di Eva Signorile

Mestieri anti crisi: una coppia di Bitonto si inventa il ''calzolaio itinerante''
BARI -John F. Kennedy amava ripetere: «Scritta in cinese la parola crisi è composta di due caratteri. Uno rappresenta il pericolo e l'altro rappresenta l'opportunità» o, per dirla con altre parole “la crisi aguzza l’ingegno”. E’ proprio che deve aver pensato una coppia di Bitonto, quando si è trovata a fare i conti con le difficoltà economiche. Raccontiamo la storia di Antonia e di suo marito, che hanno riportato in auge un mestiere ormai in estinzione, quello del calzolaio, rivisitandolo in chiave "itinerante" e riuscendo, in questo modo, a scongiurare la chiusura del laboratorio artigianale di famiglia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il furgoncino color tortora (vedi foto galleria), con la scritta “Calzolaio” ben in vista su tutti i lati, e sul tettuccio, lo si scorge anche da diversi metri di distanza, tra i teli colorati delle bancarelle e la gente che affolla il mercato del quartiere barese di Santo Spirito. A sorpresa dal vano laterale salta giù una donna minuta, con una corona di onde nere a incorniciarle il giovane volto: non dimostra più di una trentina d'anni.  Diverse signore sono già in fila davanti al mezzo, mentre lei, come una consumata donna in carriera, parla, fa cenni con il capo, risponde al telefono, prende appuntamenti e dà indicazioni stradali per raggiungerla al mercato del giorno dopo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tutto questo da un anno e mezzo. Antonia si alza presto la mattina e con il suo furgoncino attrezzato raggiunge uno dei mercati settimanali che si alternano nei pressi di Bitonto, dove risiede con il marito e un figlio di 10 anni. Per lavoro lei raccoglie scarpe, borse e cinture delle clienti e poi le porta al “laboratorio”, come lei lo chiama, per farle riparare dal marito. Una settimana dopo, i clienti hanno indietro i loro accessori quasi come nuovi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«L’idea è venuta a mio marito – ci racconta – un anno e mezzo fa le cose per noi non andavano molto bene. A causa della crisi, il lavoro scarseggiava in laboratorio e io avevo anche perso il posto di assistente e donna di compagnia di una signora. Non riuscivamo più a  coprire le spese: non ce la facevamo a pagare le tasse e le bollette e per qualche tempo abbiamo temuto di dover chiudere l’attività».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La coppia però non si arrende a un destino che sembrava segnato. Il marito di Antonia ha un’idea: se il lavoro non arrivava da loro, allora ci si doveva muovere per andare ad acciuffarlo. È così che, su suggerimento del coniuge,  Antonia si trasforma da casalinga forzata in autista di un folcloristico furgoncino che staziona nei mercati di Palese, Santo Spirito e Bitritto. La trovata sembra funzionare: Antonia è richiestissima e intervistarla è un’impresa perché siamo interrotti continuamente da signore che consegnano scarpe e borse, o che vengono per ritirare ciò che hanno lasciato la settimana precedente. «Se parliamo di “calzolaio” – spiega Antonia – pensiamo immediatamente alle scarpe, ma noi ripariamo di tutto: giubbotti, tende e sedie».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


La sua giornata lavorativa non si esaurisce  con i soli tour dei mercati: all’ora di pranzo, torna casa, prepara da mangiare e resta con il figlio fino alle 16, poi raggiunge il laboratorio, dove il marito è al lavoro dal mattino presto. «Stamattina – ci dice – lui era lì già alle 7 meno un quarto e in genere lavoriamo almeno fino alle 22.30, ma non sono rari i giorni in cui torniamo a casa anche dopo mezzanotte».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il lavoro c’è. Quindi momentaccio superato? «Diciamo che abbiamo scongiurato il peggio – sottolinea Antonia -  e siamo riusciti ad evitare la chiusura. Questa attività nei mercati ci permette di coprire tutte le spese, ma certo non possiamo ricavare due stipendi da tutto questo lavoro né, tanto meno, possiamo permetterci di assumere un altro dipendente: i costi sarebbero troppo alti. Per il momento, dobbiamo continuare a lavorare solo io e mio marito».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Le chiediamo se è contenta di questo nuovo lavoro, lei ci pensa un po’ su poi si stringe nelle spalle è rilascia un pragmatico «è quello che di meglio c’è adesso. E comunque, ormai conosco molta gente, tanti clienti ritornano. Va bene così».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Lasciamo Antonia a gestire un nugolo di donne con carrelli della spesa e accessori di vario tipo. Forse lei e suo marito non diventeranno ricchi, anche se  noi glielo auguriamo, ma di sicuro hanno vinto la sfida più difficile per una coppia: rimanere uniti “nella buona e nella cattiva sorte”, nell'attesa di tempi migliori per il loro laboratorio.


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Eva Signorile
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  • Evgenia Motz - Ciao, come mi manca la signora del furgoncino in Germania. Non si trova niente in genere qui a Stoccarda. I lavori costano troppo e nessuno voglia aiutarmi, se avesse un idea a trasformare una borsa a gusto mio o cambiare il colore del giubbotto di pelle dopo gli esperimenti con mio figlio.. ;) Antonia, vale la pena a fare un giretto più lungo!


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