di Dominga D'Alano

Emanuele, invalido psichico che vuole laurearsi. Ma l'Università non lo puo' aiutare
BARI - Emanuele è un giovane tenace e testardo come pochi. Quando è nato i medici gli hanno riscontrato un grave ritardo mentale che lo ha reso invalido al 75%, ma che non gli ha impedito a 34 anni di conseguire il diploma e un anno dopo di iscriversi ad una facoltà dell'Università di Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La storia sarebbe a lieto fine se non fosse che il ragazzo, per il tipo di disabilità che possiede, ha necessità di essere costantemente supportato nello studio, ma l'Università italiana non prevede la figura dell'insegnante di sostegno, ma solo, al massimo, quella del "tutor specializzato".  

Quando incontriamo Emanuele lui porta con sé la sua diagnosi funzionale. «Qui c’è scritto che non posso studiare da solo - dice - ho bisogno della professoressa prima e dopo le lezioni. Io non posso farcela senza aiuto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L'assistenza che l'Università offre è di tre tipi. C'è lo studente senior, ovvero un ragazzo iscritto alla facoltà da più tempo che si occupa di accompagnare il diversamente abile nei suoi spostamenti e lo aiuta a sbrigare le pratiche amministrative. C'è poi l'interprete che assiste lo studente con difficoltà comunicative durante gli esami e i colloqui con i docenti. E infine il tutor specializzato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il tutor è generalmente un laureato selezionato dalle università con apposito bando. La persona scelta non è un insegnante e non ha l’abilitazione al sostegno: il suo ruolo è quello di aiutare lo studente nello studio, durante le lezioni e gli esami. Puo' dare una mano in caso di disabilità lievi, ma nei casi più gravi la sua opera si rivela insufficiente. Anche perchè di solito le ore di tutoraggio previste sono molto limitate.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Emanuele sta ancora aspettando che sia pubblicato il bando per l'assunzione del suo tutor, anche se nel frattempo le lezioni sono già cominciate. Se sarà fortunato per lui l’Ateneo di Bari metterà a disposizione 150 ore di tutoraggio, poca cosa se si pensa al tempo che uno studente anche "normale" impiega per studiare durante l'anno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

All'"ufficio di disabilità" dell'Ateneo di Bari, ammettono: «Casi come quelli di Emanuele sono molto rari. Di solito i diversamente abili che si iscrivono all'Università sono ragazzi che hanno più che altro problemi fisici. In quei casi un tutor è più che sufficiente a sostenere lo studente nel suo percorso didattico. Emanuele avrebbe invece bisogno di un insegnante di sostegno, ma l'Università non ha i fondi per sostenere questa spesa. Di fatto un docente di questo tipo dovrebbe essere assunto, per insegnare inoltre a pochissimi studenti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Ma Emanuele non si scoraggia. «Io continuo, anche se non mi daranno l’assistenza di cui ho bisogno - afferma con fierezza -. Sosterrò un esame all’anno, ci metterò una vita, ma non mi importa: io mi voglio laureare».


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