di Marco Giannino

L'elettroshock? Si pratica ancora: «Si chiama Tms ed è meno invasivo»
BARI – Basta nominare la parola, “elettroshock”, per farci venire i brividi. Magari influenzati da tanti film sui manicomi, quello che ci viene in mente se pensiamo a questo tipo di terapia è una persona legata al letto in tetre sale ospedaliere a cui vengono inflitte forti scariche elettriche tali da produrgli convulsioni e rendere il paziente inebetito.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’elettroshock o ”terapia elettroconvulsivante” (Tec) fu introdotto nei manicomi negli anni Trenta, ideato dai due neurologi italiani Ugo Cerletti e Lucio Bini soprattutto per curare i casi di depressione e psicosi maniaco-depressive. Solo che la terapia veniva praticata su pazienti coscienti, senza l’uso di anestesia e rilassanti muscolari. Così i malati perdevano coscienza durante la seduta e subivano violente contrazioni muscolari che a volte portavano addirittura a fratture ossee. E a un certo punto ci fu anche un abuso dell’elettroshock nei manicomi, usato anche per  “punire” i pazienti troppo turbolenti. Fin quando si decise di dire basta e questa terapia fu pian piano abbandonata già partire dagli anni 60.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Anche se in realtà la tecnica di stimolare il cervello dei pazienti attraverso scariche elettriche non è mai stata abbandonata del tutto. Ora viene chiamata in un altro modo, è sicuramente meno invasiva, ma di fatto in Italia per curare alcune patologie viene ancora eseguito una specie di elettroshock, specie se i farmaci non fanno effetto. Si chiama “elettrostimolazione transcranica” (Tms) e si avvale di un apparecchio che utilizza i campi magnetici per modulare la corteccia cerebrale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
In Puglia esiste il centro “cefalea e neuropsichiatria” di Giovanni D’Attoma, neuropsichiatra e psicoterapeuta che utilizza la Tms. Il centro ha sede a Bari, Taranto e Ostuni. «Grazie alla Tms – spiega il professore - si riesce a regolare e migliorare l’attività cerebrale, ma anche a interferire su alcuni meccanismi dell’amigdala e dell’ipotalamo che controllano i processi emotivi. E’ preferibile utilizzare questa tecnica sui pazienti più gravi, con particolari patologie come la depressione maggiore e il disturbo bipolare. Anche se abbiamo ottenuto risposte positive sulle forme iniziali di demenza procurate dall’Alzheimer e anche per la schizofrenia lieve i risultati sono molto soddisfacenti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


D’accordo, ma qual è la differenza con il vecchio elettroshock?  «La Tms è molto meno invasiva – risponde D’Attoma -. Si tratta di stimolazioni, non di scariche. E di certo il paziente una volta finito il trattamento non è soggetto a convulsioni, ma avverte solo un lieve mal di testa. E comunque la utilizziamo solo nel caso in cui i farmaci non producano effetti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
In media per ottenere risultati col Tms è necessario essere sottoposti a 20/25 trattamenti e ultimamente i medici stanno usando le elettrostimolazioni anche per curare le “dipendenze”, da droghe o da gioco compulsivo. «Nel nostro centro abbiamo riscontrato dei miglioramenti sui tossicodipendenti da cocaina già a partire dalla quarta seduta», sottolinea il professore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Dello stesso avviso di D’Attoma è Marina De Tommaso, neurologa presso l’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari, centro dove la Tms è stata sperimentata più di una volta sui bambini. «I principi sono gli stessi dell’elettroshock – ci spiega la dottoressa - ma la modifica dell’eccitamento della corteccia cerebrale avviene in modo semplice, perché si utilizza un campo magnetico per indurre correnti. La Tec rappresentava una stimolazione elettrica ad alto voltaggio che procurava una modificazione biologica a livello cerebrale, un “reset del cervello”, questa invece è una modulazione dell’attività elettrica cerebrale che il soggetto neanche avverte».


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita



Scritto da

Lascia un commento
  • margareth - Ma stiamo scherzando? Sul serio è un articolo che parla di cose reali ??? Io penso che qui si sia veramente toccato il fondo.. e chi ne paga le conseguenze sono sempre i poveri "pazzi". Basaglia si starà rivoltando..... Forse un elettroshock servirebbe a chi ancora pensa di contenere problematiche del genere con queste misure così estreme. Di male in peggio, dai farmaci alle scosse. COMPLIMENTI. Sarei anche molto curiosa di sapere come la Tms agisce sulle dipendenze. I pazzi non sono i pazzi..
  • Sevi - Margareth sulle dipendenze posso assicurarvi che funziona a 100x100 conosco persone che hanno fatto questa cura con TMS e funziona


Powered by Netboom
BARIREPORT s.a.s., Partita IVA 07355350724
Copyright BARIREPORT s.a.s. All rights reserved - Tutte le fotografie recanti il logo di Barinedita sono state commissionate da BARIREPORT s.a.s. che ne detiene i Diritti d'Autore e sono state prodotte nell'anno 2012 e seguenti (tranne che non vi sia uno specifico anno di scatto riportato)