dopo tanti anni, un Ruolo che ha appaltato ad altri: quello di dare un futuro credibile al nostro Paese.    


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