di Eva Signorile

Bari, il Quartierino: storica ''isola'' edilizia ai margini della città
BARI - C'è una zona a Bari, estremo lembo a ovest del quartiere Picone, che appare quasi come un triangolo, la punta spezzata di un coltello che si conficca tra i rioni Picone, Poggiofranco e Libertà, con viale Pasteur, via Delle Murge e via Cifarelli a segnarne i margini estremi. E’ il cosiddetto “Quartierino”, frequentato solo ed esclusivamente da chi vi risiede. E in effetti questa zona, sorta a partire dagli anni 60, ha rappresentato per anni nell'immaginario dei baresi il luogo privilegiato di una borghesia in cerca di tranquillità e di un luogo che le garantisse una certa "distanza di sicurezza" dal resto della cittadinanza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Fino agli anni 80, non era raro ascoltare frasi scherzose del tipo "ma sei del Quartierino?" , a sottolineare un certo divario nel modo di parlare, di comportarsi, persino di vestirsi degli abitanti di questo “rione”. Ma i tempi cambiano per tutti e le cronache più recenti hanno finito col trasmetterci della zona un'idea completamente diversa dalle origini, fatta di campi nomadi e di una massiccia presenza di prostitute nella ore serali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma non è di questo che vogliamo parlare in questo articolo: preferiamo limitarci ad osservare come si vive e come è fatta quest’”isola” alle porte di Bari. (Vedi foto galleria)

Partiamo da via Pietrocola, al suo incrocio con via Michele Cifarelli, a ridosso dei binari che un tempo separavano questa strada dall'Estramurale Capruzzi: un passaggio a livello ormai scomparso a segnarne il confine. Ci troviamo al confine tra la parte Sud e quella Nord di Bari. Alle nostre spalle si intuiscono le eleganti geometrie di villa Romanazzi-Carducci e dei suoi giardini, qualche decina di metri più avanti si trova invece il fatiscente “Far West” di Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Alla nostra destra un susseguirsi di vecchi edifici: alcuni tarlati dal tempo, altri, decisamente più datati, in vistosa decomposizione. Ma ce ne sono alcuni che hanno invece riacquistato una nuova gioventù dopo accurati restyling. In questo disordine edilizio un po' rétro spiccano le due insegne del Teatro Purgatorio, che manda in scena commedie in vernacolo barese. La strada termina pochi metri più su, concludendo un triangolo che ha come lati via Cifarelli e via Cimmarrusti, la stradina che costeggia la parte retrostante del Conservatorio Piccinni, da cui si intravede l'imponente costruzione dell'auditorium Nino Rota.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il vertice del triangolo è rappresentato da quel che resta di una vecchia fontana pubblica: proprio qui si congiungono le vie Cimmarrusti e Pietrocola. Nel mezzo, tra le due brevi e strette stradine fa da trait-d'union il rudere di una costruzione molto antica che in epoca più recente ha ospitato i locali di un'impresa pubblicitaria. Pochi metri più a monte, una puntigliosa segnaletica ci avverte che da qui inizia il "primo tratto" di via delle Murge, che proseguirà placidamente fino a morire al n. 76/A, nei pressi delle rovine di una grande e leggendaria masseria.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Proseguiamo dritto lungo quest'unica strada che sfocia su un ponte, anzi su un "ponticello", come lo chiamano da queste parti. Sulla nostra sinistra, in basso, un fitto strato di vegetazione selvatica e ancora ruderi. Proseguendo lungo il ponticello, alla nostra destra incrociamo i binari della ferrovia Appulo-Lucana. Vista da qui, la stazione con i suoi treni colorati, sembra il plastico ferroviario di un gigante buono che si è attardato nei suoi giochi d'infanzia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Questo tratto del Quartierino sembra un luogo fuori dal mondo. O almeno fuori da Bari. I binari continuano anche dall'altro lato del ponticello, perdendosi in una città che nel silenzio del luogo sembra lontanissima. Al termine del ponte inizia la parte nuova del rione. Un'ordinata scacchiera di eleganti condomini circondati dal verde. Subito dopo il ponte, a sinistra, troviamo un parco-giochi privato per bambini, a seguire un'autocarrozzeria: assieme a una salumeria e a un asilo privato, entrambi in via Martiri d'Avola, sono gli unici servizi del quartiere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Le strade alla nostra destra portano tutte su viale Pasteur. Imbocchiamo la prima fra queste: via Pietro Colletta. Alla nostra destra ci segue, instancabile, il muro della stazione Appulo-Lucana: terminerà solo in viale Pasteur, nella piccola stazione denominata "Bari-Scalo". Alla nostra sinistra ci accompagnano invece diverse costruzioni signorili che hanno il loro culmine nell'altro teatro del Quartierino: il Barium, il cui ingresso incrocia via Monsignor Daniele Comboni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Torniamo su via delle Murge. Incontriamo un uomo con il suo cane. «Qui non si sta poi male - ci dice - ma è una zona un po' isolata, con pochi servizi. Soprattutto per gli anziani è un problema fare la spesa». Ci si deve spostare verso il vicino ipermercato, oppure verso i negozi di via Capruzzi. Per chi non ha la macchina è un problema.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Imbocchiamo via Martiri D'Avola fino a incrociare, sulla destra, l'unico locale commerciale della zona: la salumeria, che è anche fruttivendolo. Entriamo. Si capisce subito che non è un negozio come quelli a cui siamo abituati. Il proprietario conosce tutti e chiunque entra scambia volentieri due chiacchiere e un sorriso: ci sono tre persone e non è ben chiaro chi sta acquistando cosa, ma tutti parlano e ridono. «Non sarete mica venuti qui per fare un altro servizio in cui si dice che qui c'è degrado?», ci chiede il salumiere sulla difensiva. Tutti gli occhi dei presenti si concentrano su di noi. Siamo in evidente minoranza e con sollievo rassicuriamo il tipo che «siamo venuti in pace».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tutti ci confermano che questo è l'unico locale della zona. «C'è stato un tempo in cui qui esisteva “persino” un'edicola - ci dice una signora bionda che indossa un camice -. Ma io lavoro qui da dieci anni e quando sono arrivata già non c'era più». Non c'è neanche un ufficio postale in zona. «Ma la volete sapere una cosa da ridere? - sottolinea il proprietario con aria sorniona indicando le due caselle postali di fronte all'ingresso - è la cosa che funziona meglio in tutto il quartiere: ogni giorno, a mezzogiorno in punto passano i postini a ritirare le lettere». L'idea che esistano ancora delle cassette postali, per giunta funzionanti, ci convince definitivamente che siamo finiti in un “buco spazio-temporale”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A riportarci alla realtà è sempre la voce del salumiere, che nel frattempo ha continuato ad affettare e impacchettare quantità indefinite di salumi. «Il posto lo fa anche chi lo abita - ci dice serio - se io passo e butto la carta per terra, sono io ad aver sporcato, non lo spazzino che non passa a pulire». «E' vero - gli fa eco la signora bionda -. Vedete? Adesso la strada è pulita, non ci sono più gli escrementi dei cani e sapete perché? Merito di Antonio».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La signora lavora nel centro di fronte che ospita persone con disagio psichico: Antonio è uno dei pazienti. Ogni mattina esce a controllare le persone che escono con i cani, e se qualcuno non provvede alla rimozione degli escrementi, lui ha pronto un rimprovero. Il suo servizio di vigilanza, il suo senso di civiltà, hanno dato i loro frutti: la zona è effettivamente pulita.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La vita del quartiere sostanzialmente si concentra qui: il resto dell'area è un'ordinata sequenza di palazzi poco alti e con tanto verde intorno: tra i giardini dei condomini e le aree incolte, il Quartierino sorprende per la sua vegetazione. Inoltrandoci  scopriamo addirittura un piccolo e ordinato uliveto. La modernità dei palazzi sorti a partire dagli anni 60 convive qui con i resti di un passato anche molto lontano e con alcune eleganti e storiche ville che punteggiano via Delle Murge e concludono il quartiere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Viale Pasteur è costantemente a pochi passi da noi, ci affacciamo un attimo su questa arteria a sbirciare il discusso rudere della ex clinica La Madonnina, spesso al centro dell'attenzione perchè diventato meta di barboni e nomadi. Basta spostarci di poco all'interno del Quartierino e già il rumore delle auto su viale Pasteur è quasi un ricordo: un gatto bianco e nero si gode placido l'eccezione di sole che questo marzo piovoso ci ha concesso. L'altezzoso sguardo del felino è l'ultimo souvenir del luogo, prima di ripercorrere a ritroso la strada e incrociare nuovamente via Cifarelli. Siamo di nuovo in città.


