Al Museo Civico il mare di Bari raccontato attraverso antiche cartine
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mercoledì 5 ottobre 2022
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di Comunicato stampa Associazione Italiana di Cartografia antica Roberto Almagià
Sarà inaugurata il 6 ottobre la mostra organizzata dalla Associazione Italiana di Cartografia antica Roberto Almagià. La mostra presenterà un percorso di carte geografiche antiche e di vedute a partire dalle prime rappresentazioni a stampa fino alle piante della città relative ai piani regolatori e di sviluppo della fine del secolo scorso.
Le sezioni in cui sarà articolata la mostra racconteranno tra l’altro quale era la rappresentazione della città e della provincia, allora denominata Terra di Bari, con le prime vedute più realistiche delle città a partire dalla fine del ‘600 e fino allo sviluppo del porto nella storia.
Tra l’altro, oltre alla celebre veduta scenografica della città di Bari detta Bianchi-Dottula, verranno esposte alcune rarissime carte nautiche dell’Adriatico come quella del Barentsz e del Coronelli, e la carta generale dell’Adriatico manoscritta del Visconti (1810), mai esposta prima d’ora. Una chicca anche la carta topografica del porto di Bari della Marina statunitense, coeva del bombardamento del porto.
La cartografia del periodo borbonico (1650-1860) sarà largamente riportata, vista la sua importanza e l’altissimo livello topografico ed estetico che raggiunse.
Tra le particolarità che susciteranno l‘interesse del pubblico meno specialistico vi sarà il rapporto tra le vedute manoscritte della Biblioteca nazionale di Vienna e quelle a stampa del Pacichelli, di cui sarà possibile valutarne le origini.
Le vedute di costa del Porro, della Marina italiana post-unitaria, restituiranno una visione più familiare delle città pugliesi viste dal mare, anche se precedenti alle modifiche urbanistiche avvenute a partire dall’età umbertina.
Una sezione apposita sarà dedicata a strade e trasporti in Terra di Bari, comprensive anche dei movimenti della Guardia nazionale durante il brigantaggio e delle comunicazioni delle neonate Poste Italiane nel 1867.
Le opere esposte provengono dalle collezioni di Marco Asta e Vito De Pinto.
La mostra quindi ambisce ad essere un momento di riappropriazione e rivalutazione di un passato su cui si innesta il nostro presente. Non solo ricostruzioni di tempi lontani ma un percorso che arriva quasi ai giorni nostri e prefigura le ipotesi di sviluppo del territorio.
Terra di Bari è la nuova denominazione dell’Area metropolitana e riporta alle radici storiche del territorio, che è stato chiamato in questo modo sin dal Rinascimento. Dal passato bisogna partire per costruire il futuro.
Sezioni scientifiche della mostra
Le sezioni in cui sarà articolata la mostra racconteranno tra l’altro quale era la rappresentazione della città e della provincia, allora denominata Terra di Bari, con le prime vedute più realistiche delle città a partire dalla fine del ‘600 e fino allo sviluppo del porto nella storia.
Tra l’altro, oltre alla celebre veduta scenografica della città di Bari detta Bianchi-Dottula, verranno esposte alcune rarissime carte nautiche dell’Adriatico come quella del Barentsz e del Coronelli, e la carta generale dell’Adriatico manoscritta del Visconti (1810), mai esposta prima d’ora. Una chicca anche la carta topografica del porto di Bari della Marina statunitense, coeva del bombardamento del porto.
La cartografia del periodo borbonico (1650-1860) sarà largamente riportata, vista la sua importanza e l’altissimo livello topografico ed estetico che raggiunse.
Tra le particolarità che susciteranno l‘interesse del pubblico meno specialistico vi sarà il rapporto tra le vedute manoscritte della Biblioteca nazionale di Vienna e quelle a stampa del Pacichelli, di cui sarà possibile valutarne le origini.
Le vedute di costa del Porro, della Marina italiana post-unitaria, restituiranno una visione più familiare delle città pugliesi viste dal mare, anche se precedenti alle modifiche urbanistiche avvenute a partire dall’età umbertina.
Una sezione apposita sarà dedicata a strade e trasporti in Terra di Bari, comprensive anche dei movimenti della Guardia nazionale durante il brigantaggio e delle comunicazioni delle neonate Poste Italiane nel 1867.
Le opere esposte provengono dalle collezioni di Marco Asta e Vito De Pinto.
La mostra quindi ambisce ad essere un momento di riappropriazione e rivalutazione di un passato su cui si innesta il nostro presente. Non solo ricostruzioni di tempi lontani ma un percorso che arriva quasi ai giorni nostri e prefigura le ipotesi di sviluppo del territorio.
Terra di Bari è la nuova denominazione dell’Area metropolitana e riporta alle radici storiche del territorio, che è stato chiamato in questo modo sin dal Rinascimento. Dal passato bisogna partire per costruire il futuro.
Sezioni scientifiche della mostra
- Atlanti
- Cartografia antica della Puglia e Terra di Bari
- La Terra di Bari nel XVIII secolo
- Vedute della città di Bari
- Cartografia borbonica della Terra di Bari
- La Terra di Bari e l’Adriatico
- Comunicazioni e strade in Terra di Bari.