A Monopoli c'è una spiaggia segreta: è nascosta nella grotta "dei due ingressi"
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mercoledì 3 ottobre 2018
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di Ilaria Palumbo - foto Antonio Caradonna
Si tratta di una cavità naturale le cui due aperture sono ostruite da grossi massi: rocce che celano alla vista un vero paradiso terrestre. Sì perché, se si ha l’ardire di arrampicarsi e superare i suddetti macigni, ci si ritrova in un attimo immersi in una grande caverna che svela un arenile immacolato: una sorta di spiaggia “al coperto” dalla bellezza selvaggia e dall’atmosfera romantica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Siamo andati a visitarla (vedi foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per raggiungerla imbocchiamo via Procaccia, la strada che partendo dal centro storico di Monopoli fiancheggia poi tutto il litorale. Superata la sala ricevimenti Copacabana, scorgiamo accanto a una villa rossa una stradina che ci permette di raggiungere la costa. A quel punto ci basta percorrere duecento metri in direzione sud per scorgere un’insenatura rocciosa: la cosiddetta “Cala Cerasa”.
Sul costone destro vediamo aprirsi i due “ingressi” che caratterizzano la nostra grotta. Il primo però è inaccessibile, completamente invaso dal mare. Decidiamo di entrare dal secondo, calandoci da sopra e usando i vari massi come “scala”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Con non poca difficoltà, abbassando la testa, riusciamo così a inoltrarci nell’antro sotterraneo. E una volta alzati gli occhi ci ritroviamo davanti a un ambiente che si rivela in tutta la sua bellezza e unicità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il rifugio, avvolto nella semioscurità, ospita infatti una spiaggia fatta di sabbia fine molto chiara, circondata da rocce cesellate, scavate dalla forza delle onde nel corso del tempo. Attorno a noi le pareti dolcemente ondulate sono completamente ricoperte da muschio, che colora la pietra calcarea di una patina verde opaco, rendendo l’ambiente ancora più selvaggio e “primordiale”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Raggiungiamo l’arenile, sedendoci accanto a un tronco piantato nella sabbia da qualcuno che ha visitato la grotta prima di noi. Ammiriamo così l’acqua azzurra e cristallina che lambisce con piccole e soavi onde la spiaggia. E mentre siamo immersi nel silenzio, al riparo dal vento, illuminati solo dalla fioca luce che entra da uno dei due ingressi, ci sembra di essere stati catapultati in qualche film ambientato in posti lontani ed esotici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Una “piscina naturale” che non possiamo lasciare senza prima immergerci nelle sue acque, assaporando così fino in fondo il fascino di un luogo intimo e ignoto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
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