di Mina Barcone

Foto inedite e nuove rivelazioni: quando i sovietici portarono a Bari il maresciallo Tito
BARI – Foto inedite e nuove rivelazioni: la storia che vi abbiamo raccontato nel marzo scorso si arricchisce di ulteriori elementi e certezze. Mesi fa scrivemmo infatti dell’inedito passato di Palese, quartiere di Bari (all’epoca frazione) che durante la Seconda guerra mondiale divenne un importante centro strategico per gli Alleati. Il borgo marinaro ospitò sia un importante summit tra Eisenhower, Alexander e Badoglio, ma soprattutto accolse segretamente, nel giugno del 1944, il futuro capo di Stato Jugoslavo: il maresciallo Tito. (Vedi foto galleria)

Nel precedente articolo ricostruimmo questa vicenda, riferendo anche come all’interno dell’aeroporto fosse di stanza un corposo gruppo di militari dell’aviazione sovietica. Furono infatti proprio i russi ad aiutare Tito a scappare dalla Jugoslavia in fiamme, per fargli trovare rifugio in una Bari all’epoca liberata dalle truppe nazi-fasciste.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel pezzo però ci limitammo a riferire la testimonianza di Oleg Tatkov, un medico e storico russo da tempo impegnato in ricerche sui rapporti tra l’Urss e Tito.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ora però lo stesso Tatkov ci ha inviato un’incredibile fotografia proveniente dal Museo dell'Aviazione di Vnukovo. Ritrae i piloti sovietici a passeggio sul lungomare di Bari, in quegli anni privato dei suoi lampioni ma riconoscibile per i suoi palazzi liberty da un lato e la silhouette del teatro Margherita in lontananza. Una prova tangibile della presenza dei russi nel capoluogo pugliese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Non solo. Oleg ha condiviso anche una seconda immagine d’epoca, sempre derivante dal predetto archivio, che mostra la Duca d’Aosta di Palese. Ma per quale motivo a Vnukovo hanno conservato l’istantanea di un istituto scolastico italiano? Semplice: perchè i militari alloggiarono proprio in quel fabbricato quando furono di stanza a Bari. Un particolare questo che noi anticipammo, dando voce ai racconti degli anziani palesini che ricordarono di quando, durante la Guerra, i sovietici entravano e uscivano proprio da quella scuola. Ancora una conferma quindi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma le sorprese non finiscono qui. Mesi fa Tatkov ci riferì di essere a conoscenza del nome dell’edificio di Palese in cui aveva trovato ospitalità Tito. «Si trattava di Villa Vellina o Verina», disse. E noi quella dimora l’abbiamo finalmente scovata. Si erge in via Volpe, è in buone condizioni e si presenta con un color rosa confetto. È la proprietaria stessa che ci conferma come, durante la ristrutturazione avvenuta negli anni 70, venne rimosso il nome "Verina" in ferro battuto da una parete.

Tra l’altro, grazie all'architetto Eugenio Lombardi, siamo riusciti a entrare in possesso delle fotografie di quella Villa Rosa che invece accolse il capo delle truppe sovietiche, il colonnello Solokov. Una rossa dimora dotata di un elegante giardino abbattuta negli anni 80, le cui due colonne d’ingresso sono ancora visibili in via Nazionale.

Per concludere, un’ulteriore rivelazione. Sembra che all’interno dell’ex Ospedale Militare di Bari ci sia una targa che ricorda quando Tito fu ricoverato nel nosocomio per essere curato a una gamba. A riferircelo è la ricercatrice Giorgia Cutino, specializzata nella storia dei paesi dell’Est. «Il maresciallo fu colpito in battaglia – conferma – e venne portato presso il Bonomo, lì dove fu rimesso in sesto in soli tre giorni».

Tutti particolari che abbiamo riferito anche ad Asya Emeliyanova, inviata di Russia-1 (la televisione di Stato russa), che all’inizio di settembre ci ha raggiunti a Bari per farsi raccontare questa dimenticata, ma importantissima pagina di Storia mondiale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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Mina Barcone
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  • Oleg tatkov - Cara Mina! Grazie per il materiale rapido e molto dettagliato. Non me lo aspettavo, onestamente! Congratulazioni, sei un vero professionista del giornalismo. Spero vivamente che la nostra indagine storica sia solo all'inizio. Troveremo sicuramente la villa più segreta degli ufficiali dell'intelligence russa a Bari. Lì, oltre a Tito, visse nel 1944 e il grande poeta russo Konstantin Simonov, che scrisse un ciclo di poesie su Bari. Mi sembrano gli abitanti della città di Bari, che amo e rispetto moltissimo. dovresti almeno imparare questi versi nella traduzione! Grazie ancora - la città di Bari è una città con una grande storia. E sono orgoglioso di studiare un po 'questa storia !!! Oleg Tatkov
  • antonio colavitti - Complimenti x la puntualità e il dettaglio del bell'articolo ma a proposito di Tito permettetemi una puntualizzazione personalissima: più che maresciallo direi macellaio e solo oggi scopriamo, con riserva "politica", nuove foibe ed eccidi.


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