Bari, ''In principio era un buco'': spettacolo teatrale di Luigi di Sario
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venerdì 12 novembre 2021
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BARI - Sabato 27 novembre alle 20.30 presso la Casa delle Culture nel quartiere San Paolo di Bari si terrà lo spettacolo/monologo teatrale "In principio era un buco" di Luigi di Sario.
Lo spettacolo sarà anticipato da una mostra fotografica incentrata sulla vita del quartiere
ad opera di Angela Zippo e Luigi di Sario, incentrato sul territorio del Quartiere San Paolo.
Un racconto accanto al racconto. Un percorso di memoria, identità e testimonianza sociale della vita di periferia.
Un uomo, torna nella sua terra d’origine, nel rione dove è nato alla periferia di Bari: il quartiere San Paolo. Ha la metà dei capelli dell’infanzia e qualche amaro disincanto. I luoghi dell’adolescenza sono carezze per la cura della propria anima. Rappresentano il mondo di una memoria lontana che sostiene, nel contempo, la necessità ancestrale dell’uomo di tornare a sé stesso. Sempre al punto di partenza.
E allora il grattacielo, la chitarra, il recinto che racchiude le case popolari, il campetto di calcio senza erba e con molti sassi e un buco in una ringhiera sopra il muretto sgretolato fatto di mattoni raccontano la nostalgia dei posti antichi e di amicizie giovanili quando ci si divertiva con semplicità, lontani anni luce dai social network, e dalle teste perennemente piegate all’ingiù a guardare il cellulare.
Il Quartiere San Paolo chiamato anche CEP (Centro Edilizia Popolare), nasceva alla periferia nord-ovest di Bari, a seguito della speculazione edilizia voluta dalla DC ed iniziata nel 1962. Molte zone della città (in particolar modo quelle che godevano di pessima reputazione, come Torre Tresca e San Girolamo) furono sradicate dal territorio d’appartenenza per essere trasferite successivamente al San Paolo.
Questo tipo di modernizzazione selvaggia e senza sviluppo creò in breve tempo sacche di disagio che sfociarono nel fenomeno della delinquenza e della micro-criminalità. C’erano pochi centri di aggregazione sociale ed il quartiere, ben presto, si guadagnò la cattiva reputazione di zona malfamata, da cui tenersi lontani.
I giochi intanto erano praticati per strada e stimolavano la fantasia dei più piccoli. Un-due-tre-Stella, Nascondino, Strifone, Muffa, Staccio, Razzo, Sguincio, Lo schiaffo del soldato, I tappi di Rame, U vrruzz (la trottola) Palla Avvelenata, Palla Prigioniera, il Carruccio, le biglie, Une mond la lune…
Erano tutti divertimenti che si facevano in gruppo, densi di grande spontaneità.
Nonostante i buchi nella ringhiera sempre divelta, il recinto era un’oasi felice, un luogo protetto che riusciva a tenere la delinquenza lontana dai confini della genuinità di quei ragazzi che provavano a crescere nella vita con coraggio, altruismo e fantasia.
L’uomo adesso guarda il buco da dove tutto era cominciato.
Una volta, quando era piccolo, passava attraverso quella feritoia per andare a giocare “a pallone” sul vicino campetto di terra e sassi, mentre a Radio Luna International passavano le canzoni della Rettore e Stella Stai di Umberto Tozzi.
Erano gli anni 80.
La sua adolescenza è rimasta là.
In una dimensione parallela, che adesso lui guarda come si guardano le stelle.
Lo spettacolo sarà anticipato da una mostra fotografica incentrata sulla vita del quartiere
ad opera di Angela Zippo e Luigi di Sario, incentrato sul territorio del Quartiere San Paolo.
Un racconto accanto al racconto. Un percorso di memoria, identità e testimonianza sociale della vita di periferia.
Un uomo, torna nella sua terra d’origine, nel rione dove è nato alla periferia di Bari: il quartiere San Paolo. Ha la metà dei capelli dell’infanzia e qualche amaro disincanto. I luoghi dell’adolescenza sono carezze per la cura della propria anima. Rappresentano il mondo di una memoria lontana che sostiene, nel contempo, la necessità ancestrale dell’uomo di tornare a sé stesso. Sempre al punto di partenza.
E allora il grattacielo, la chitarra, il recinto che racchiude le case popolari, il campetto di calcio senza erba e con molti sassi e un buco in una ringhiera sopra il muretto sgretolato fatto di mattoni raccontano la nostalgia dei posti antichi e di amicizie giovanili quando ci si divertiva con semplicità, lontani anni luce dai social network, e dalle teste perennemente piegate all’ingiù a guardare il cellulare.
Il Quartiere San Paolo chiamato anche CEP (Centro Edilizia Popolare), nasceva alla periferia nord-ovest di Bari, a seguito della speculazione edilizia voluta dalla DC ed iniziata nel 1962. Molte zone della città (in particolar modo quelle che godevano di pessima reputazione, come Torre Tresca e San Girolamo) furono sradicate dal territorio d’appartenenza per essere trasferite successivamente al San Paolo.
Questo tipo di modernizzazione selvaggia e senza sviluppo creò in breve tempo sacche di disagio che sfociarono nel fenomeno della delinquenza e della micro-criminalità. C’erano pochi centri di aggregazione sociale ed il quartiere, ben presto, si guadagnò la cattiva reputazione di zona malfamata, da cui tenersi lontani.
I giochi intanto erano praticati per strada e stimolavano la fantasia dei più piccoli. Un-due-tre-Stella, Nascondino, Strifone, Muffa, Staccio, Razzo, Sguincio, Lo schiaffo del soldato, I tappi di Rame, U vrruzz (la trottola) Palla Avvelenata, Palla Prigioniera, il Carruccio, le biglie, Une mond la lune…
Erano tutti divertimenti che si facevano in gruppo, densi di grande spontaneità.
Nonostante i buchi nella ringhiera sempre divelta, il recinto era un’oasi felice, un luogo protetto che riusciva a tenere la delinquenza lontana dai confini della genuinità di quei ragazzi che provavano a crescere nella vita con coraggio, altruismo e fantasia.
L’uomo adesso guarda il buco da dove tutto era cominciato.
Una volta, quando era piccolo, passava attraverso quella feritoia per andare a giocare “a pallone” sul vicino campetto di terra e sassi, mentre a Radio Luna International passavano le canzoni della Rettore e Stella Stai di Umberto Tozzi.
Erano gli anni 80.
La sua adolescenza è rimasta là.
In una dimensione parallela, che adesso lui guarda come si guardano le stelle.