di Alessandra Anaclerio

Gli storici ''pane e merda'', istituzione sul lungomare di Bari
BARI-« Maestro, per me un panino completo». Si faccia avanti chi non abbia mai mangiato da (scusateci ma li chiamano tutti così) un "pane e merda", quelle paninoteche ambulanti super attrezzate che con insegne luminose, canzoni e intensi profumi, offrono cibo fast food e soprattutto low cost.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Non adatte ai palati sopraffini e a chi tiene al proprio peso forma, sono l'ideale però per mangiare qualcosa "al volo", a qualsiasi ora della notte e spendendo poco (al massimo 3 euro per un panino). Wurstel, patatine, porchetta, zampina e hamburger, fino ad arrivare a kebab, pollo fritto e patatine: in queste roulotte c'è di tutto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A Bari queste "macchine del cibo" sono approdate in tutti i quartieri. Ma quelle storiche, aperte da diversi anni e diventate ormai tratto caratterizzante della litoranea barese, si trovano sul lungomare Nazario Sauro e via Goffredo di Crollalanza, tra Via Apulia e corso Vittorio Emanuele. Ed è proprio con i gestori di quelle presenti in questo spezzone di città che abbiamo parlato, per farci raccontare storie, ricordi e specialità (vedi foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Da Christian  - Imboccando il lungomare dal punto in cui si incrociano corso Cavour e corso Vittorio Emanuele,  incontriamo la prima paninoteca che prende il nome dal suo proprietario, Christian. « Io sono qui da 3 anni- ci racconta-. Prima stavo altrove, ma ora mi trovo bene in questo posto. La mia specialità è il panino con la porchetta: i miei clienti quando lo mangiano "escono matti"».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Drive In Zia Maria – Uno dei primi “pane e merda” di Bari è parcheggiato di fronte a 'Nderr à la lanz. La prima parte del nome, "Drive in",  è dedicata al programma televisivo che andava in onda negli anni 80. "Zia Maria" invece è lei, Maria, la proprietaria, la "first lady" delle patatine fritte. Con il marito Tommaso trent'anni fa decise di posizionarsi sul  lungomare con una friggitrice, sotto una piccola struttura ricoperta da una tenda. « Quando io e mia moglie decidemmo cominciare a friggere, perchè avevo perso il lavoro, non esistevano i mezzi, ma si faceva tutto sotto delle capannine - dichiara Tommaso- Adesso mia moglie viene una volta ogni tanto,  perchè non ha più la forza di quando era ventenne. Ora al bancone ci sono mio figlio Stefano e mio nipote. Ma quando  c'è la "zia Maria" tutti si fermano, anche solo per salutarla».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Zia Pagnotta - E' la terza paninoteca presente sul lungomare, precisamente alla fine di via Giuseppe Bozzi. Occupa cinque metri per due di suolo pubblico da sei anni, ma Massimiliano, il titolare, questo lavoro lo fa da una vita.  «Prima lavoravo come dipendente in un'altra roulotte- racconta-. Quando nacque mia figlia chiesi al mio capo di  mettermi in regola, ma lo vidi titubante. Così ho aperto qui». Il nome di questa attività ambulante Massimiliano lo ha scelto perchè il suo cavallo di battaglia sono i panini. Un esempio? Il "bomber": wurstel, porchetta, salse e  patate. «I miei sono tutti prodotti italiani - tiene a precisare-. Forse questo settore è l'unico in cui i cinesi  non avrebbero successo a Bari. Pensate che i miei clienti possano andare a farsi il panino da uno con gli occhi a  mandorla? Impossibile, aspetta sempre».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Serafino - «Noi abbiamo veramente tutto». Esordisce così Onofrio, figlio dei proprietari della storica roulotte. Da  32 anni la famiglia Serafino ha piantato in piazza Diaz quella che definiscono la loro seconda casa. « I miei genitori inizialmente friggevano proprio sulla rotonda che sta qui difronte alla piazza- racconta il giovane-. Però all'epoca vendevano solo le patatine. Ora invece non manca nulla, ci siamo anche attrezzati per fare le crepes e il kebab. Lavoro in giro non  c'è – conclude Onofrio - e questo è il motivo che accomuna me e i miei genitori: io oggi lavoro qui perchè non c'è nient'altro da fare, lo stesso motivo per cui i miei genitori aprirono all'epoca».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La Bottega del panino  - Di fonte a Serafino c’è la “bottega”. Da dicembre 2012 la gestione è nelle mani di una signora, ma la roulotte copre lo stesso tratto di strada da decenni. «I prezzi sono simili a quelli dei nostri concorrenti- raccontano i dipendenti Mauro e Simona -. I clienti alla fine ti scelgono per il modo in cui li tratti. Noi non possiamo lamentarci per quanto lavoriamo, anche se la crisi ha  inciso parecchio. Speriamo che quest'estate porti buoni frutti. Noi di buono portiamo i panini».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il Gabbiano - Siamo arrivati all'ultima roulotte decennale, parcheggiata poco prima di arrivare al ponte di Via Apulia che collega il lungomare al quartiere Japigia. Si chiama "Il Gabbiano" e il proprietario è il signor  Giuseppe. «Stiamo qui da 23 anni, ma io quest'attività l'ho iniziata nel 1978- racconta-. Sono davvero il primo ad aver avuto un'idea simile». Il brevetto per poter svolgere questo mestiere Giuseppe lo prese in Francia. «Lì mi è venuta l'idea di aprire una friggitoria a Bari- continua-. A Parigi ce n'era una in ogni angolo. E dato che si dice  che "se Parigi avesse il mare, sarebbe un piccola Bari", io pensai di far fare un passo in avanti alla nostra città per aiutare quella francese a esser simile a noi (ride, ndr)». Per quanto riguarda il nome non è stato scelto per caso. «Prima su questo lato del lungomare c'erano un sacco di gabbiani - spiega Giuseppe-. Ogni sera, quando finivamo di lavorare, buttavamo a terra le patatine che avanzavano e loro le mangiavano. Però da qualche anno non ci sono più».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A questo punto non resta che lasciare carta e penna e fare un'ordinazione: «Maestro, per me un panino completo». Ma a proposito: cosa c'è dentro questo tanto famoso "completo"?. «Devi semplicemente aprire il panino in due e mettere dentro tutto quello che trovi davanti», ci svela divertito Massimiliano, del pane e merda "Zia Pagnotta".


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