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Eva Signorile
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  • anna maria lupo - Una bella favola!
  • daniele manzari - In questa zona cosi' ben descritta e' sorto il nuovo ponte che conduce alla parte retrostante del cimitero . Il ponte in questione e' stato denominato provvisoriaiamente: Ponte Adriatico... Ho letto tempo fa che si cercava un nome da attribuire al ponte in questione... Vorrei suggerirte il nome di un marttire italiano dimenticato immeritatamente. Il nome che suggerirei e' ENRICO MATTEI .deceduto per un attentato al suo aereo dalle sette sorelle USA del petrolio... Enrico Mattei ebbe l'incarico dal govrno di mettere in liquidazione l'ENI ma lui fece esattamente il contrario... Potenzio' l'ENI con sette stabilimenti sparsi in Italia denominati PIGNONE, uno dei quali a BARI chiamato PIGNONE SUD... In quello di Bari confluirono e furono assunti oltre mille gioivani di Bari e provoincia i quali oggi godono di una pensione grazie all'intuito e all'istinto menageriale di ENRICO MATTEI. .. La lunga storia l'ho appresa attraverso il computer e penso vada ricordato perche' ha pagato con lat morte e merirerebbe che il suo nome venisse dato a al ponte denominato provvisoriamente Ponte Adriatico, il pontr duinque dovrebbe chiamarsi: PONTE ENRICO MATTEI. Spero che la gentile signora EVA SIGNORILE voglia at5ivarsi presso le autorita' competenti perche' questa richiesta siaq presa in seria considerazione. ,, Daniele MANZARI, ex dipendente del PIGNONER SUD-ENI, BARI. (daniele1929@gmail.com) Daniele Manzari via Giulio Petroni 104m 57 79124 Bari.tel. 080 5013143


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