Il bluff dei tovaglioli di carta: «Ma controllare quanti sono non conviene»
Letto: 10463 volte
venerdì 27 settembre 2013
Letto: 10463 volte
di Mariangela Dicillo
Dottor Pinto, ma nessuno controlla se un’azienda vende meno tovaglioli rispetto a quelli indicati?
I controlli sono rari. Si tende più ad esercitarli sui prodotti alimentari o al massimo a livello sanitario. Si controlla la salubrità dei materiali e la loro composizione: ad esempio quella della cellulosa. Ovviamente il problema, nel caso del numero dei tovaglioli, è che trattandosi di un valore economico minimo, si tende a non dare grossa importanza alla cosa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E le imprese produttrici invece? Non c’è un meccanismo di auto-controllo?
In genere l'imbustamento di questi prodotti avviene per mezzo di macchinari automatizzati, tarati per prelevare dalla massa sempre lo stesso numero. Poi dovrebbero esserci controlli interni a campione. Accade che l'impresa verifichi che la macchina non abbia guasti, ma poi non si occupa di verificare le singole partite: il che è comprensibile perché sarebbe un controllo sinceramente difficile.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Però le aziende così ci guadagnano…
Un guadagno, seppur minimo, da parte delle aziende c’è. Anche se ma non possiamo affermare che questo sia progettato intenzionalmente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Scusi ma la "Tif..." ci ha detto che il numero indicato sul pacco non si riferisce al numero di tovaglioli. Non è questa pubblicità ingannevole?
Beh sì, indicare un numero X sul pacco non corrispondente a quello del numero dei tovaglioli, è censurabile come pubblicità ingannevole, oppure anche come pratica commerciale scorretta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E per quanto riguarda la "Luc..."? Loro ci hanno riferito che è il peso quello che conta e non il numero di pezzi. Ma allora perché non indicare il peso sulla busta oppure il fatto che il numero di tovaglioli potrebbe essere variabile?
Certo. Se i tovaglioli fossero imbustati in base al peso, allora, sulle confezioni dovrebbero dire chiaramente che stanno vendendo 300 grammi di tovaglioli e non 100 tovaglioli, come invece fanno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Le nostre tre anziane signore vorrebbero giustizia: c’è un modo per ottenerla?
Sarebbe difficile ottenerla. La via della tutela individuale è sicuramente antieconomica. Bisognerebbe, al massimo, ragionare secondo una prospettiva più generale. E anche questa è una strada un po’ tortuosa, perché non abbiamo un documento o una prova che ci confermi che in tutti i pacchi di tovaglioli in Italia mancano alcuni pezzi. E infatti non tutti i pacchi da voi esaminati erano in difetto. In teoria, si potrebbe fare un esposto all’Antitrust o per pubblicità ingannevole o per pratica commerciale scorretta. In pratica, però, ci sarebbe bisogno della massima certezza. Si dovrebbe poter portare qualsiasi confezione di tovaglioli davanti all’Antitrust con la sicurezza del fatto che, una volta contati, risulterebbero meno rispetto al numero indicato sulla confezione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E’ possibile che lo stesso fenomeno possa verificarsi per altri prodotti come ad esempio bicchieri o piatti di plastica?
Certo, potrebbe accadere. Il meccanismo di produzione e imbustamento è sempre lo stesso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Mariangela Dicillo
Mariangela Dicillo