di Carlo Maurantonio - foto Antonio Caradonna

Bari, la storia di "Marco buongiorno": il clochard che saluta tutti con un sorriso
BARI – Lo abbiamo raccontato più di una volta: la zona della Stazione Centrale è quella che accoglie la maggior parte dei vagabondi di Bari: persone che non hanno una casa, un lavoro e che vivono con problemi legati all’alcolismo e alla droga. Tra di loro c’è chi riesce ad essere accolto nei dormitori pubblici e chi invece passa la notte sui marciapiedi, riposando su “letti” realizzati con i cartoni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma tra i tanti clochard che chiedono l’elemosina in città ce n’è uno molto particolare: un signore che la vita per strada l’ha scelta. Lui gira l’Italia con la consapevolezza di sentirsi libero e ponendosi nei confronti dei passanti sempre in maniera allegra e cordiale. Si chiama Marco, ha 47 anni ed è presente ogni giorno sul cavalcavia pedonale che congiunge l’extramurale Capruzzi al centro cittadino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Io non chiedo mai soldi, a me basta un sorriso. E questo mi fa stare bene», ci dice il simpatico homeless, che da tutti è conosciuto come “Marco buongiorno” per via del suo modo di salutare indistintamente chiunque attraversi il ponticello.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quando lo incontriamo è seduto sui gradini, indossa un cappello rosso sui capelli biondi ed è intento a parlare con un passante. (Vedi foto galleria)

«Sono originario di Udine e sono arrivato a Bari per caso, nel 2013 – afferma –. Prima ero nel Foggiano e prima ancora in Toscana. La mia storia di vagabondo inizia però 15 anni fa, in Piemonte: lavoravo in una grande azienda e avevo dei capi che mi dicevano cosa fare. Non vivevo bene, mi sentivo incatenato ed ero sempre burbero con tutti. Così un giorno ho mollato tutto: ho lasciato anche la mia compagna e i miei due figli e sono saltato sul primo treno. Da allora giro l’Italia, senza meta: sono libero e non devo dare conto a nessuno, se non a me stesso».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Gli chiediamo se i figli non gli manchino. «Non li vedo da quando sono partito – risponde - ma un giorno tornerò a trovarli, non ora però, il momento non è ancora arrivato».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Notiamo che accanto a lui si trova un cartone con su scritto: “Ciao. buongiorno gioviale e sorridente”. «Ogni giorno penso a una frase diversa – ci confida -. Poi quando vado via lascio qui il foglio così da permettere a tutti di leggerlo, anche quando non ci sono. Il mio scopo è regalare gioia».  

All’inizio però non è stato facile farsi accettare. «I baresi pensavano che li prendessi in giro e mi mandavano a quel paese – racconta Marco -. Poi però pian piano hanno cominciato a conoscermi e ora c’è chi viene spontaneamente a salutarmi e a donarmi qualche soldo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In effetti mentre parliamo diverse persone si fermano a chiedergli come sta e una signora gli offre anche una sigaretta. La sera c’è poi chi gli dà una mano, ospitandolo nell’ex Caserma Rossani.

Ma come tutti gli uomini anche Marco ha un sogno: «Vorrei andare sempre più a sud, arrivare in Africa o in America Latina, per vivere sul mare, mangiare i frutti dagli alberi e farmi la doccia nell’oceano». A noi non resta che augurarglielo, come lui augura sempre a tutti “una buona giornata”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

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  • B. M. - "Così un giorno ho mollato tutto: ho lasciato anche la mia compagna e i miei due figli e sono saltato sul primo treno." Mi baso sulle dichiarazioni rilasciate: cioè il signore non vede i suoi figli e la sua compagna da 15 anni, non gli interessa di essere sparito? Non crede che forse ai suoi figli manca la sua presenza e il suo sorriso col buongiorno, non gli interessa di averli lasciati a cavarsela da soli? E saluta tutti col sorriso? E cosa c'è da descrivere in maniera romantica? Ma di che stiamo parlando? E' questa la libertà? Quella di fare del male a chi ti vuole bene e sorridere agli sconosciuti? Di vivere di una carità-amore basilare che ci si è rifiutati di offrire? Bello sorridere e fuggire: ma bisogna restare per sorridere veramente. Tutto il resto è solo egoismo e menefreghismo. E gli si augura pure di inseguire e realizzare il suo sogno, quando ci sono genitori che ogni giorno si spaccano la schiena (per non dire altro) per cercare di costruire qualcosa per i propri figli, che rinunciano ai loro sogni per loro; quando ci sono figli che si rompono la schiena per cercare di aiutare i genitori che non ce la fanno? Ma stiamo scherzando? Stiamo giocando?
  • alienoameno - Si chiama egoismo; in sostanza quando uno pensa al proprio tornaconto ed al contempo si trova una scusa che non lo faccia sentire tutti i giorni quello che è, cioè una lota. E'facile criticare gli altri, ma allo stesso tempo non tutti hanno il medesimo livello di cazzimma(egoismo); posso capire ed approvo l'abbandono di compagne/compagni trifola/palle, dimissioni da posti di lavoro "tossici", ma i figli che colpa hanno? Abbandonare i propri figli e sorridere tutti i giorni agli sconosciuti non la reputo una cosa da persona normale nè il gesto di uno spirito libero nè una cosa poetica.; è solo cazzimma.


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