di Katia Moro

Professione: ''naso''. Ecco come si diventa creatori di profumi
BARI - «Passeggiando sul lungomare della città di Bari, le mie narici hanno catturato un’essenza di coltre di lino bianco che non avevo mai percepito in nessun’altra località marina». A parlare è Francesca dell’Oro, un “naso”. No, non si tratta di un paradosso, ma di una delle più insolite figure professionali. I nasi, grazie al loro sviluppatissimo olfatto, riconoscono qualunque tipo di odore, individuano la materia prima dalla quale derivano, li memorizzano per poi essere capaci di riprodurli in un laboratorio mescolandoli ad altri e creando così la composizione di un nuovo profumo o fragranza. Abbiamo intervistato Francesca, che venerdì 17 aprile ha tenuto una lezione nella profumeria artistica Crabtree Evelyn di Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Come si diventa un naso?

Sin da ragazzina avevo l’abitudine di camminare con il naso all’insù captando e memorizzando le scie olfattive che incontravo passeggiando nelle zone lacustri del lago di Lecco al confine con la Svizzera, lì dove sono nata. La mia è stata una predisposizione congenita anche ereditaria, considerando che mia madre era dotata di un senso dell’olfatto straordinario e il mio si è sviluppato in competizione con il suo. Quando mi sono resa conto che davvero questa attitudine si poteva trasformare nel mestiere della mia vita ho conseguito studi e specializzazioni specifiche, fino a quando quattro anni fa sono riuscita ad aprirmi una mia piccola azienda indipendente a Piacenza che mi permette di lavorare senza dover dipendere dalle richieste dei grandi marchi del mercato profumiero, ma lavorando per le nicchie selettive delle profumerie artigianali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quindi si nasce così?

No, secondo me non è come nascere con una bella voce, non è solo una dote innata e bisogna sfatare questo mito. Forse non tutti possono diventare dei “nasi”, ma chiunque può allenare e educare il proprio olfatto. Nel mio caso, a parte il retaggio famigliare, questo è sempre stato il senso su cui ho basato tutte le mie percezioni sensoriali, quasi per sopperire agli altri sensi da me meno utilizzati pur se normalmente in mio possesso. È come quando si ha un occhio pigro e si sfrutta al massimo l’altro che acuisce il suo funzionamento potenziandosi e sostituendosi al primo. Ma soprattutto ho rafforzato la memoria olfattiva che ti permette di portare con te migliaia e migliaia di odori che hai catturato da persone, luoghi e oggetti che hai conosciuto e che sei in grado poi di riconoscere ovunque tu li possa ritrovare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Qual è esattamente il tuo ruolo?

Un naso è colui che trova ispirazione passeggiando per i boschi, lungo le strade di città, durante un viaggio in posti esotici, accarezzando un bambino o leggendo la pagina di un romanzo o di una poesia. Colpito da una sensazione che associa a un odore, collega quest’ultimo alla materia prima da cui deriva, una spezia, un fiore, un frutto, un legno o un animale e lo trasforma in una nuova idea data dalla combinazione con altri odori. Come un musicista che con gli accordi combina le note per creare una sinfonia, a questo punto il naso mescola in laboratorio le materie prime che l’ispirazione gli ha suggerito e dà vita alla nascita di un nuovo profumo. L’accordo “chypre”, ad esempio, è la combinazione di cinque note: bergamotto, muschio di quercia, rosa e gelsomino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quali sono le materie prime dalle quali si crea un profumo?

Un profumiere ha a disposizione circa 3000 materie prime che può utilizzare per creare nuove fragranze. Eugene Rimmel alla fine dell’800 è stato il primo a proporre la suddivisione in gruppi e ancora oggi si lavora così in base a una classificazione che definiamo piramide olfattiva. La piramide olfattiva è divisa in note di testa, note di cuore e note di fondo. Le note di testa sono le prime ad essere percepite e sono quelle che si attenuano dopo pochi minuti e sono costituite generalmente da agrumi, piante aromatiche e note acquatiche. Le note di cuore sono più potenti e persistenti e di media durata e sono principalmente quelle dei fiori e della frutta. Infine le note di fondo sono le note dotate di grande persistenza che ci accompagnano anche quando le note di testa e di cuore si sono ormai attenuate e danno sostanza alle fragranze. Tra queste ricordiamo le note di cuoio, quelle animali, del legno. Se le note di testa determinano l’acquisto di un profumo, quelle di fondo generano l’affezionarsi e il legarsi fedelmente a un tipo di flagranza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Da ciò che ci hai detto sembra che il tuo strumento di lavoro non sia solo il naso ma anche la testa.

Esattamente. Tutto parte da un’idea, una riflessione, un momento di vita vissuta. I miei profumi sono tutti molto autobiografici, parlano di me. Un’essenza da me creata ad esempio è nato su ispirazione di una pagina di diario. Probabilmente questo nessuno lo saprà mai, ma non importa, perché poi il profumo anche imbottigliato continua a vivere e anzi vive altre vite in base a chi lo usa e lo mescola alla propria esistenza dandogli un’altra interpretazione personale e sentendoci cose che io non avevo percepito.  
 


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  • Profumeria Palazzo - la ricerca e la passione nel trasmettere emozioni sono un misto in Francesca ....


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